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Luca Zaia, presidente della Regione Veneto

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Lega bifronte a Nordest. In Veneto ha approvato l’altra sera (con i voti anche del Pd) una mozione a favore di un piano regionale di resilienza con la richiesta di cambiare il piano Recovery del governo Conte, che per due terzi prevedeva fondi per il Meridione. In Friuli Venezia Giulia, invece, inneggia all’unità d’Italia e all’essere “uniti nelle diversità da Nord a Sud”.

Non possono non colpire le due diverse posizioni assunte dallo stesso partito in due realtà dove si trova al governo regionale.

A Venezia sono state discusse tre mozioni relative alle proposte per il Recovery Fund. La prima della Lega di Luca Zaia, la seconda di Verdi-M5S, la terza del Pd. Sulla mozione della Lega, pur con qualche distinguo, sono confluiti i voti del Pd, che in cambio ha avuto dalla Lega il sostegno per far approvare la propria mozione. La proposta della giunta regionale punta su 155 progetti, per un valore di 25 miliardi di euro.

Il Quotidiano del Sud ne ha analizzato a suo tempo i contenuti, visto che si tratta di un libro dei sogni che equivale al 12 per cento dell’ammontare dei finanziamenti europei per il rilancio dell’Italia. Troppo per pensare che una regione possa portarseli a casa, visto che il Recovery individua anche finalità globali. In questo contenitore c’è davvero di tutto: ospedali, infrastrutture, strade, idrovie e perfino alcune opere (come la pista di bob) per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Contenuti a parte, hanno colpito le motivazioni anti-meridionaliste di leghisti e Fratelli d’Italia. La mozione di maggioranza era presentata da Alberto Villanova, capogruppo in consiglio regionale della Lista Zaia Presidente. 

«Il precedente Governo aveva affrontato questa battaglia facendo errori macroscopici: aveva del tutto tagliato fuori Regioni ed enti locali, contravvenendo apertamente a quelle che erano le direttive di Bruxelles. Aveva operato una suddivisione ingiusta delle risorse, concentrandole per i due terzi al Sud Italia».

Ecco il tarlo per i leghisti veneti, troppi soldi al Sud. «Al nuovo premier Draghi chiediamo di porre rimedio a questi errori, di tornare indietro su quello che era stato uno schiaffo alla parte produttiva del Paese, di inserire benzina nel vero motore del Paese, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna».

Chi più è ricco non deve ricevere di meno. «Lasciare al margine queste tre grandi regioni, sarebbe una scelta davvero miope.  Chiediamo di investire in progetti concreti, perché il Veneto è terra di fatti, e non di parole. Chiediamo che il Veneto abbia dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza quanto gli spetta, perché fino ad ora ha dimostrato di saper non solo spendere i fondi assegnati, ma di saperli investire nel migliore dei modi».

Posizione-fotocopia per Giuseppe Pan, capogruppo Lega Salvini Premier. «Sarà fondamentale investire questi fondi nel migliore dei modi.  Sappiamo tutti quale è il male principale della nostra Italia: la burocrazia, l’eccessiva lentezza e macchinosità dei nostri ministeri. Se Roma pensa di poter gestire una quantità di fondi come questa senza coinvolgere le Regioni, sbaglia di grosso.

Ed è anche sbagliato, come aveva fatto il premier Conte, concentrare la stragrande maggioranza delle risorse al Sud». La convinzione di Pan è granitica: «Dobbiamo dimostrarci all’altezza di questi fondi, dobbiamo dimostrare di saperli investire. Ma conosciamo purtroppo tutti la capacità di spesa del Mezzogiorno. Solo che la Regione Puglia ha restituito 90 milioni dell’ultimo Piano di sviluppo rurale europeo, proprio perché non è stata capace di investirli».

Ma c’è qualcuno che si è spinto ancor più in là. Non un leghista, ma un consigliere di Fratelli d’Italia-Giorgia Meloni. Enoch Soranzo ha detto: «Il territorio  merita un riparto dei fondi proporzionale al nostro PIL regionale». Chi più ha, più deve continuare ad avere.

«Visto che la nostra regione contribuisce per il 10% del PIL nazionale, se ne riconosca il merito e si ripensi un PNRR ove troppe risorse del Recovery Fund sono già state ipotizzate per il Sud Italia». FdI ha anche punzecchiato la Lega. «Oggi siede in Consiglio dei Ministri: ci aspettiamo non una via privilegiata, ma un riconoscimento concreto che per il Veneto si traduce nell’avere la benzina per tornare a correre in termini di rilancio dell’economia».

Qualcuno, nel Pd, ha alzato la testa, Vanessa Camani: «La denuncia di un Nord penalizzato nelle scelte per favorire il Sud è in contrasto con l’europeismo che deve ispirare questa pianificazione».

I leghisti friulani hanno detto qualcosa di molto diverso.  Il gruppo regionale, in occasione del 160 anniversario dell’Unità d’Italia, ha dichiarato: «Riscoprire il nostro essere comunità, uniti nelle diversità da Nord a Sud, è una necessità quanto mai stringente per affrontare la drammatica situazione di emergenza causata dalla pandemia. Stiamo affrontando un’emergenza sanitaria senza precedenti, con pesantissime ripercussioni anche di natura economica, finanziaria e sociale. Dunque, ricordare l’Unità nazionale significa mantenere vivi quei valori di solidarietà, di fratellanza e di spirito di sacrificio che serviranno per costruire l’Italia del domani».


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