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Un momento del corteo

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«Voi la malattia e noi la cura», «Voi il G20 e noi il futuro» e «Insorgiamo». Sono gli striscioni che hanno aperto il corteo partito da piazzale Ostiense, a Roma, organizzato mentre alla Nuvola dell’Eur c’è il G20, il primo che si svolge in Italia e il primo in presenza in oltre due anni.

«Siamo qui perché c’è una catastrofe da fermare, ma è una catastrofe con nomi e cognomi ben precisi». E’ una delle dichiarazioni dei manifestanti del Climate Camp. Prima di andare al ministero i dimostranti avevano bloccato il traffico su via Cristoforo Colombo.

Tensioni e proteste hanno animato il sabato “caldo” della capitale, nel primo giorno del summit a Roma con i venti (Argentina, Australia, Brasile, Gran Bretagna, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sudafrica, Arabia saudita, Corea del Sud, Turchia, Stati Uniti, Unione Europea).

E’ terminata comunque senza incidenti la prima giornata del G20. A Roma la macchina della sicurezza – messa a punto da Viminale, questura, prefettura e intelligence, con un ingente dispiegamento di uomini e mezzi – finora ha funzionato perfettamente. Verso le 18 è tornato pacificamente ad Ostiense, da dove era partito poco dopo le 15, il corteo contro il G20: presenti 5mila persone, un numero inferiore rispetto alle 10mila presenze annunciate dagli organizzatori.

Un insieme eterogeneo di realtà: dai centri sociali ai sindacati, dalle delegazioni dei lavoratori di Gkn, Ilva, Alitalia e Whirlpool ai movimenti studenteschi, come ‘Rete degli Studenti Medi’ che da settimane chiede un tavolo con il prefetto per le criticità della scuola. Presente anche il movimento ambientalista internazionale ‘Fridays for future’ con l’obiettivo di chiedere «la convergenza delle lotte per la giustizia climatica, sociale e di genere per la dignità delle persone e del lavoro, per liberare il mondo da armi, muri, razzismi e fascismi, per la rivoluzione della cura» e gli attivisti di ‘Climate Camp’ che, prima di andare a protestare davanti al Mite, stamattina avevano bloccato il traffico su via Cristoforo Colombo.

La situazione, tuttavia, è rimasta tranquilla e sotto controllo per tutta la durata dell’evento, costantemente presidiato da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine. In piazza San Giovanni, si è tenuto un sit-in con circa 300 persone organizzato dal partito comunista, “Comitato 27 Febbraio”, Patria Socialista, «contro il governo Draghi» e le misure economiche e sociali finora varate. Decisioni che «colpiscono i lavoratori con i licenziamenti per le delocalizzazioni o per il Green pass».


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