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Dalila Nesci

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«Il rilancio della Calabria passa attraverso il superamento degli stereotipi che hanno contribuito a comprometterne lo sviluppo, mettendo in fuga intere generazioni di cittadini. Il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che coinvolgerà l’intera regione, interessando tutti i suoi 404 comuni, è l’occasione per creare le condizioni per il miglioramento della vita economica e sociale della regione. Ma serve l’impegno di tutti».

Dalila Nesci, sottosegretaria per il Sud, coordina il tavolo per il Contratto di sviluppo per la regione che ieri ha inaugurato i lavori, alla presenza della ministra Mara Carfagna e – in video collegamento – dei rappresentanti dei ministeri coinvolti, della Regione, delle province e dei comuni capoluogo, Invitalia e l’Agenzia per la coesione territoriale.

Grazie a questo strumento sarà possibile accelerare l’attuazione di interventi considerati strategici, contando su procedure semplificate. Come verranno selezionati i progetti?
«Il Contratto di sviluppo coinvolgerà tutte le istituzioni: Regione, Comuni, Province, Comunità montane, Enti parco. Sarà una sfida di collaborazione istituzionale. Ognuno si farà promotore dei progetti che vengono direttamente dal territorio – non calati dall’alto, quindi – progetti che nell’ambito delle scelte ordinarie non trovano spazio e possono averlo ora proprio grazie al Cis. Si tratta di interventi di rigenerazione urbana, per l’ambiente e la valorizzazione delle risorse naturali, per il recupero dei beni artistici e culturali, progetti per promuovere il turismo enogastronomico, sportivo e religioso, valorizzare la cultura delle minoranze linguistiche che risiedono sul territorio. A questi si accompagnano anche interventi per i trasporti e la mobilità sostenibile qualora siano complementari ai progetti ammessi al finanziamento. Abbiamo privilegiato degli ambiti che generalmente hanno più difficoltà di finanziamento».

Qual è l’ambizione del Cis Calabria?
«Lo abbiamo denominato “Svelare bellezza”, affidandogli quindi il compito di declinare il concetto di bellezza nell’ottica dello sviluppo del territorio, già bello e ricco di suo, ma che ha bisogno di una spinta in più, eliminando brutture ed errori amministrati. Finanziare questi progetti significa svelare la bellezza lì dove è stata oscurata».

Quali sono i criteri premianti e quando potrebbe partire il Cis?
«Intanto la sostenibilità ambientale e la coerenza con gli ambiti indicati. Saranno poi ammessi alla selezione progetti con un valore non inferiore a un milione di euro, che siano già “maturi”, ovvero possono essere cantierabili in breve tempo, e verranno privilegiati quelli che aggregano più comuni. Per quanto riguarda la tempistica, entro dicembre si svolgerà il confronto con le amministrazioni coinvolte per la valutazione dei progetti presentati da Comuni ed Enti locali, a febbraio dovremmo avere la delibera Cipes e la vera e propria sottoscrizione del Cis che “apre” i cantieri».

Di che dote dispone il Cis Calabria?
«Le risorse derivano dal Fondo di sviluppo e coesione, ma c’è la possibilità di integrarle con i fondi dei ministeri e della Regione Calabria, per cui definiremo la dote del Cis una volta che avremo selezionato i progetti».

Quali sono le ricadute attese sul territorio?
«L’obiettivo è generare occupazione di lungo periodo: se riqualifichiamo borghi, parchi o porzioni di territorio in via trasversale riusciamo a impattare sul livello sociale e occupazionale, promuovendo, ad esempio turismo di qualità. Ma vogliamo anche creare le condizione perché sempre più luoghi della Calabria possano essere fruiti dal territorio stesso, rimuovendo gli ostacoli legati alla difficile viabilità o alla miopia amministrativa che non ne ha consentito la valorizzazione o la messa in sicurezza».

Intanto c’è anche il Pnrr da mettere a terra e questo vuol dire superare gli ostacoli legati alle carenze amministrative e alla bassa performance di spesa degli enti locali meridionali.
«I tagli imposti dall’austerità hanno indebolito gli enti locali. Con i concorsi – l’ultimo per l’assunzione di 2.022 funzionari da impiegare nelle Regioni del Mezzogiorno è partito negli scorsi giorni – stiamo rafforzando gli uffici. Mentre è previsto un supporto tecnico-amministrativo per la progettazione e l’attuazione dei progetti».

Perché nonostante le sue tante eccellenze – pensiamo, ad esempio all’Unical che ha il primato europeo dell’intelligenza artificiale – la Calabria non è finora riuscita a capovolgere la prospettiva di declino e ingranare la marcia del rilancio?
«Ci sono due aspetti da considerare: intanto le infiltrazioni della criminalità organizzata riducono gli spazi di un’imprenditoria libera e fa alzare i “costi” del fare impresa a queste latitudini. Ma oltre a questo i calabresi pagano il non avere potuto contare, anche a livello nazionale, su rappresentanti adeguati alle sfide poste da un territorio così complesso. È arrivato il momento di voltare pagina e serve la partecipazione di tutti, delle istituzioni e della comunità. Ognuno deve fare la propria parte».


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