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Ha toccato il cuore di tutti, Piero Angela, al G20/L’Italia per lo Spazio. L’uomo che ha trovato il giusto modo per raccontare la Scienza e la ricerca, nella giornata di Fondazione Leonardo ha portato un suo ricordo di anni e anni fa, quando le telecamere del bianco e nero portavano il cielo nelle case del mondo.

Un astronauta a metà viaggio puntava il teleobiettivo sul pianeta Terra, l’immagine svelava un piccolo e insignificante punto nell’immensità e il giovane Angela – impegnato nella diretta tivù – ai telespettatori diceva “guardate dove siamo a centomila chilometri dal mondo, guardate cosa siamo, continuiamo pure a gettarci le pietre addosso, continuiamo ad ammazzarci, certo, ma non siamo niente, e non vale niente. Tutta questa immensità non si accorge dei nostri strepiti”.

Il senso delle cose, dunque, dalla distanza di centomila chilometri dalla Terra. E figurarsi il senso dalla distanza che ne ha l’Inviolato – dall’eterno all’intimità di ciascuno e di ogni cosa – figurarsi quanta Misericordia per contenere, accompagnare per poi aspettare, nel giorno del Rendiconto, il segreto sentimento del Creato.


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