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Città deserte per il lockdown

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Qualche giorno fa, nel corso di un suo intervento al Bundestag, Angela Merkel si è rivolta direttamente al popolo tedesco, mostrandosi visibilmente accorata. La cancelliera tedesca ha tenuto infatti un discorso di forte impatto rispetto alle nuove misure di contrasto all’epidemia e nel parlare si è espressa in termini per lei inconsueti, addirittura trattenendo le lacrime.

Chiedendo una maggiore cura nel mantenere le distanze di sicurezza durante le festività natalizie, le parole della Merkel sono state “Mi dispiace, mi dispiace dal profondo del mio cuore, ma se il prezzo che dobbiamo pagare è quello di avere 590 morti al giorno, allora non è accettabile“. Era il nove dicembre.

Da allora il numero dei morti in Germania ha raggiunto livelli fino ad ora mai toccati ed il Governo ha optato per una soluzione drastica, scegliendo tempestivamente un lockdown duro anche nei giorni di festa. In Inghilterra, dove i numeri sono meno allarmanti, già da settimane si conoscono i termini della cosiddetta “Christmas Bubble”; ai cittadini inglesi è stata infatti data la possibilità di riunirsi fino a 6 persone di due nuclei familiari non conviventi – formando una vera a propria “bolla” che darà la possibilità di riunirsi a Natale (esclusivamente in case private o luoghi aperti) come una singola famiglia.

Seppure inusuale rispetto ad un Natale convenzionale, quello della Gran Bretagna sarà certamente meno duro di quello tedesco. In tutto il mondo i veri governi hanno dovuto stabilire un piano “di Natale”, in base alle singole esigenze, per evitare che il periodo di festa si trasformi in una nuova circostanza di incremento dei contagi. Confrontare le misure adottate dai diversi paesi è tuttavia possibile per via di un tratto comune semplicissimo; che tali misure esistono.

Prima del DL di venerdì 18 dicembre, a meno di una settimana dalla Vigilia, i giornali titolavano ancora di “riunioni in corso” e “ipotesi probabili” rispetto ai provvedimenti che il Governo italiano avrebbe dovuto stabilire per i giorni di festa.  Se la cancelliera tedesca addirittura si scusa con i cittadini, nel nostro Paese non pare che il Governo provi alcuna mortificazione nel lasciare – quasi fino all’ultimo – allo sbando la gestione sociosanitaria. Un consiglio dei Ministri che viene convocato a pochi giorni di distanza dalle festività sembra l’ennesima prova che, nel gestire questa pandemia, la classe politica italiana si è dimostrata non solo impreparata ed approssimativa, ma soprattutto irrispettosa.

È inaccettabile che l’importanza delle feste sia solo strumentale a fini di consenso elettorale, venendo chiamata in causa solo qualora Palazzo Chigi si arroghi il merito di aver “salvato il Natale”. In linea di principio, o per buone intenzioni, ma senza tuttavia sapere come farlo. Se alcuni capi di stato addirittura di commuovono pensando alla drammaticità del momento storico, quantomeno ne riconoscono la gravità, mentre in Italia il Presidente del Consiglio spesso si dimentica finanche di ricordare i morti. Ma se il paragone umano è suscettibile della prospettiva di chi giudica, certamente la trasparenza e l’efficienza di una gestione governativa sono criteri valutativi più solidi.

Non si tratta nemmeno di essere o meno in disaccordo con le decisioni dello Stato, ma di conoscere quali siano a lungo termine. Linee guida generiche, indiscrezioni imprecise, la totale mancanza di un piano solido per contrastare l’epidemia, sono stati forse gli unici punti coerenti e costanti del Governo italiano durante questa pandemia.

Mancare di prendere decisioni risolutive, nel momento in cui adottarne di sbagliate significherebbe una catastrofe non solo economica ma soprattutto sanitaria, significa non avere alcun rispetto per i sacrifici che il Paese ha fatto, a livello umano ed economico, durante tutti questi mesi. Il Governo dovrà forse pagare le conseguenze non solo della scelta di adottare le ennesime mezze misure – per non subire lo scontento dell’opinione pubblica – ma soprattutto del ritardo con cui le ha stabilite. 

Nel suo discorso il Presidente Conte non ha spiegato l’adozione dei nuovi provvedimenti facendo riferimento ai dati sanitari, ma in nome delle festività, come se la vera difficoltà non fosse gestire una pandemia, ma salvaguardare pochi giorni di festa. L’ultimo DL è tanto confuso da sembrare incomprensibile ai cittadini, e la caoticità che lo contraddistingue forse è data dalla fretta con cui tali provvedimenti sono stati presi. Nel suo discorso la Merkel ha detto “Cosa diremo in futuro, guardandoci indietro, se non saremo stati in grado di trovare una soluzione rispetto a tre giorni mentre è in corso un evento epocale?”.

Forse l’entusiasmo di fine anno ha offuscato la reale percezione del rischio, ma la grave situazione sociale, economica e sanitaria in cui ci troviamo non si risanerà in modo spontaneo con l’inizio dell’anno nuovo. Speriamo solo che affidarsi a Babbo Natale sia il modo con cui il Governo risponde alle lettere dei bambini e non, piuttosto, una concreta strategia politica.


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