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il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi

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È tra le sei missioni del PNRR Italia, a sua volta coerente con i sei pilastri del NGEU.

ISTRUZIONE E RICERCA

Investimento complessivo 31, 9 miliardi di euro, ossia il 17% delle risorse totali del PNRR, con una quota per il Sud del 45,7% pari a 14,63 mld – tornerebbero in primo piano. Quello che ci si aspetta – e l’entità degli stanziamenti, oltre che la scelta delle azioni, farebbe ben sperare – è che la rinascita di un settore così strategico per una crescita di lungo periodo possa fondarsi finalmente su una decisa presa in carico del Mezzogiorno.

La parte del territorio che da anni – per mancati investimenti in scuola, asili nido e università – inchioda l’Italia agli ultimi posti delle classiche europee e non solo.

Il rafforzamento del sistema educativo dovrà garantire innanzitutto il raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni ed il rilancio del patrimonio materiale ed immateriale della scuola e dell’università. Rispetto al quale le singole voci destinatarie degli investimenti sono inequivocabili non solo dell’abbandono cronico del settore, ma soprattutto della “segregazione regionale” (la definizione è delle Nazioni Unite) in cui il Sud è stato sprofondato ancor di più negli ultimi dieci anni di spesa storica. Invertire la rotta significa riunificare il Paese e riunificarlo non solo da un punto di vista culturale, ma anche del lavoro, del reddito e persino della salute. Ambiti direttamente condizionati dal livello e dalla qualità dell’offerta formativa.

La prima voce del capitolo istruzione – miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione – disporrà di 11,01 miliardi e riguarderà anche i servizi all’infanzia, il tempo pieno, la riduzione di divari territoriali della scuola secondaria e la formazione professionale.

ASILI NIDO, MATERNE E SERVIZI DI EDUCAZIONE E CURA PER LA PRIMA INFANZIA

L’intervento complessivo su questa azione per 4,6 miliardi di euro riconosce – nei fatti – non solo la centralità di servizi di supporto alla famiglia ed all’occupazione giovanile e femminile, ma anche il percorso formativo complessivo delle giovani generazioni come loro diritto fondamentale, dal momento che il sistema integrato 0-6 anni fa parte a tutti gli effetti dei percorsi educativi di competenza del Ministero dell’Istruzione.

La “presa in carico” da parte del PNRR degli asili nido e dei servizi all’infanzia è – come tutte le altre azioni – rappresentativa delle disparità territoriali, dal momento che sono nell’ultimo decennio la spesa per i nidi ha registrato una media di 88 euro l’anno per un bambino residente in Calabria e di 2.209 euro l’anno nella Provincia Autonoma di Trento. E che, al contrario, è necessario assicurare entro il 2023 – in tutte le regioni – l’accesso ai servizi all’infanzia nella percentuale del 33% richiesta dall’Europa. Un miliardo in più andrà anche al piano di estensione del tempo pieno e mense.

DOCENTI: RECLUTAMENTO E FORMAZIONE

Su questa voce l’investimento sarà di 0,83 miliardi di euro e riguarderà la formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo. Recuperando, anche in questo caso, il gap Nord/Sud in termini di precariato e di alunni da seguire (10 in più per ogni insegnante di Calabria, Campania e Puglia). Insieme, sarà potenziata la didattica digitale integrata e la formazione del personale scolastico. Ridisegnate quindi le procedure concorsuali per l’immissione nei ruoli del personale docente e per affrontare il cronico mismatching territoriale.

L’obiettivo: coprire con regolarità le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022. La voce “Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione del personale scolastico” accelererà la trasformazione digitale dell’organizzazione scolastica, attraverso un polo di coordinamento sull’educazione digitale promosso dal Ministero dell’istruzione. Coinvolte circa 650.000 persone tra docenti e personale scolastico e oltre 8.000 istituzioni educative.

La terza azione, quella sull’ampliamento delle competenze e sul potenziamento delle infrastrutture, avrà una dotazione complessiva di 7,60 miliardi. Tra gli investimenti-chiave, l’adeguamento digitale e la sicurezza degli edifici.

SCUOLA 4.0 ED EDILIZIA SCOLASTICA

La voce digitale – con 2, 1 miliardi di euro – prevede un patrimonio scolastico che arrivi a disporre di istituti e spazi moderni, cablati e orientati all’innovazione grazie anche ad aule didattiche di nuova concezione. Un piano in grado di raggiungere tutti le regioni ed i territori del Paese e di realizzare concretamente il diritto all’istruzione per tutti i cittadini.

La perdita di apprendimento emersa sotto emergenza sanitaria evidenzia del resto debolezze di vecchia data, che hanno impedito non solo nell’ultimo anno di dad, ma da almeno dieci anni, pari opportunità di frequenza e formazione effettiva, con sperequazioni regionali che hanno finito per rendere doppi i tassi di dispersione scolastica nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese ed “assenti” dai registri elettronici delle scuole del Sud una percentuale molto più alta di ragazzi disabili. Non è un caso che due misure del Piano riguardino la riduzione dei divari territoriali per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno, ed il contrastare dell’abbandono scolastico.

All’edilizia scolastica – altro fronte da sempre drammatico per il Sud Italia – saranno dedicati invece 3,9 miliardi, con un piano di messa in sicurezza e riqualificazione che mira a ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 mq. degli edifici scolastici su tutto il territorio nazionale. Il Piano assicura “particolare attenzione alle aree più svantaggiate con l’obiettivo di contrastare ed eliminare gli squilibri economici e sociali”. Gli interventi – per i quali il Ministero dell’Istruzione gestirà il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria e la cui realizzazione avverrà sotto la responsabilità degli enti Locali proprietari degli edifici scolastici pubblici – dovrà consentire soprattutto il recupero del patrimonio scolastico del Mezzogiorno che, nonostante si trovi quasi completamente nelle aree ad alto ed altissimo rischio sismico, detiene le percentuali più basse di agibilità sismica ed igienico-sanitaria (il 15%, contro il 60% del Nord).

UNIVERSITÀ E RICERCA

Articolate anche le misure in ambito accademico, che favorendo l’accesso all’Università e rendendo più rapido il passaggio al mondo del lavoro, dovrebbero ridurre il divario tra laureati ed occupati, lo stesso che ha prodotto negli anni un abbandono sempre crescente dei laureati più giovani – soprattutto donne – dal Sud al Nord del Paese ed all’estero. L’orientamento attivo nella transizione scuola-università, gli alloggi per studenti e le borse di studio per l’accesso all’università potranno contare su quasi 2 miliardi di euro.


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