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Matteo Renzi alla Leopolda 2019

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Quest’anno sono stata per la prima volta alla Leopolda. Dopo aver partecipato a Meritare l’Italia, ed esserne rimasta inaspettatamente soddisfatta, ero comunque preoccupata all’idea di prender parte ad un simile evento; diversamente da quanto accaduto con l’esperienza del Ciocco, difatti, stavolta si trattava di aderire ad una situazione che credevo connotata in modo fortemente partitico.

Da un lato, è innegabile che a partecipare alla Leopolda siano stati principalmente coloro che, se anche non lo supportano attivamente, quantomeno manifestano apprezzamento per il leader di Italia Viva. Tuttavia vi sono state pure persone che, incuriosite dal partito nascente, hanno deciso di partecipare all’evento. Questo perché esiste anche un’Italia che vuole provare a fare politica, nel senso più genuino del termine, perché non ne può più che siano altri ad occuparsene. Un’Italia viva, letteralmente, a cui è stata data l’opportunità di confrontarsi, di parlare su un palco che era più che mai variegato.

La Leopolda ha mantenuto un’impostazione tutta proiettata in avanti, ma a parlare di futuro non sono stati solo gli specialisti dei diversi settori, ma chiunque volesse far sentire la propria voce. È interessante che un partito decida di strutturarsi da principio in modo tale non solo da includere i giovani, ma renderli in parte protagonisti. Non per propaganda, ma per rispetto della competenza e delle idee, indipendentemente dall’età. Nel momento in cui viene offerta un’occasione di confronto, non si può più ritenere un evento come il tentativo di celebrazione di una singola personalità. Tra le tante cose, ad alcuni di noi ragazzi è stato proposto di salire sul palco per svelare il logo del partito nascente. Quel che si voleva trasmettere era un messaggio fortemente ottimista, che partisse dai nuovi per fare qualcosa di nuovo.

Ovviamente, essendo la Leopolda anche il luogo in cui si è concretizzato il progetto politico di Renzi, è logico che si sia dato molto spazio ad Italia Viva. Non sarebbe potuto essere altrimenti, del resto, perché il nuovo partito è nato anche con lo scopo di trasformare in risultati concreti l’alluvione di idee presentate durante questi giorni. Quella che Italia Viva vuole offrire sembra essere la possibilità di fare una politica attiva, che generi occasioni. Mantenendo una visione globale del sistema, salvaguardando le connessioni tra i differenti campi culturali, ma trattando ciascuno con uguale dignità. Di base vi è la convinzione che si debba prima di tutto conoscere per poter poi agire e che si possa farlo partendo dalle opinioni di chi ha voglia di dialogare.

La Leopolda, come forse è noto, prevede tavoli di lavoro, organizzati al fine di consentire uno scambio di idee proficuo tra chi si occupa già dei temi trattati e chiunque abbia voglia di partecipare al confronto. Alla fine dei tre giorni sembra che il senso che anima il nuovo progetto di Renzi sia quello di creare un partito che sappia rispondere alla complessità dei fenomeni di cui si è parlato. Un progetto simile non può pertanto essere svincolato dalla corrente che lo sostiene.

Questo è altresì il motivo per cui, nonostante l’affluenza, si è scelto di ospitare ugualmente l’evento all’interno della stazione, avendo questa un valore fortemente simbolico per quella che Renzi ha definito, volutamente, la sua famiglia. Questa dicitura è rassicurante soprattutto per chi, come me, non sente di assomigliare a molti dei futuri iscritti di Italia Viva. Chiunque abbia voglia di contribuire può partecipare ad un progetto che consente a ciascuno di farsi utile proprio grazie a quel che ci caratterizza e ci distingue.

Dunque sì, la Leopolda è stato un evento di partito, ma di un partito appena nato, di cui ancora non si può valutare né l’operato, né tantomeno la riuscita. Però si può certamente dire che, per come è stata pensata, la Leopolda è stata un successo. L’idea a cui la direzione si è ispirata è quella di una politica che vuole trasformare in concretezza il desiderio di fare e che sente la responsabilità di rendere questo desiderio attuabile. Affrontando il futuro, riscoprendo la possibilità di cogliere occasioni positive, senza farsi guidare dal pregiudizio.


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