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Mezzi pubblici affollati in Lombardia

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Il problema è che in Lombardia, oggi, è più difficile trovare i pirla che il vaccino. Te li trovi ancora in giro, gli ultimi giapponesi dell’idiozia sociale: girellano, tentano di giocare a palla nei parchi rimasti aperti, ne approfittano per fare romantiche passeggiate col partner, scorrazzano in bici sull’argine del Naviglio, portano per l’ennesima volta in giro il cane dalla vescica sfiancata a furia di fare pipì.

È ufficiale. Il 40% dei lombardi non se ne sta in casa, violando tutte le ordinanze in merito alla quarantena da Coronavirus.

L’IRA DI FONTANA

Sicché, ecco l’incazzatura del governatore della Regione, Attilio Fontana: «Amici, io lo sto dicendo in modo educato, ma fra un po’ bisognerà cambiare il tono perché se non lo capite con le buone bisogna essere un po’ più aggressivi anche nel farvelo capire. Non vi stiamo chiedendo un sacrificio così, ma per salvare delle vite umane. Ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri».

La Lombardia, da qualche giorno, sta sfruttando, in accordo con le principali compagnie telefoniche, un sistema di analisi degli spostamenti “da cella a cella”. E’ vero, c’è stato un crollo verticale degli spostamenti dal 100% al 50% tra il 20 febbraio e l’1 marzo; ma il 40% della popolazione ha compiuto movimenti oltre i 300 metri, nonostante i divieti e gli appelli a non uscire di casa per limitare la diffusione del contagio.

«Rispettate i divieti. Per adesso ve lo chiediamo con la consueta tranquillità, ma se si dovesse andare avanti, chiederemo al governo anche le maniere forti», annuncia Fontana spazientito. E ha perfettamente ragione.

In Italia su più di un milione di persone controllate ne sono state denunciate 43mila. La grande maggioranza delle denunce riguarda cittadini che hanno infranto l’articolo 650 del Codice penale, non avendo rispettato un provvedimento dell’autorità: sono cioè stati trovati in giro senza motivazioni valide. A Milano i numeri segnalano che gli stessi cittadini, colti evidentemente da fibrillazione per inattività forzata, considerano la normativa d’emergenza come una sorta di arresto domiciliare dal quale tentare astutamente la fuga: sono state, infatti, ben 5.123 le persone controllate fino a mercoledì mattina in provincia per contrastare la diffusione del Coronavirus, 292 quelle denunciate per la violazione della norma di cui sopra (mancata osservanza dei provvedimenti dell’Autorità).

Per falsa attestazione o dichiarazione a Pubblico ufficiale e false dichiarazioni sull’identità o su qualità personali proprie o di altri sono fioccate invece le denunce per 14 fermati. Sono 4.329 gli esercizi pubblici controllati e sei i gestori denunciati. E sono 3 le attività che sono state sospese. Per ora.

IL SINDACO ESASPERATO

Il picco del menefreghismo e della sfacciata noncuranza si è avuto però nella solitamente rigorosa provincia. A Crema il sindaco Monica Bonaldi risulta la più esasperata d’Italia: «Mi viene evidenziato che nelle ore centrali della giornata, a Crema e nel circondario, è un carnevale di persone che passeggiano lungo il Canale, lungo il Serio, in ogni dove. E spesso poi fanno allegre comitive e chiassosi capannelli. Ovviamente senza il rispetto minimo delle distanze e spesso senza mascherine».

I CASI SURREALI

Per non dire delle linee delle metropolitane cittadine, zeppe di mezzanini e di utenti che – specie la mattina presto e dopo le 18, il cosiddetto drive time – non mantengono la distanza di sicurezza. In più, con un senso delle privacy estremamente mitigato in forza dell’emergenza, da giorni le telecamere piazzate dappertutto registrano volti di gente a spasso, spesso in posti assai lontani dal proprio luogo di residenza (altra violazione del decreto, derogabile, come al solito solo «spostamenti per pochissimi e comprovati motivi, nella propria zona e per un tempo limitato»).
Il caso più assurdo è stato quello di una cinese di 40 anni, in teoria agli arresti domiciliari per spaccio di droga, arrestata dai carabinieri nel cuore del quartiere milanese di Chinatown. Agli uomini dell’Arma ha risposto tranquilla: «Ero solo uscita a comprare le sigarette…». Ma il surreale è un tema costante nella vita vissuta di questi giorni.

LE PENE

Le continue violazioni, oggi, prevedono pene che vanno dalla multa da 206 euro in su fino all’arresto immediato. Ma porteranno, probabilmente, a una stretta sulle libere uscite. Si cambieranno i moduli di autocertificazione (le persone dovranno dichiarare di non essere in quarantena, se si mente la denuncia è di procurata epidemia, non uno scherzo); si chiederà la presenza dell’esercito per i controlli più serrati; e si aumenteranno le corse nei metrò, dato che, riducendoli, sono aumentati gli “assembramenti”.

Il ministro degli Interni è pronta, i cittadini forse ancora non del tutto…


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