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Carla Ruocco

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Un’operazione verità a cui nessuno potrà dire di no. Un’indagine conoscitiva per mettere finalmente un punto alla  girandola di numeri tirati in ballo quando si parla di autonomia, di fabbisogni standard, di trasferimento di denaro. È la proposta di Carla Ruocco, esponente del Movimento 5 stelle e presidentessa della Commissione Finanze della Camera dei Deputati.

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«Serve un’operazione verità. Prima bisogna portare tutto ai nastri di partenza, ci devono essere numeri condivisi. Solo allora si potrà andare avanti con l’autonomia». 

Di aspetti da chiarire, ce ne sono parecchi. A cominciare dalle cifre dei trasferimenti che partono dallo Stato centrale e raggiungono il Nord e il Sud del Paese. Secondo la ministra degli Affari regionali , Erika Stefani, è il Mezzogiorno a farla da padrone e a ricevere più degli altri, ad esempio in ambito scolastico. I calcoli della Svimez, che tengono conto non solo della spesa dello Stato centrale, ma anche di quella delle regioni, delle province, delle comunità montane, delle aziende controllate dallo Stato, danno un’altra istantanea: emerge un’Italia in cui i numeri presentati dalla Stefani valgono solo il 22,5% dei trasferimenti e in cui il Mezzogiorno, a fronte di una popolazione del 34,3%, riceve appena il 28,3%. Quelli della Stefani sono numeri «non veri» ha assicurato la ministra per il Sud, Barbara lezzi, intervistata da questo giornale. 

L’indagine conoscitiva servirà anche a questo, a «evitare di vedere ministri che vengono in Parlamento e fanno riferimento a un numero piuttosto che a un altro».

 QUALCOSA NON TORNA

 La storiella del Mezzogiorno arricchito  dal Governo centrale comincia a scricchiolare. «Pure mettendoci il carico dell’inefficienza – riflette la presidentessa della Commissione Finanze – perché sarebbe assurdo dire che al Sud tutto fila liscio e che non ci sono pecche amministrative, abbiamo una parte del Paese che è sempre più ricca e l’altra che è sempre più povera. Com’è possibile se il Nord conferisce fiumi di denaro al Sud? Pur volendo metterci il carico dell’inefficienza, della corruzione, dello spreco, comunque non ci siamo. Non è solo una questione di divario, nel Mezzogiorno c’è una  contrazione continua. 

È chiaro che alla base di tutto c’è un calcolo sbagliato, dei criteri sbagliati»

Criteri come quelli della spesa pubblica, il meccanismo perverso secondo cui «chi non ha avuto soldi per gli asili nido, non li avrà mai». È il caso di comuni come Riccia, Casoria, Altamura, dove la spesa per questo servizio è zero: «Lo ha detto anche la Ragioneria di Stato, un meccanismo del genere è incostituzionale» ribadisce Ruocco. Eppure queste evidenze non bastano a cancellare l’immagine di un’Italia in cui è sempre il Nord a rimetterci. Vedi alla voce “residui fiscali” . 

«Anche in medicina funziona così – è l’esempio di Ruocco – se noi abbiamo un set di esami e ne leggiamo solo uno, è chiaro che non abbiamo il quadro clinico completo. Anche quando di parla di perequazione non si può tenere conto dei soli residui fiscali (ndr. la differenza fra le entrate e le spese su un determinato territorio)».

I TEMPI E I TEMI

 Una tabella di marcia precisa ancora non c’è, ma la proposta all’Ufficio di presidenza della Camera, calcio d’inizio dell’iter per avviare un’indagine conoscitiva, potrebbe arrivare fra questa e la prossima settimana. 

«I punti su cui verterà l’indagine dovranno essere elaborati nei prossimi giorni, l’intenzione è fare emergere soprattutto la situazione fiscale e quindi correlarla ai trasferimenti che vengono destinati. In modo da incidere sui Lep (i livelli essenziali delle prestazioni) e sull’attuazione della legge Calderoli (che stabilisce il passaggio dal criterio della spesa storica a quello dei fabbisogni standard)». 

La Commissione sarà chiamata a discutere pubblicamente di questi temi, con l’ausilio di tutte le parti in causa: docenti universitari, Ragioneria dello Stato, Ministero per il Sud e Ministero per gli Affari regionali. «I dossier pubblicati dal Quotidiano del Sud saranno diffusi in Commissione e sarà chiamato a conferire anche chi la pensa in modo totalmente diverso».

MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE

I lavori si concluderanno con una relazione che dovrebbe diventare il punto di partenza per i successivi lavori parlamentari. Fin qui il futuro, ma per il passato? Per i 61 miliardi che ogni anno sono stati portati dal Sud al Nord grazie a un’iniqua distribuzione della spesa cosa si farà? È possibile pensare a una restituzione? «Sicuramente si chiederà di porre rimedio, anche non spetta alla Commissione decidere. Certo, nessuno vuole fare la guerra termonucleare, ma serve chiarezza. 

Poi, al massimo, si potrà dire che è stato il  Mezzogiorno a fare uno sconto e  non si potrà più farlo passare per un parassita». 

La presidentessa non ha dubbi, la sua proposta avrà l’ok di maggioranza e opposizione: «Se la commissione non approvasse sarebbe come dire: “Io non voglio sapere la verità”. Nessuno può dire di no a un’operazione verità. Qua si gioca con la pelle delle persone, dei bambini. In prima battuta con quella dei cittadini del Sud, ma l’Italia è un Paese unito. Questo è un danno per tutti».  


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