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Lo Stato comprerà i bidoni che i clienti del Montepaschi hanno lasciato alla banca. La conferma è arrivata dalla vicepresidente della Commissione e responsabile della concorrenza Margrethe Vestager.
Il titolo di Siena, sugli scudi già in avvio di seduta sulla scorta di indiscrezioni di stampa, ha così archiviato la giornata in Borsa con un +12,88% a 1,31 euro.

«Da quello che possiamo vedere non è un’operazione di aiuti, è stata decisa prima della crisi Covid – ha detto Vestager – siamo in contatto, abbiamo valutato i livelli, e abbiamo dato conforto agli italiani su questa questione».

CHI PAGA

Il complesso dei crediti marci che verranno ceduti ammonta a circa dieci miliardi e, alla fine, da qualunque parte si guardi a pagare saranno i contribuenti.

I finanziamenti finiti in discarica, infatti, verranno acquistati dalla Amco la cui proprietà è totalmente in mani del Tesoro. Si tratta della ex Sga nata, a suoi tempo, per sistemare i problemi del Banco di Napoli.

Ha impiegato una ventina d’anni per fare il suo lavoro, ma alla fine aveva ottenuto anche un piccolo guadagno. Ora viene richiamata in servizio per sistemare la partita del Montepaschi.

Con una bella differenza, però, rispetto al passato: il conto finale sicuramente lo pagherà il contribuente. Lo Stato, infatti, è proprietario sia di Amco sia di Mps, di cui possiede il 68%. Un investimento costato circa otto miliardi che ora, nonostante il gran rialzo di ieri, è ridotto a un miliardo e mezzo.

I RUOLI DI GUALTIERI

Insomma, in questa partita il ministro Gualteri gioca tutte la parti in commedia: come primo azionista di Mps avrà il cappello di venditore. Come proprietario di Amco indosserà quello di compratore.
Insomma, una trattativa davanti allo specchio. Ma sarà anche arbitro: il conto finale verrà spedito negli uffici del fisco per fare il bonifico Insomma tutto si svolgerà nel vecchio stabile di via XX Settembre. Magari sulla scrivania che era stata di Quintino Sella.

Brutta situazione. Il ministro Gualtieri, infatti, dovrà anche decidere a chi andranno profitti e perdite. Un conflitto d’interessi come poche volte in passato. Certo, poi ci saranno consulenti, advisor indipendenti e altri figuranti per garantire la correttezza delle procedure. Ma è solo teatro. La decisione verrà presa da Gualtieri e Conte.

Il governo come azionista di Mps avrà interesse a vendere la discarica al prezzo più alto possibile. Dall’altra parte il governo come proprietario di Amco avrà l’interesse opposto. Cercherà di spuntare il prezzo più basso possibile perché gestire la discarica costa molto.Andrà bonificata e liquidata. Bisognerà prendere contatto con i debitori e vedere chi è disposto a pagare, come e quando. Lavorando con i crediti marci, chiamati anche Npl (Non performing loan) il valore d’acquisto è decisivo per il successo dell’iniziativa.

IL SALVATAGGIO

E allora sarà questo il problema di Gualtieri. Dove andare a collocare la filiera del valore? Sulle azioni Mps o su Amco. È chiaro che se sceglie la prima opzione sarà più facile poi vendere la banca.
Altrimenti dovrà fare due conti. In ogni caso è molto difficile che da tutto questo imbroglio il contribuente esca senza dover versare un contributo.

Basta fare due calcoli. Ogni azione di Mps costa al Tesoro più di sei euro a fronte di un prezzo di Borsa di 1,31 euro. È chiaro che la quotazione, per quanto pompata, non arriverà mai a pareggiare le perdite. Ci sarà sempre un conguaglio da mettere a carico del fisco.

Tanto più che la Commissaria Vestager, fra le condizioni per dare il via libera all’operazione ha messo l’obbligo di privatizzare la banca.

Insomma il salvataggio del governo italiano, con tutta probabilità, si tradurrà in una bella minusvalenza per lo Stato.Esattamente l’opposto di quanto avvenuto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dopo il 2009.

Ma non importa. Il salvataggio di Mps era stata un’operazione ad alta tensione politica. Soprattutto per mettere in sicurezza tanti clienti eccellenti molto cari ai partiti di sinistra. Per decenni, infatti, il gruppo senese è stato un feudo del Pci e dei suoi eredi. Ora toccherà agli italiani pagare il conto.


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