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Vito Dell'Aquila

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Quella di ieri a Tokyo è stata, per mutuare una celebre canzone di Fabio Concato, «una domenica bestiale». Proprio quando iniziavano a indugiare i mugugni attorno al medagliere azzurro, ricco di podi ma ancora troppo povero di ori, l’atletica tricolore ha regalato due trionfi destinati a entrare nella storia dello sport italiano (LEGGI).

Nello stesso giorno Marcell Jacobs ha vinto la finale dei 100m con 9’’80. Nello stesso stadio prestazione super e oro per il marchigiano Gianmarco Tamberi, che salta più in alto di tutti e si riscatta dopo l’infortunio del 2016 che gli impedì di partecipare alle Olimpiadi di Rio. Il riscatto è un tema che torna in queste Olimpiadi nipponiche.

C’è poi il riscatto del Sud, che lo sport olimpico riesce a scrivere grazie, ad esempio, grazie all’oro conquistato nel taekwondo dal 20enne di Mesagne Vito dell’Aquila, il primo oro italiano di questa rassegna (LEGGI).

Pugliese, ma di Foggia, pure Luigi Samele, medaglia d’argento individuale (LEGGI) e una a squadre, insieme, tra gli altri, al napoletano Luca Curatoli.

Secondo posto, nella scherma, anche per il siciliano Daniele Garozzo (LEGGI). Tra i bronzi del Sud, la judoka Maria Centracchio (LEGGI), la catanese Rossella Fiamingo nella scherma a squadre (LEGGI), i tre napoletani Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo e Giuseppe Vicino che con il terracinese Matteo Lodo hanno conquistato il bronzo nel canottaggio 4 senza (LEGGI).

E napoletana di Torre Annunziata è anche Irma Testa, bronzo nella boxe (LEGGI). L’Olimpiade non è finita, altre storie d’orgoglio del Sud possono essere ancora scritte.


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