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Italiani sempre più poveri alle prese con bonus più di facciata che di sostanza, utili solo a disperdere risorse in mille rivoli. Sei su dieci non andranno in vacanza nonostante i voucher del governo. La politica assistenzialista perseguita finora da Palazzo Chigi comincia a mostrare i suoi limiti. I bonus varati a raffica non solo si stanno rivelando di difficile accesso, e quindi di fatto impraticabili per le numerose condizioni che contengono, ma sono soprattutto uno sperpero di soldi dall’impatto pressoché nullo sull’economia.

Mancano finora strategie di rilancio del mondo produttivo, incentivi ai consumi, carburante ai settori trainanti quali l’immobiliare, l’edilizia, le grandi opere, il turismo. Anzi, alcune misure vanno nella direzione opposta e spaventano il ceto medio con un tesoretto di risparmi in liquidità o investimenti immobiliari.

IL BONUS NONNI

L’ultima trovata, che possiamo annoverare tra le iniziative in grado solo di sprecare risorse, è il bonus nonni. Gli anziani si troveranno in tasca fino a 1.200 euro in più per accudire i nipoti mentre i genitori sono al lavoro. A patto, però, che non risiedano nella stessa abitazione dei bambini. Ci si attende un’esplosione di domande, visto che i nonni baby sitter sono una delle soluzioni più praticate dalle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano: secondo l’Istat questo accade nel 61% dei casi quando il piccolo ha un’età fra i 3 e i 5 anni.

Il Decreto Rilancio ha raddoppiato il voucher iniziale di 600 euro. Unica condizione è che in famiglia non vi sia un altro percettore di aiuto economico perché disoccupato. Non si fa riferimento al reddito del nonno, che potrebbe essere benestante e quindi godrebbe di questa aggiunta alla propria pensione per “il disturbo”.

L’assegno vale fino al 31 luglio 2020. Per accedervi c’è il solito percorso ad alto tasso di burocrazia che funziona da disincentivo per i meno motivati. Innanzitutto i nonni dovranno registrarsi sul sito dell’Inps e per farlo dovranno essere in possesso di Spid, o carta d’identità elettronica o di pin Inps. Se l’Istituto darà risposta positiva, il genitore riceverà il voucher entro 15 giorni sul Libretto di famiglia che va attivato. Ma se entro 15 giorni il genitore non entra nel portafoglio elettronico per visualizzare il bonus, lo perde. Per le baby sitter sono arrivate all’Inps finora 161 mila domande.

IL BONUS VACANZE

Un’altra operazione destinata al fallimento è quella del bonus vacanze. Gli albergatori e i proprietari di bed & breakfast possono aderire in modo volontario, ma si stima che pochi lo faranno. Innanzitutto perché devono subito applicare lo sconto ai clienti (pari all’80% del bonus) e poi attendere il rimborso dallo Stato tramite la formula del tax credit, a sua volta cedibile alle banche.

Difficile che le strutture ricettive, in grande crisi di liquidità, siano disponibili ad accettare questa formula, per soggiorni peraltro brevi. Quello che dovrebbe essere un incentivo al turismo rischia di trasformarsi in un flop. Il voucher non riuscirà ad aiutare coloro che sono stati colpiti duramente dalla crisi del Covid.

Ed è quanto emerge dall’indagine di Noto Sondaggi. Sei italiani su dieci non andranno in vacanza per mancanza di soldi e uno su tre avrà finito i propri risparmi per fine agosto. L’aiuto dei vari bonus si sta rivelando un pannicello caldo oltre a disperdere risorse. Il report dice che l’11% degli intervistati ha già esaurito le riserve personali, il 5% ne ha per un mese e il 12% per altri due. Solo per 4 su 10 la situazione economica non è cambiata. Il 16% ha già registrato mancati ricavi pari ad oltre la metà dei compensi rispetto a quanto riceveva prima del lockdown e un ulteriore 20% lamenta la diminuzione delle proprie entrate di circa il 30%. Questo significa che per 4 italiani su 10 il Coronavirus ha rappresentato una batosta finanziaria importante.

IL TAGLIO DEI CONSUMI

I più colpiti sono stati coloro che avevano un lavoro precario e quindi non possono accedere agli ammortizzatori sociali. Ma anche questi, che pure arrivano in ritardo di mesi, ammontano a circa il 20-30% in meno rispetto allo stipendio pieno. Difficile mandare avanti una famiglia monoreddito a queste condizioni. Oltre 130mila pagamenti di cig sono ancora in stand by.

La mancanza di liquidità ha un impatto drammatico sui consumi. Il 30% degli intervistati del campione dice che avrà difficoltà a pagare mutui, affitti e condominio mentre il 32% è preoccupato di non poter sostenere le spese mediche. La crisi nel portafoglio ha costretto anche a ridurre gli acquisti non alimentari (per il 34%) mentre il 20% rivela di stare attento a quello che mette in tavola.

Non c’è da stupirsi se una delle voci ad essere tagliate per prima siano proprio le vacanze. L’estate dell’anno scorso il 40% degli italiani aveva trascorso almeno una notte fuori casa, ora si stima che sarà solo il 26%. Il 58% ammette che la rinuncia è dettata da motivazioni economiche che prevalgono sulla paura del Covid (il 29%).

A fronte di questo scenario, l’incidenza dei vari bonus, è quasi pari a zero. Lo stesso vale per altre iniziative come i fondi per incentivare l’acquisto di mezzi alternativi a quelli tradizionali, quali biciclette e monopattini, per spostarsi in città. Autobus e tram sono di nuovo pieni e il distanziamento poco rispettato, mentre i monopattini si stanno rivelando un vero pericolo per la sicurezza sulle strade.

Il bonus, oltre a essere inutile è anche difficile da ottenere. Mancano ancora i decreti attuativi, non sono chiare le modalità di utilizzo del voucher, se ci sarà una lista di negozi accreditati e un click day. Insomma, soldi sprecati e con impatto nullo sull’economia delle famiglie.

MISURE SPAURACCHIO

Ci sono poi misure che stanno spaventando chi ha qualche risparmio da parte. È il caso dell’ipotesi di bloccare gli sfratti fino a fine anno. Le morosità nel pagamento dei canoni di locazione stanno aumentando: molte sono giustificate dalla mancanza di liquidità, ma ci sono casi sempre più diffusi di chi invece approfitta della situazione. Il proprietario si trova quindi alle prese con inquilini che non pagano e che non può mandare via e con le tasse da pagare.

L’Imu sulle seconde case non è stata rinviata. Situazione peggiore per gli immobili a uso commerciale. Anche per questi dilagano le morosità e il proprietario non ha nemmeno il vantaggio di poter applicare la tassazione agevolata della cedolare secca, più volte chiesta dalla Confedilizia ma mai accordata.


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