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A quattro mesi dalla chiusura la scuola prova a ripartire, con lezioni in presenza, in quello che rappresenterà probabilmente il suo anno più complesso dall’inizio della storia repubblicana. Semaforo verde, dunque, a patto che si rispettino le regole inserite nel protocollo di sicurezza firmato ieri dalla ministra Lucia Azzolina e dai sindacati di categoria, predisposto per limitare il rischio contagio fra le mura degli istituti.

In un post su Facebook la titolare dell’Istruzione ha parlato di accordo importante «che contiene le misure da adottare per garantire la tutela della salute di studentesse, studenti e personale, ma anche impegni che guardano al futuro e al miglioramento della scuola come il contrasto delle classi cosiddette ‘pollaio’, una battaglia che porto avanti da tempo e che rappresenta per me una priorità».

Su questo le linee guida, però, non intervengono in modo puntuale, semplicemente impegnando le parti (dicastero e sindacati) a lavorare “ai fini dell’incremento delle risorse destinate al sistema nazionale di istruzione e formazione, con investimenti che consentano di intervenire sul fenomeno del sovraffollamento delle classi”.

La novità è rappresentata dall’help desk, attivo dal 24 agosto dal lunedì al sabato, pensato per raccogliere quesiti e segnalazioni sull’applicazione delle misure di sicurezza.  Ci sarà, poi, un Tavolo nazionale permanente per gestire le criticità e monitorare l’andamento della situazione.

Quanto alle misure vere e proprie, la loro osservanza è rimessa alla responsabilità di scuole e famiglie. In caso di febbre superiore a 37,5 gradi o di altri sintomi influenzali lo studente dovrà restare in casa. Si dovranno poi chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria. Con le medesime condizioni di salute sussiste il divieto di permanere negli edifici scolastici, anche se dovessero insorgere dopo l’ingresso.

Lo stesso vale per chi provenga da zone a rischio o abbia avuto contatti con persone risultate positive al virus nei 14 giorni precedenti. In assenza di ulteriori specifiche preoccupa il margine di discrezionalità con cui si può essere estromessi dalla frequenza, ad esempio in presenza di un naso gocciolante, evenienza piuttosto comune con gli alunni più piccoli che rischierebbero di saltare la scuola per periodi piuttosto lunghi.

Se compaiono sintomi riconducibili al Covid, il soggetto interessato sarà isolato e inviato a domicilio, dove seguirà il percorso medico previsto. Nessuna quarantena obbligatoria per tutta la classe in caso di positività di una persona. Sarà il Dipartimento di prevenzione territoriale competente a decidere.

Vengono ribaditi gli obblighi di distanziamento e del rispetto delle regole di igiene. Ingressi e uscite saranno poi differenziati per evitare assembramenti. Sarà contingentato l’accesso ai locali da parte di visitatori ed esterni, genitori compresi. Chi in passato sia risultato positivo al Covid19 sarà riammesso solo previa comunicazione di una certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione”.

E ancora, sarà necessario assicurare la pulizia giornaliera e l’igienizzazione periodica di tutti gli ambienti. Verrà, infine, istituito un sistema di raccordo tra sistema scolastico e Ssn per attivare un efficace sistema contact tracing e dare risposte immediata in caso di criticità. Regole e tensioni quotidiane saranno foriere di un notevole stress psicologico che si andrà ad aggiungere a quello fisiologico dell’ambiente scuola. Sulla base di un’apposita convenzione fra Miur e Consiglio nazionale degli psicologi, saranno dunque promosse attività di sostegno per far fronte a situazioni di insicurezza, timore di contagio, difficoltà di concentrazione, condizione di isolamento vissuta.


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