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Federica Pasini

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3 minuti per la lettura

Federica Pasini è tra i 100 talenti under 30 di Forbes. Laureata in Economia alla Bocconi, si occupa di Marketing. Durante il lockdown è riuscita a trasformare un momento difficile in un’opportunità creando il gruppo Hacking Covid-19.

Raccontaci di te.

«All’Università sono entrata in Junior Jedi, un network di start up di innovatori ed imprenditori dell’ecosistema milanese; il mondo dell’innovazione mi appassionava, ho sempre voluto fare digital marketing e dopo l’università mi sono trasferita a Londra per cercare lavoro e migliorare l’inglese. Dopo aver lavorato in una start up, sono tornata in Italia, ma non riuscivo a trovare qualcosa che potesse rappresentare la mia ambizione. Sempre grazie alle persone del network di Junior Jedi ho iniziato a lavorare per una startup come digital project manager. Questa esperienza mi ha permesso poi di accedere a dei colloqui in Generali e di entrare nel team nascente di marketing globale. Successivamente sono stata selezionata da Apple per un Leadership Program di due anni, grazie al quale ho ricoperto vari ruoli in negozio sia operativi che manageriali. Apple ha una leadership incredibile: ho imparato tanto sulla collaborazione, sul comunicare e gestire le situazioni, ho ripreso a fare colloqui, ho ricontattato Generali, dove mi hanno chiesto di lavorare sulla diversity inclusion. In Junior Jedi ho conosciuto anche le fondatrici del capitolo italiano di Girls in Tech, un’associazione internazionale a supporto delle donne imprenditrici e nel tech, oggi SheTech, sul tema gender equality».

Tra le iniziative dedicate alla gender equality quale ti sta più a cuore?

«SheTech l’ho vista nascere – si occupa di donne nella tecnologia – è un ambito tosto. Mi sono occupata di sviluppare la strategia di marketing e la community; è una realtà che mi sta molto a cuore e in cui ho investito tanto tempo. La carica delle 101 è un bel format per supportare le imprenditrici mettendole in contatto con donne con un’esperienza incredibile».

Raccontaci di Hacking Covid.

«È nata sempre da Junior Jedi, di cui sono diventata moderatrice, e nel frattempo la community è cresciuta. Dalla chat whatsapp ho spostato la conversazione da un’altra parte; all’inizio si trattava di condividere cercando fonti attendibili, trovando punti di vista diversi per un dibattito costruttivo, un momento di grande scambio e generazione di energie. Il mio valore aggiunto è l’aver portato la discussione su progetti concreti per aiutare la società e la cosa più bella è stata avere una community aperta e coinvolgere persone provenienti da mondi diversi: medici, psicologi, nutrizionisti, non solo innovatori. Un team di benessere psicologico ha lavorato su“10 tips per stare bene a casa”, il team dei dati ha sviluppato il sito covidtrends.com che spiega come leggere i dati rilevanti. Tra i tanti progetti c’è ioportoacasa.it con i negozi che fanno consegne a domicilio e il sostegno psicologico su tutta Italia. Ho coinvolto tutti nel lavorare favorendo la connessione tra le persone, convinta che, senza rapporti personali tra i membri non c’è community. Quindi abbiamo fatto una call settimanale concludendo sempre con networking one to one. Da lì è nato Hacking your future con Gooders, con percorsi di mentorship per dare a tutti la possibilità di superare un problema, mettendo a disposizione i nostri tavoli in modo circolare: il mentor ti regala un’ora di tempo e tu fai una donazione ad una delle associazioni. Con SheTech la donazione si trasforma in associazione. Adesso stiamo sviluppando hackingtalents.it, siamo agli ultimi step: sei uno studente, cerchi lavoro, allora ti mettiamo in contatto con chi può aiutarti. Inoltre abbiamo supportato l’associazione Folletti Onlus a costruire l’operatività con la donazione agli ospedali di tablet resettati durante il primo lockdown».

Progetti per il futuro?

«Da settembre andrò a Londra per lavorare in una start up, Altruistic, che si occupa di sviluppo software in crowd. Ricoprirò il ruolo di head of community. Faremo partnership con università e associazioni in modo che chiunque possa sviluppare tecnologia. Il suo modello di business è creare una community competitiva di sviluppatori fatta da start up, studenti, aziende ed il mio ruolo sarà coinvolgere i player in una collaborazione costruttiva».


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