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Salvata la Banca Popolare di Bari, adesso può essere realizzato il progetto più volte sbandierato di un grande istituto al servizio del Mezzogiorno d’Italia. Ieri mattina, il 96% dei soci in assemblea ha votato a favore della trasformazione di Bpb in Spa, ultimo passaggio fondamentale per evitare la liquidazione.

«Siamo particolarmente emozionati dell’approvazione con circa il 96% di voti favorevoli. Questo vuol dire che il progetto è stato pienamente compreso, che la banca continua e che ci sarà una banca nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno», ha commentato a caldo il commissario Antonio Blandini, nominato dal governo lo scorso dicembre per evitare il default della banca.

Quasi 40mila soci sono intervenuti in assemblea, così è stato possibile raggiungere il quorum già in prima convocazione. Il voto degli azionisti ora consente di andare avanti con la manovra finanziaria messa a punto dai commissari, da Mediocredito centrale e dal Fondo interbancario, con l’approvazione di Bankitalia. Banca Popolare di Bari al 31 marzo ha registrato un rosso di oltre 346 milioni nel patrimonio netto: per ricostituirlo e lasciarlo in positivo con 10 milioni, il Fitd verserà circa 312 milioni, dopo aver già versato in conto capitale da fine 2019 circa 310 milioni e 54 milioni in una seconda tranche, di cui poi ha rinunciato alle azioni corrispondenti.

L’aumento del capitale con esclusione del diritto di opzione approvato dall’assemblea sarà di massimo 933.246.586 e sarà offerto a Fitd e Mcc, che lo sottoscriveranno rispettivamente con 503 milioni e con 430 milioni. Nel quadro di un fabbisogno complessivo di 1,6 miliardi di euro, il Fitd ha immesso nell’operazione risorse finanziarie a titolo di copertura delle perdite e di ricostituzione del capitale per l’importo di 1,17 miliardi. Il Fondo interbancario, secondo i piani, cederà le sue azioni al Mediocredito, che prenderà il controllo dell’istituto, al prezzo di 1 euro ad azione.

Subito dopo il via libera dell’assemblea, è stato ratificato anche l’accordo tra Amco e i commissari della Popolare di Bari: Amco acquista 2 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi. ll portafoglio è composto per circa il 60% da posizioni classificate come unlikely to pay (utp) e per la parte rimanente da sofferenze.

Il prezzo complessivo dell’operazione è di circa 500 milioni di euro. L’efficacia della cessione del portafoglio ad Amco è condizionata al verificarsi dell’integrale versamento dell’aumento di capitale di Bpb. Amco è stata assistita nell’operazione dallo studio legale Gianni Origoni, Grippo, Cappelli & Partners in qualità di advisor legale e da PwC in qualità di advisor finanziario.

«C’è stata una partecipazione straordinaria – ha aggiunto Blandini – siamo riusciti a tenere l’assemblea in prima convocazione, ipotesi credo praticamente unica in una banca popolare, con oltre 35mila soci intervenuti in assemblea e che hanno ritenuto di esprimere la propria voce e dare il proprio contributo in questo fondamentale passo di rilancio della banca». Pop Bari vanta 600mila clienti in tutta Italia ma prevalentemente concentrati al Sud, 70mila soci e ben 100mila aziende, a quest’ultime fa riferimento il 60% degli impieghi, circa 6 miliardi di euro.

La banca commissariata possiede quote significative di mercato, sia nella raccolta che negli impieghi, in Puglia, Basilicata, Abruzzo e Calabria, oltre il 10% del totale. In Basilicata Bpb ha il 26% del mercato, in Puglia il 9,7%, in Calabria il 10%. Il nuovo piano industriale presentato dai commissari porterà, però, alla chiusura di 91 delle 291 filiali e all’esubero di 650 dipendenti su 2.700.

Resta il nodo dei risarcimenti ai soci: «Verrà aperto un tavolo di conciliazione e solidarietà, le cui regole verranno decise insieme alle associazioni di azionisti, aperto a tutti coloro i quali non sono destinatari dell’offerta risarcitoria», ha annunciato Blandini. «Al di là della considerazione dei soci dell’aumento di capitale 2014-2015 per i quali è previsto un risarcimento pari a 2,38 euro per azione, il che vuol dire l’ultima quotazione nel mercato HI-MTF, per gli altri azionisti apriamo questo tavolo anche per comprendere se ci sono situazioni particolari di disagio o di interesse che meritano di essere valutate», continua il commissario. «Questa era la prima fase, che è quella di patrimonializzazione della banca, che era una fase propedeutica all’avvio del rilancio della banca stessa. Da ora in poi ci sono tutti i mezzi e tutte le condizioni per dare avvio al rilancio e, quindi, all’implementazione del piano industriale così come è stato definito», aggiunge l’altro commissario, Enrico Ajello.

L’ok dell’assemblea è stato accolto con “grande soddisfazione” dal governo e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri. «L’operazione, effettuata secondo logiche e condizioni coerenti con criteri di mercato, segna una svolta rispetto a un passato sul quale sono in corso i doverosi accertamenti. L’operazione si inquadra in un progetto più ampio di rilancio dell’economia e di sostegno a famiglie e imprese del Mezzogiorno d’Italia, anche attraverso le sinergie e le nuove opportunità offerte dal ruolo di guida che viene assunto dalla Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale e dai vantaggi connessi alla prossimità al territorio e alla conoscenza dello stesso», evidenzia il ministro.


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