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Francesca Puglisi, sottosegretario al ministero del Lavoro

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Reddito di cittadinanza: si cambia. La misura introdotta dal precedente governo a guida giallo-verde non verrà cancellata con un colpo di spugna, come in tanti chiedevano, ma profondamente rivista e corretta.

La distinzione tra sussidio per la povertà e incentivi per riallocarsi al lavoro verrà ampliata. Il nuovo progetto sarà presentato nei primi mesi del prossimo anno e raccoglierà molte delle indicazioni emerse nel confronto tra sindacati e associazioni.

L’idea è ritoccare i punti più deboli di una misura che costa poco meno di 8 miliardi di euro l’anno e non è servita finora a rimettere in moto la complessa macchina dell’occupazione per le figure più fragili.

Francesca Puglisi, sottosegretaria Dem al ministero del Lavoro, già senatrice nel 2013, è cresciuta alla scuola di Romano Prodi. Il rapporto stretto con il Terzo settore, l’impegno nei comitati a sostegno del Professore, la tessera dei Ds e poi quella del Pd.

«Interverremo per introdurre alcune modifiche – spiega – perché questa misura diventi più equa. A partire dal rapporto tra l’assegno che viene erogato e il numero dei minori e disabili che compongono il nucleo familiare».

Qualche numero: l’assegno è stato incassato da 1 milione 304.259 di cosiddetti percettori e a beneficiarne sono state 3 milioni 80.667 persone. Per un reddito medio di 524,44 euro

METÀ DEI BENEFICIARI INABILE AL LAVORO

Alcune regioni del Mezzogiorno sono a rischio povertà. Campania, Sicilia, Calabria sono in coda alla classifica europea. «Abbiamo analizzato i dati – dice Puglisi – La metà dei percettori sono soggetti non più in grado di lavorare, persone da indirizzare ai Comuni perché vengano seguite dai servizi sociali. Questa platea purtroppo si è allargata, c’è l’esigenza di coprire una fascia sempre più larga, Poi c’è l’altra metà, gli attivabili. Parliamo di persone che hanno in media circa 50 anni e sono fuori dal mercato del lavoro anche da dieci e più anni. Hanno un bassissimo titolo di studio, spiace dirlo ma sono persone per le quali neanche Mago Zurlì riuscirebbe a trovare offerte di lavoro».
Che fare, allora? «L’unica strada è la formazione. Va accelerata».

Ceglie Messapica, la cittadina pugliese dove l’attuale ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova (Iv) è nata e ha mosso i suoi primi passi nel sindacato – casualmente la stessa di Rocco Casalino, portavoce del premier – è una delle tante zone agricole dove la frutta è rimasta sotto l’albero per la difficoltà a trovare manodopera.

SOGLIE PIÙ ALTE PER STAGIONALI E FIGLI CHE LAVORANO

La prova di come il reddito di cittadinanza in alcuni casi si sia rivelato un deterrente. Di come una misura nata per dare sollievo possa fare più danni dei pesticidi.
«Trovare un lavoro per persone inattive da tempo – dice la sottosegretaria – non può essere un disincentivo perché magari accettando un’offerta anche per pochi mesi supererebbero la soglia oltre la quale non si avrebbe più diritto al reddito di cittadinanza. Nel decreto Rilancio avevamo già escluso da questa soglia di redditi per i lavori stagionali: cambieremo questo rapporto lavoro/accettazione. Stesso dicasi quando nello stesso nucleo familiare il figlio che trova un lavoro rischia di far perdere l’assegno al padre. Sono tutte situazioni in cui c’è il rischio concreto di alimentare il lavoro nero. Vogliamo correggere questa stortura».

E se si utilizzassero gli 8 miliardi per creare posti di lavoro anziché continuare a seminare mancette qua e là?
«Chi muove questa obiezione non sa quanto le sacche di povertà si sono ampliate. Eravamo i soli in Europa a non averlo ancora. Non ha funzionato per varie ragioni, di certo ha inciso anche il Codiv-19 che ha bloccato le chiamate da marzo a luglio scorso. Ma questo da solo non basta a spiegare il basso numero di offerte di lavoro, circa 220 mila, e la scarsa attivazione dei centri per l’impiego. Faremo in modo che si migliori in futuro l’integrazione pubblico privato, centri per l’impiego e agenzia del lavoro. Si andrà di pari passo con la riforma degli ammortizzatori sociali».

LA RESA DEI CONTI

Si avvicina nel M5S il congresso e dunque anche la resa dei conti. Il tema del reddito di cittadinanza è uno dei più controversi. Da bandiera a feticcio il passaggio è sempre più stretto. Il primo ad ammettere il flop, rompendo una fitta rete di ipocrisie, era stato, proprio da queste colonne, Vincenzo Presutto, senatore e responsabile dell’area economica: «Così com’è non va, ripensiamolo». Frase che deve essergli costata qualcosa, rilanciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Il progetto di inserimento nel mondo del lavoro ci vede ancora indietro, ho già avuto due incontri con i ministri competenti, dobbiamo completare questo altro polo, e riorganizzare anche una sorta di network per offrire un processo di formazione e riqualificazione ai lavoratori».

Infine, i navigator: dal prossimo anno dovranno darsi da fare anche loro per riuscire a trovare un lavoro. Il loro contratto scade ad aprile 2021 e, come tutti gli altri, d ovranno partecipare ai bandi e dunque ai concorsi per un posto nei centri dell’impiego. Quando si dice il gatto che si morde la coda.


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