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Pasquale Tridico

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Sulla cassa integrazione i conti non tornano. E non solo nelle tasche dei lavoratori, ancora vuote per molti più di quelli conteggiati dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nell’ultimo report diffuso davanti alle telecamere di Rai Tre. Non tornano nemmeno tra le stanze dell’istituto: secondo il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, Guglielmo Loy, i lavoratori che non hanno preso l’assegno Cig superano di gran lunga i 25mila cui ha fatto riferimento il presidente. Per il Consiglio di vigilanza a non avere ricevuto nulla, nemmeno una risposta negativa, potrebbero essere fino a un milione di lavoratori.

LA POLEMICA SULLE CIFRE

Facciamo ordine: secondo l’Inps, lato presidenza, fino al 17 giugno le persone che non hanno mai ricevuto alcun pagamento sono 25.768, sulle domande presentate entro il 31 maggio. Per quelle consegnate oltre questa data, sono in attesa dell’assegno in 356.939, “che tuttavia – sottolineano dall’Istituto – hanno già ricevuto almeno un pagamento riferito a integrazioni mensili di periodi precedenti” – quindi, in qualche modo dei privilegiati, pare si voglia argomentare – mentre sono 108.590 quelli che non hanno mai visto un euro, che sommati ai “sospesi” conteggiati fino a maggio arrivano a 134.358.

Ben altri numeri rispetto al milione di esclusi considerati da Loy, secondo cui la differenza tra le domande presentate e quelle autorizzate o respinte è di 81 mila: se si considera che ogni azienda ha in media 10 dipendenti, ha spiegato, si arriva a oltre 800 mila lavoratori, che si aggiungono ai 134 mila indicati da Tridico.

TUTTE LE GAFFE DI TRIDICO

Insomma, ancora una volta il presidente dell’Inps finisce al centro di un pasticcio.

Il primo aprile con il fatidico click day per il bonus di 600 euro agli autonomi: all’ora “x” si ritrovano in tantissimi sul sito, per il timore di non riuscire a “conquistare” l’una tantum per via delle informazioni a dir poco confuse date dallo stesso presidente che aveva parlato di un plafond limitato. Il sito va in crash, con tanto di violazione di dati personali. Il garante della Privacy accende un faro sulla vicenda. Tridico chiama in causa gli hacker. Un flop completo.

Poi, nel tentativo di smarcarsi dalle critiche sui ritardi nell’erogazione della Cig commette due “leggerezze“, indica nel 12 giugno la data in cui tutte le richieste sarebbero state pagate, e punta il dito contro le aziende che, secondo lui, avrebbero già potuto riaprire i battenti ma, grazie agli aiuti statali, non lo fanno: «Stiamo sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo. Per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena e il mercato riparta come prima». Scoppia il putiferio e lui è praticamente costretto a chiedere scusa sul giornale di Confindustria. E comunque il 12 giugno restavano ancora 420mila assegni da pagare e di Tridico nemmeno l’ombra per una settimana. Di questi giorni la battaglia interna sui numeri.

I NUMERI DELLE AZIENDE

I racconti dei singoli lavoratori e delle aziende che da marzo combattono con la Cig avvalorano la “tesi” della Vigilanza. Alcuni imprenditori si sono fatti carico dei ritardi dell’Inps e hanno anticipato l’assegno ai propri dipendenti. Ma con i fatturati azzerati nei mesi del lockdown, hanno potuto farlo in pochi. Le tensioni tra i lavoratori in difficoltà montano. E in questo clima, suona ancor più stridente la notizia delle vacanze a Giannutri della direttrice dell’istituto.

«I nostri dati non si allineano con quelli diffusi dall’Inps – dice Stefano Di Niola, segretario della Cna di Roma – E’ arrivato l’assegno di marzo, per qualcuno di aprile, ma a maggio nulla. Viviamo una situazione di estrema tensione, e a Roma in modo particolare, le aziende sono in difficoltà estrema, i lavoratori allo stremo. Un dato su tutti: nella capitale ci sono oltre duemila alberghi, un albergo vale come un’industria perché alcuni arrivano ad avere anche 400 dipendenti. L’imprenditore può anticipare qualcosa, ma dopo un po’ non ce la fa più. Nel turismo e nella ristorazione la situazione è gravissima, anche perché queste imprese non riescono ad ottenere né la riduzione dei canoni di affitto, né il credito dalle banche». «Se ci saranno ancora ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori, le aziende non reggeranno, non saranno in grado di sostenere i costi dei lavoratori che non occupano – afferma Silvio Moretti, direttore del Servizio sindacale della Fipe – Confcommercio – Questi pasticci sui numeri anche all’interno dell’Inps non aiutano. Gli imprenditori e i lavoratori hanno bisogno di certezze. Il Governo ora ci dica chiaramente se la Cig verrà prorogata perché se non cade il divieto di licenziare, con fatturati che sono il 10% o il 30%, per chi è andata meglio, rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno, sarà difficile andare avanti».


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