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Secondo un’indagine dell’Istat, nel 2013 circa tredici milioni di persone dai quindici anni in su risultano avere limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi. Complessivamente si tratta del 25,5% della popolazione residente di pari età. Per queste persone l’interazione tra condizioni di salute e fattori ambientali può tradursi in restrizioni dell’inclusione sociale. Il 13,0% delle persone con limitazioni, invalidità o cronicità gravi ha difficoltà a usare i mezzi pubblici a causa di barriere ambientali. La quota raggiunge il 29,6% tra chi ha limitazioni funzionali gravi. Il 17,0% delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi dichiara di avere difficoltà per motivi di salute a incontrare amici o parenti e il 22,1% a svolgere attività nel tempo libero.

Nonostante queste cifre, l’Italia ha ancora molta strada da fare per essere un Paese accogliente per tutti, che garantisca i servizi necessari e permetta a ogni cittadino di poter condurre uno stile di vita autonomo e soddisfacente. Chi ha una condizione di disabilità fa ancora fatica a concepire una vita sociale e personale priva di limitazioni, eppure le loro voci sono spesso assenti dai media più popolari. Per questo motivo, è stato realizzato un documentario per portare avanti le voci di chi rientra in questa categoria. “Voci” non a caso, perché si tratta di un radio documentario che verrà trasmesso in tre puntate su Rai Radio Tre, il 2 dicembre, il 4 e il 5 dicembre. Il titolo è “Tutto normale. Un altro sguardo sulla disabilità” e alle 19 e 50, nel programma di radio documentari “Tre Soldi” si potranno ascoltare una serie di storie ed esperienze, per raccontare il mondo della disabilità tra passato e presente. Spiccherà, tra tutte, la voce di Giampiero Griffo- attento animatore del movimento delle persone con disabilità a livello nazionale e internazionale e da gennaio nuovo coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatore nazionale sulla condizione delle persone con disabilità- ma anche tante voci generazionali diverse che hanno voluto condividere la loro esperienza.
A ideare e promuovere questo radio documentario è stata una ragazza di ventinove anni, Enrichetta Alimena, che con questo progetto ha realizzato il suo sogno e dato seguito a un’idea che aveva già parzialmente esposto nella sua tesi di laurea magistrale in Storia contemporanea, dal titolo: Storia del movimento delle persone con disabilità motoria negli anni Settanta.
Il suo interesse per l’argomento si incentra soprattutto sul tema dell’accessibilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche che in molti casi impediscono alle persone disabili di integrarsi nella società e di godere di un grado di vita ugualmente soddisfacente rispetto agli altri cittadini.
«La questione dell’accessibilità, in realtà, è antica» mi racconta «La prima legge in materia di invalidità civile risale al 1971, ma ancora oggi vi sono molte difficoltà e problemi. Per esempio, ci sono molti servizi per chi prende aerei e treni, che permettono di viaggiare in comodità, ma ancora adesso rappresenta un grosso impedimento per me prendere un pullman di linea. Un mezzo che ancora non è stato attrezzato per le persone con limiti motori». E continua: «Altri impedimenti sono rappresentati dalle scale o, ancora, dalla manutenzione stradale. E sto parlando solo della disabilità motoria, ma vi sono ostacoli anche per chi presenta disabilità sensoriali o intellettive e lì il discorso è diverso».

Interessata alle politiche comunitarie, il suo attivismo l’ha resa protagonista di diversi dibattiti e convegni riguardanti il tema della disabilità motoria, che le sta particolarmente a cuore. Per l’evento Speakers’ corner tenutosi a Cosenza, organizzato dal CASCo- Comitato Area Storica Cosenza in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è intervenuta con una breve ma intensa riflessione sul corpo delle donne e delle persone che presentano una condizione di disabilità motoria, un corpo che la società guarda come a un elemento di disturbo «brutto, difettoso, invisibile», dice.

Enrichetta vive personalmente una condizione di disabilità motoria dalla nascita e presenta anche un difetto visivo che le impedisce di prendere la patente- simbolo e, di fatto, elemento emancipatorio nella società- cosa che fa sì che debba affidarsi forzatamente ai servizi dei trasporti pubblici, oltre che all’aiuto di amici e familiari.
Questi limiti tuttavia non le hanno impedito di viaggiare e partecipare a numerosi progetti in Italia e all’estero; ha preso parte all’evento Europe Cube Innovation a Roma e al progetto Erasmus Plus dell’Associazione Ceipes a Cannakale, in Turchia. La sua voce autorevole in materia l’ha portata ad ampliare il discorso sulla disabilità, concentrandosi anche su tematiche molto dibattute, che ancora adesso dividono. Come ospite di “La nuda verità”, il programma radiofonico di Maria Antonietta Coscioni- dell’omonima Associazione Coscioni- aveva parzialmente affrontato il tema della sessualità, poi approfondito durante il convegno “Lovability” in cui si è trattato l’argomento dell’assistente sessuale. Tra le relatrici, vi era la stessa Maria Antonietta Coscioni ed Enrichetta, col suo intervento, porta il tema in una dimensione relazionale: «per chi ha una condizione di disabilità risulta difficile uscire di casa, figurarsi riuscire a intrecciare relazioni che possano portare ad avere una vita sessuale soddisfacente, si rende necessaria prima di tutto una politica globale che operi in tal senso».
Una società moderna deve permettere a chiunque, in egual modo, di godere dei propri diritti sociali. Sostenere le cause delle persone in condizioni di disabilità può migliorare molto l’ambiente in cui viviamo, e il sostegno parte ascoltando le loro voci, prestando attenzione alle loro esigenze e facendosi raccontare le loro esperienze senza ignorare o sottovalutare le loro problematiche, affinché i loro corpi e le loro voci non siano più invisibili.


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