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Giovani ricercatori all’opera

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C’E’ UN solo modo perché il Recovery Plan, dopo gli aggiustamenti del nuovo Governo, possa vincere la sfida. Cadere nella “rete” dei giovani. Lo hanno spiegato loro stessi, mercoledì 10 febbraio 2021. L’appuntamento era fissato alle 17,30. “I giovani sono una risorsa essenziale per la sostenibilità del futuro”. “Non sono solo portatori di bisogni, ma di competenze e di risorse, con una capacità propositiva molto elevata”. “Il PNRR deve investire in Ricerca e formazione dei giovani, perché se perdiamo questa occasione non soltanto non usciremo dalla crisi economica, ma cadremo in una crisi sociale senza ritorno”.

Le voci degli speaker di alcune organizzazioni giovanili – Elisa Cappa Bava dello European Youth Parliament, Domenico Vito, di Rete Giovani 2021, Giovanni Mori di Fridays For Future Italia – , invitati a partecipare all’evento on line “Vogliamo decidere sul nostro futuro! I giovani valutano i piani italiani per il Next generation Eu” hanno catalizzato l’attenzione di millennials e ragazzi della “generazione Greta”. Da Nord a Sud, sono oltre 18 mila i collegamenti su social e piattaforme.

Chiamati a raccolta da Enrico Giovannini, neoministro alle infrastrutture e ai trasporti, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che dalla sua creazione, cinque anni fa, si è sempre spesa per l’ascolto e il coinvolgimento dei giovani sulle sfide del Pianeta e delle loro generazioni, insieme a Robert Zielonka dei Global Shapers, Maria Cristina Pisani del CNG, Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, esponente di New Wave Plef, Giovanni Moraglia di Federmanager gruppo giovani, all’unisono hanno ricordato come l’Agenda 2030 e il PNRR siano indissolubilmente legati alla visione del Next Gen Eu. Progetto nel quale vogliono avere voce.

Il rinascimento green è legato al loro rinascimento e al conseguimento di goal e missioni. Quanti si occuperanno nel nuovo Governo di transizione ecologica, sviluppo sostenibile, formazione e politiche giovanili dovranno farsi guidare dalla bussola dove i punti cardinali della ripresa crescono insieme alla generazione Greta e ai suoi fratelli maggiori. Perché soltanto con loro si realizzerà. Domenico Vito, ingegnere con Phd al Politecnico di Milano, città dove è nato e cresciuto, con il cuore sempre nella sua San Lorenzo Bellizzi, in provincia di Cosenza, da dove proviene la sua famiglia, è intervenuto come rappresentante dell’Associazione Rete Giovani 2021 con un illuminante contributo sul Piano Giovani 2021.

L’Associazione, costituitasi a luglio 2020, aveva inviato il Piano al Governo Conte. Ora conta di mandarlo al nuovo Governo. “Nato da un processo partecipativo dei giovani delle circa 100 associazioni della Rete – ha affermato Vito – il Piano 2021 contiene proposte, denominate “battaglie”, organizzate in 5 impatti generazionali, secondo i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con indicatori e misure: strumenti e competenze per raggiungere gli obiettivi professionali, con la valorizzazione dei dottorati di ricerca; affermazione personale e uguaglianza di genere; tutela e valorizzazione delle risorse naturali; coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali; Italia punto di riferimento internazionale, capace di attrarre talenti. Ogni “battaglia è articolata a sua volta in dodici grande richieste”.

Richieste che – ha spiegato al Quotidiano del Sud l’ingegnere calabrese, – “sono arrivate indistintamente dai giovani del Nord, del Centro e del Sud. Tuttavia, in base alla mia esperienza, anche pregressa, sia con Legambiente che con l’Unicef , quello che ho notato ancora una volta è che nei ragazzi del Sud c’è ora una grande spinta all’imprenditorialità. Questi giovani, più resilienti alle difficoltà, con cui si misurano continuamente sul territorio, vogliono mettersi all’opera, per cambiare le cose. Molte sono le proposte legate anche alla capacità di coinvolgimento nei processi decisionali. L’intento – ha osservato – è di fare quello che lo Stato non ha mai fatto: trasferimento di conoscenza. Spesso, dopo aver studiato in università prestigiose del Centro e Nord Italia, rientrano al Sud per far rifiorire la loro terra”.

Lui, Domenico, con il suo curriculum internazionale, rappresentante dell’Italia alla COP 21 di Parigi per il Climate Reality Project – l’organizzazione fondata nel 2006 dall’ex vice Presidente USA, All Gore –, membro della Costituente dei Giovani all’interno delle Nazioni Unite e pubblicazioni scientifiche sulle correlazioni fra pandemia da Covid-19 e ambiente solo nell’ultimo anno, è sicuramente un bell’esempio, per i giovani del Sud, di capacità e resilienza.


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