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Roberto Speranza e Mario Draghi

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Con Roberto Speranza, la conferenza stampa, è quasi un rito per celebrare la vicinanza del ministro al governo. Mario Draghi ne è consapevole e guida la cerimonia sulla scena di Palazzo Chigi. Due posti, il ministro alla destra del capo del governo.

Nient’altro, per far apparire l’unità della squadra. E le parole spese per Speranza costituiscono il suggello finale che bypassa cattivi pensieri. “Le critiche al ministro – dice Mario Draghi – non sono né fondate, né giustificate. Dovevano trovare pace fin dall’inizio. Mi secca dirlo in sua presenza. Ma io lo stimo e l’ho voluto io nel governo”.

Poi un altro assist su Speranza. “Lo voglio ringraziare per il lavoro che precede e permette questa decisione sulle riaperture”. Ovvero, il via libera alla zona gialla dal 26 aprile. “Un rischio ragionato”, come osserva Draghi.

Non si discute della mozione di sfiducia a Speranza che Fratelli d’Italia intende presentare questa settimana, in Senato. Né si parla delle tensioni in cabina di regia che hanno alzato il livello dello scontro nella maggioranza. Ma Draghi non ci fa caso, più di tanto. “

L’atmosfera è eccellente”, sottolinea più tardi. Proprio ieri mattina, ha riferito “Adn Kronos”, c’è stata una discussione accesa di fronte alle richieste della Lega, che ha posto sul tavolo la questione in termini netti. Da una parte il Carroccio che voleva riaprire praticamente tutto, “già dal 26 aprile”, dall’altra il fronte della cautela capeggiato da Speranza, Dario Franceschini e dal pentastellato, Stefano Patuanelli.

Dalla Lega sono partite le bordate più forti. “Se i dati dicono che si può riaprire perché continuare a tenere prigionieri gli italiani?”. Secondo loro bisognava riaprire tutto, anche palestre e piscine. Ma Pd, 5Stelle e Speranza hanno fatto muro, tracciando la misura del coprifuoco alle 22. L’offensiva avversaria non è passata.

Draghi ha difeso la sua linea (del “rischio ragionato”), dicendo che le aperture sono la risposta al disagio e, comunque, pongono le basi per la ripartenza. Tutto questo perché “i dati sono in miglioramento”. In questo modo si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia.

Dal 26 aprile viene anticipata l’introduzione della zona gialla. Con un cambiamento rispetto al passato. Viene data la precedenza alle attività all’aperto. Ed in questo perimetro vanno comprese la ristorazione a pranzo e cena e la scuola.

Ma tutto questo va inquadrato sul presupposto “che i comportamenti siano osservati scrupolosamente, con l’obbligo di portare mascherine e distanziamenti nelle attività riaperte”.

 Gli spostamenti saranno consentiti tra regioni gialle e con un pass tra regioni di diversi colori. Invece sul Def e sullo scostamento si fa una “scommessa sul debito buono”. Non merita attenzione l’entità dello scostamento da 40 miliardi, ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Questa – ha affermato Draghi – è una scommessa sulla crescita. Se la crescita sarà quella che ci attendiamo da tutti i provvedimenti pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire. “Il processo si traduce in un’uscita dal debito per effetto della crescita”.

Quanto alla campagna vaccinale, “va bene, con tante sorprese positive e qualcuna negativa. Ma questo è stato fondamentale per prendere le decisioni sulle riaperture”. In ogni caso, sottolinea, è la risposta del governo al disagio di categorie e dei giovani. “Mi aspetto che avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita. Il rimbalzo è certo, non è sicuro esattamente quanto forte sarà”.

È salita la tensione anche per le elezioni di Roma. Il Pd convocherà per martedì prossimo il tavolo di coalizione e proporrà il 20 giugno come data per le primarie. I segretari di Roma e Lazio del Pd, Andrea Casu e Bruno Astorre sono convinti di avere le carte giuste in mano. “Tutti i sondaggi realizzati ci consegnano una consapevolezza: il Pd è saldamente il primo partito nella Capitale ed il centrosinistra unito può vincere ogni sfida. Chi deciderà di sfilarsi, favorisce irresponsabilmente le destre”. L’ex ministro Roberto Gualtieri è pronto ed attende il segnale dal Nazareno.  Zingaretti vorrebbe sottrarsi. Ma Calenda non intende ritirarsi.


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