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Alitalia parlerà americano o tedesco. Da sola, infatti non è in condizioni di volare come hanno chiaramente dichiarato ieri in Parlamento i vertici della società. Le condizioni imposte dalla Ue imporranno rapidamente l’intervento di un colosso internazionale. In pole position ci sono Delta e Lufthansa. I due gruppi si sono fatti avanti più volte. Erano le due offerte migliori fino ad un anno e mezzo fa quando Luigi Di Maio, ancora ministro dello Sviluppo Economico e Danilo Toninelli, titolare dei trasporti avevano immaginato un improbabile matrimonio con il gruppo Ferrovie dello Stato.

Doveva nascere un ircocervo che viaggiava un po’ su ferro e un po’ per aria. Ovviamente non se n’era fatto nulla. Era rimasto il commissario finanziato dai prestiti ponte (circa 1,3 miliardi a partire dal 2017). Ora però serve il salto di parametro con la nascita di Ita. Senza l’aiuto di americani o tedeschi, però gli aerei della vecchia compagnia di bandiera resteranno a terra.

Il Covid, infatti, si è abbattuto in modo “devastante” sui conti di Alitalia. Tanto più che rocede a rilento l’approvazione dei ristori da parte della Commissione europea, con la compagnia ancora in attesa di ricevere l’ultima tranche degli aiuti. Bruxelles “ha richiesto tempi difficilmente compatibili con quelle che sono le esigenze di cassa della societa'”, ha detto il Commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, in una video audizione presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio alla Camera, facendo il punto, insieme al direttore generale, Giancarlo Zeni, sull’anno scorso e sul 2021.

Il commissario ha sottolineato che nel caso di Alitalia, essendo un’azienda già in crisi, la Commissione ha cambiato in corsa “il criterio selettivo di determinazione del danno” e ciò ha comportato dei ritardi. Secondo il Dl Rilancio di maggio del governo, per Alitalia erano previsti 350 milioni di euro di ristori, legati all’emergenza, ma la compagnia ha dovuto fare la stima della “quantificazione del danno”, impiegando quattro mesi, per dimostrare a Bruxelles di aver diritto a quei fondi. Quindi solo a fine settembre è stata approvata da Bruxelles la prima tranche, pari a 200 milioni, a fine dicembre è stato dato il via libera alla seconda tranche per 73 milioni ed ora si attende la terza tranche di 77 milioni.

Soldi che servono anche per pagare gli stipendi dei lavoratori dopo che il 2020 si è chiuso con un crollo di passeggeri e ricavi a causa della pandemia. “Il Covid ha avuto un impatto dirompente su Alitalia”, ha detto Leogrande, illustrando che il numero totale dei passeggeri trasportati nel 2020 è precipitato del 70% a 6,314 milioni da 21,293 milioni del 2019, ma “all’interno di questi sei milioni, 2,8 milioni hanno volato nel mese di gennaio e febbraio, quindi prima dell’avvento del Covid”, ha precisato il commissario, ricordando che nei mesi di aprile e maggio il calo dei passeggeri è stato rispettivamente del 97% e 95%.

“Poi c’è stata una leggera ripresa nel periodo estivo ma a novembre e dicembre, con la seconda ondata, si è registrato di nuovo un calo del 90% e dell’85% dei passeggeri trasportati”, ha aggiunto. Dati che si sono tradotti in una flessione dei ricavi da passeggeri del 78% a 590 milioni da 2,673 miliardi dell’anno precedente, ha fatto presente Zeni, precisando che anche i ricavi si sono concentrati soprattutto nei primi due mesi dell’anno con più di 320 milioni di euro. E purtroppo pure il 2021 si presenta “molto complesso”, con previsioni per un calo “della domanda di viaggio di oltre l’80%”, ha indicato il direttore generale Zeni. Per cui Leogrande ha auspicato “un’assoluta accelerazione” sul piano di cessione per “consentire la prosecuzione dell’attivita’ d’impresa” e far decollare la nuova Alitalia-Ita.

La Fnta, che comprende i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, sottolinea in una nota che il governo deve “garantire” la continuita’ aziendale ed “il mantenimento dei posti di lavoro”.

Nel suo intervento Leogrande ha tenuto, infine, a ricordare che “Alitalia non si è mai tirata indietro di fronte alle esigenze del Paese, nel momento più critico del Paese”. Infatti “ad aprile, a maggio, a giugno era l’unica compagnia che volava in Italia, era l’unica compagnia che si metteva la mascherina e andava a fare il suo dovere per sostenere le altre istituzioni” del Paese. Ora però toccherà a tedeschi o americani gettare il salvagente. Altrimenti gli aerei italiani non si staccheranno mai dal suolo.


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