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Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta

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In una Roma percorsa dalla tensione, con un lancio di petardi ed oggetti da parte dei manifestanti – in gran parte ristoratori – che attaccano le forze dell’ordine lanciandogli contro bombe carta, la politica punta alle riaperture nei prossimi mesi. “Riaperture a maggio” proclama la ministra degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, la quale annuncia che in aprile “abbiamo utilizzato il poco di agibilità guadagnata, con tanta fatica da parte degli italiani”.

Ma da maggio, si riparte. “Quindi tutti i ministeri sono al lavoro, stanno costruendo i protocolli per poter ripartire”. Il 20 aprile in Consiglio dei ministri verrà fatto il punto in base a contagi e vaccini. E c’è il primo atto di disobbedienza, l’annuncio è del governatore della Campania, Vincenzo De Luca il quale durante un comizio a Benevento, spiega che non intende andare avanti per “fasce d’età”. Non cade nel vuoto la risposta di Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza: “Prima i vulnerabili, poi le categorie economiche”.

Arriva una pioggia di 3.100 emendamenti al decreto Sostegni, in pratica la prima manovra del governo Draghi, il cui esame è atteso nei primi giorni della prossima settimana. Le proposte di modifica sono state depositate, in questi giorni, nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Per gli interventi parlamentari ci sono a disposizione 550 milioni. In prima lettura, il provvedimento è previsto a Palazzo Madama. L’esame dovrebbe entrare nel vivo nelle commissioni non prima della prossima settimana.

Ma la politica è in gran movimento, a cominciare da Enrico Letta, neo segretario del Pd il quale ha garantito che i Dem non saranno più “il partito del potere” e lascerà agli iscritti di decidere sulle grandi questioni. E continua lo scontro nel movimento 5Stelle. Beppe Grillo ha ricordato l’ex socio Gianroberto Casaleggio in un trailer di presentazione dell’evento in live streaming: “Sono 5 anni che non ci sei, ma vedessi quello che sta succedendo!”. Alessandro Di Battista ha detto di sognare “un Paese che abbia per tutti l’impossibilità di fare più di 2 mandati. Fidatevi di me”.

“Quando sei dentro è umano pensare che la tua carriera sia quello che conta, anche a costo di scendere a compromessi con la tua coscienza e le tue idee. La politica non è una professione”. Non è un’intermediazione. E sullo stesso argomento, Davide Casaleggio, intervistato da Le monde, ha affermato che “il limite massimo di due mandati resta intoccabile”. Il titolo del giornale è “l’invenzione di un populismo 2.0”.

L’intervista con Letta sui cambiamenti che imprimerà al Pd resta però centrale nel quadro politico. Perché delimita il perimetro nel quale agiranno i Dem. Compreso il rischio di una sconfitta alle prossime elezioni autunnali. “Se alle elezioni saremo mandati all’opposizione, faremo opposizione e ci rigenereremo”. Accusa il Pd di aver deviato da principi.

“Troppo spesso – ha detto Letta – il Pd è stato associato al partito del potere e del sistema, non lo saremo più, saremo il partito della gente. Ai nostri iscritti e tesserati bisogna dare quella centralità e quel ruolo che è l’unica condizione per un partito vivo. Il partito che voglio proporre è un partito in cui gli iscritti saranno il cuore, perché saranno loro a decidere sulle grandi questioni, come sta succedendo in questi giorni con il vademecum. Se uno si iscrive, conterà, starà in una comunità la cui voce conterà”. In sostanza punterà sui territori, sulla partecipazione dei territori.

“Gli altri – secondo Letta – hanno costruito il partito su una leadership carismatica. Noi siamo diversi. Noi scommettiamo sul fatto che l’intelligenza collettiva è meglio della leadership carismatica e individuale. Le agorà democratiche saranno un percorso che andrà dal primo luglio al 31 dicembre, sei mesi di discussione che toccheranno tutti i circoli, che saranno aperti anche a chi non è del partito, per discutere della democrazia e del partito, decisioni e idee sul nostro futuro”.


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