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Il cashback si annuncia come l’ennesima operazione pasticciata e con scarsi risultati. Il progetto del governo che prevede la diminuzione dell’uso del contante a favore di pagamenti con bancomat e carta di credito, è partito con il piede sbagliato.

L’operazione che dovrebbe partire il prossimo 1° dicembre ha ancora i contorni confusi. Eppure l’obiettivo è ambizioso: contrastare l’evasione fiscale e favorire i microconsumi dando una mano agli esercizi commerciali schiacciati dalla crisi del Covid. Il meccanismo del cashback prevede un rimborso per tutti coloro che utilizzeranno pagamenti elettronici con carte di credito, debito, bancomat, pari al 10% su una spesa di oltre 3mila euro annui. Il primo intoppo sull’efficacia del provvedimento è l’esclusione degli acquisti effettuati online. Il bonus varrebbe solo per spese in negozi fisici.

IL MERCATO WEB

Eppure il mercato del web con il Covid ha avuto una crescita esponenziale ed è destinato, stando alle previsioni, ad avere un ritmo di espansione importante. Non è chiaro se il paletto messo dal governo sia dovuto alla difficoltà di tracciare i pagamenti sulle piattaforme internet o se ci sia dietro la strategia di favorire i piccoli esercizi commerciali che sono in una situazione molto difficile proprio per la concorrenza spietata fatta dall’e-commerce. In questo modo però si taglierebbe fuori una fetta di utenti che si sono abituati ai negozi digitali e non intendono tornare sui loro passi.

È un trend che si sta radicando e difficile da contrastare anche a colpi di bonus. La conferma è nelle numerose promozioni effettuati da grandi catene di distribuzione che comunque rimangono uno sportello meno competitivo rispetto al web.

Poi c’è un fattore di scarsa chiarezza, almeno fino ad ora, che non aumenta l’appeal del progetto. Non è chiaro se il bonus sarà cash con accredito diretto sul conto corrente o in altra forma e quali saranno i tempi.

GLI SCAGLIONI

I tecnici del Tesoro stanno anche studiando un sistema di scaglioni cioè concedere un rimborso intorno al 15% per le cifre più ridotte, e mantenere il 10% se si superano i 3.000 euro l’anno. Qualunque siano le varianti del bonus, il meccanismo per ottenerlo è come al solito piuttosto complesso, alla faccia della semplificazione delle procedure spesso promesse dal governo.

Ci si dovrà registrare sull’app IO di Pagopa e abbinare il proprio codice fiscale alla carta di credito che si usa solitamente per comprare o all’app che si utilizza per pagare. Insieme a queste informazioni si dovrà indicare anche il numero di Iban sul quale si vuole ricevere il rimborso, e infine scaricare e attivare il Qr code che dovrà essere esibito al momento dell’acquisto. Dopo aver inserito tutti i dati richiesti e aver scaricato i codici necessari si potrà quindi procedere alla cessione dei propri dati per ottenere in cambio 300 euro l’anno. Il consumatore dovrà pertanto rilasciare tutti i propri dati.

I tecnici del ministero dell’Economia stanno lavorando in gran fretta per consegnare nelle prossime settimane il decreto attuativo in modo da avviare quella lotta all’evasione che si vuole inserire come voce importante nella prossima legge di Bilancio. È un passaggio importante per essere credibili agli occhi di Bruxelles e ottenere con più facilità l’accesso al Recovery fund. Oltre al fatto che, siccome i fondi europei arriveranno a metà del prossimo anno, è importante poter contare sul gettito della lotta all’evasione.

Il nemico numero uno è quindi chi usa i contanti. Poco conta se tra questi si trovano le fasce più “deboli” della popolazione o che semplicemente non hanno dimestichezza con l’uso di strumenti digitali di pagamento.

LE ALTRE MISURE

Il cashback fa parte di un pacchetto di misure messe in campo dal governo per disincentivare il contante e combattere l’evasione. Dal 1° luglio è stato avviato il credito d’imposta del 30% sulle commissioni addebitate ai commercianti e professionisti per le transazioni fatte con carte e bancomat. Un’altra misura di contrasto al cash è l’innalzamento della soglia per i pagamenti contactless senza Pin (dagli attuali 25 euro si salirà a 50 euro, dal 1° gennaio 2021); poi l’abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti da 2.999,99 a 1.999,99 euro fino al 31 dicembre 2021, e dal 1° gennaio 2022 a 999,99 euro.

Infine la lotteria degli scontrini dal 1° gennaio 2021. Il cashback di Stato era già stato previsto nella legge di bilancio 2020, ma non aveva trovato attuazione per la mancanza di accordo dentro la maggioranza su come procedere. Il Covid ha bloccato i lavori. Ora la misura è stata riproposta e rifinanziata, ma rinviando comunque a un decreto del ministero dell’Economia per le modalità attuative.

La norma era stata inizialmente pensata per alcune tipologie di attività, ritenute maggiormente a rischio di evasione: barbieri, parrucchieri, servizi di cura della persona, ristoranti e via dicendo. Ma nella nuova versione i tecnici stanno valutando di estendere l’agevolazione a qualsiasi spesa per acquisti e prestazioni di servizio, purché, come detto, sia fatta in un negozio fisico.


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