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Palazzo Chigi

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Il governo cerca la sintesi sul decreto Sostegni che, salvo sorprese, approderà in Consiglio dei ministri venerdì. Ieri il premier Mario Draghi ha riunito a Palazzo Chigi i ministri di tutte le forze di maggioranza: due ore di vertice per stringere sul provvedimento e sciogliere i nodi ancora sul tavolo. Mentre oggi i ministri dell’Economia e per i Rapporti con il Parlamento, Daniele Franco e Federico D’Incà, si confronteranno con i capigruppo di Camera e Senato.

Per parare i colpi del Covid al sistema produttivo, sostenere lavoratori, imprese e famiglie, il governo ha a disposizione i 32 miliardi dello scostamento di bilancio approvato dal Parlamento a gennaio. Le risorse sono già tutte impegnate sui diversi capitoli che compongono il decreto che si annuncia corposo, ma snello in modo che le misure siano immediatamente operative.

E il premier ha già annunciato l’intenzione di chiedere alle Camere un nuovo scostamento: la cifra oscilla tra i 15 e i 20 miliardi, ma c’è chi tra i partiti di governo ne ritiene necessari almeno 30. Le restrizioni imposte dall’ultimo decreto Covid e la frenata sulla campagna vaccinale dovuta allo stop alle dosi di Astrazeneca segnano una nuovo battuta d’arresto per il sistema economico. Secondo Coldiretti, ogni giorno di ritardo sulle vaccinazioni costa in media all’Italia oltre 350 milioni in mancati consumi, con un drammatico effetto a valanga sull’occupazione.

All’elenco dei danni fornito quotidianamente dalle diverse associazioni di categoria, ieri Confartigianato ha aggiunto i suoi, con il 32% delle imprese a rischio sopravvivenza. I sindacati dal canto loro chiedono di estendere il blocco dei licenziamenti fino al termine dell’emergenza. Le richieste continuano ad essere tante, tra queste l’estensione del bonus baby sitter e dei congedi parentali che il decreto Covid ha previsto solo per chi non ha lo smart working e particolari categorie di lavoratori.

Sul tavolo questioni ancora aperte: tra lei più dibattute tra i partiti la cancellazione delle cartelle esattoriali risalenti al periodo 2000-2015, il dirottamento sui ristori delle risorse destinate al cashback, ma anche la copertura dei costi fissi delle aziende. L’impianto del provvedimento sembra comunque definito, al premier il compito di sigillare l’accordo politico intorno al tavolo a cui si sono seduti ieri Andrea Orlando per il Pd, Stefano Patuanelli per il M5S, Renato Brunetta per FI, Giancarlo Giorgetti per la Lega, Elena Bonetti per Iv e Roberto Speranza per Leu.

Il pacchetto più pesante contiene gli indennizzi a fondo perduto per le imprese e le partite Iva per circa 12 miliardi, con un fondo ad hoc per la filiera del turismo di montagna. Cancellati i codici Ateco che avevano escluso molte filiere produttive, gli aiuti andranno a una platea composta da circa 2.800 attività produttive – tra cui 800mila professionisti – con fatturati fino a 10mila euro e che nel 2020 abbiano registrato una riduzione dei ricavi del 33% rispetto al 2019.

Su questa base si dovrebbe calcolare la perdita media mensile, e la base su cui applicare la percentuale di ristoro dovrebbero essere poi due mensilità. «Entro il 30 aprile tutti avranno i soldi sul conto corrente», ha assicurato Claudio Durigon, sottosegretario al Mef. Il coinvolgimento della Sogei nell’erogazione dovrebbe contribuire ad accorciare i tempi.

Vale 10 miliardi il capitolo dedicato al lavoro: oltre al rinnovo delle indennità per i lavoratori stagionali e dello sport, comprende la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per le imprese che hanno la cassa integrazione ordinaria, mentre per le altre si estende fino alla fine di ottobre. La Cig verrà rifinanziata e si accompagnerà al blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per chi ha gli ammortizzatori ordinari e fino a ottobre per tutti gli altri.

Sarà poi prorogata la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Per il reddito di cittadinanza si prevede lo stanziamento di un altro miliardo e la possibilità di sospendere l’assegno per chi trova lavoro, senza decadere dal beneficio quindi dal beneficio, e riattivarlo in caso lo si sia perso. Tre mesi in più per il reddito di emergenza e una platea più ampia. Alla sanità sono destinati sei miliardi, di cui 5 per implementare il piano vaccini.

Sul piano fiscale, oltre al rinvio delle scadenze fiscali c’è la cancellazione delle cartelle esattoriali: la soglia dei 5mila euro potrebbe essere il punto di caduta, la Lega confida nel Parlamento per alzare l’asticella fino a 10mila. Leu e il Pd, cui si sono aggiunti i sindacati, sono contrari a quello che considerano un condono mascherato. L’intervento fino a 5mila euro coinvolgerebbe circa 60 milioni di cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2015 attualmente giacenti nel magazzino dell’Agenzia delle entrate, crediti difficilmente esigibili. Circa altri 3 miliardi, poi, dovrebbero servire per dare ossigeno ad enti locali e trasporto pubblico locale, con le casse vuote.


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