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Domenico Arcuri, al centro delle critiche

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NON ci siamo proprio. L’aiuto garantito dalla Protezione Civile alle Regioni del Sud è ancora insufficiente, in alcuni casi offensivo. Vediamo i numeri in continuo aggiornamento: dei dispositivi inviati se ne contano oltre 3 milioni in Campania, 2 milioni in Sicilia, 900mila in Abruzzo, 865 in Calabria, 570mila in Basilicata, 260mila in Molise, ma il caso più clamoroso riguarda la Puglia (1 milione e 200mila i prodotti spediti, di cui 32 ventilatori e 1 milione di mascherine di vario tipo a fronte dei 5 milioni del Piemonte che non è messo malissimo come Lombardia ed Emilia-Romagna.

Proprio lì, come segnalato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è scoppiato il problema dei ventilatori bloccati alla dogana di Roma. «Di sicuro non possono essere quelli che la Protezione Civile ha acquisito per la distribuzione dal sistema sanitario nazionale. Ma sembrerebbe trattarsi di ventilatori acquistati da privati per poi essere donati al sistema sanitario», ha spiegato il direttore del Dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro.

Il motivo di questo stop? Le donazioni di strumentazione sanitaria fatte da privati sono fermate alla dogana su disposizione del commissario di governo, Domenico Arcuri, al quale la legge consente di requisirle. Per esempio, il carico acquistato da un imprenditore di Taranto e destinato agli ospedali pugliesi è fermo a Ciampino, dove la Dogana ha bloccato tutto, per una successiva consegna alla Protezione civile. E solo quest’ultima – sempre più vittima della burocrazia, come conferma la notizia del commissario Angelo Borrelli di aver ricevuto 98 milioni di donazioni e di averne spesi appena 8 – deciderà dove andranno a finire i ventilatori o le mascherine o l’altra strumentazione salva-vita. Potrebbe arrivare in Puglia oppure in uno degli ospedali del Nord, flagellato dal Coronavirus.

Per ora tra Regioni meridionali e Stato centrale c’è la tregua, ma il clima è tesissimo.

Insomma, al Sud il contenimento continua a funzionare ma non si sa fino a quando.

A lanciare l’ennesimo appello a non rompere le righe è il governatore campano Vincenzo De Luca. «Rivolgo il mio appello al Governo nazionale perché confermi in maniera chiara e forte l’obbligo per tutti di rimanere a casa, salvo che per l’acquisto di beni alimentari o di medicinali. Se in un quartiere escono cinquecento genitori con bambini al seguito, chi controlla il distanziamento di almeno un metro tra genitore e genitore, fra bambino e bambino? Chi controlla che la passeggiata avvenga nelle vicinanze dell’abitazione? Chi controlla che l’uscita duri un’ora e non una mattinata? Non oso neanche immaginare quello che succederebbe in queste condizioni, nel fine settimana di Pasqua. Sarebbe come dare il via libera a tutti: una tragedia».

I numeri complessivi di ieri sono in media. I contagiati positivi sono arrivati a 80.572. L’incremento di persone attualmente positive è di 2.937 persone (nuovi casi 4.782). I decessi sono stati 727, portando il totale a 13155 mentre i guariti ora sono 16.847 (1118 nuovi).


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