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SEMPLIFICAZIONE e trasparenza con l’individuazione dei responsabili delle singole opere. Sono questi i cardini intorno ai quali è costruita la governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui Il Quotidiano del Sud è venuto in possesso. Si tratta ancora di una bozza denominata “Disposizioni urgenti in materia di accelerazione degli investimenti pubblici”. Ci stanno lavorando i ministeri maggiormente coinvolti come Economia e Infrastrutture insieme agli uffici di Palazzo Chigi dove sarà collocata la cabina di regia. Sarà il vero motore di tutto l’operazione visto che raccoglierà tutti i pareri e le autorizzazioni che preludono l’apertura dei cantieri. Ne faranno parte anche i rappresentanti dell’Anac e della Corte dei Conti per rendere i controlli più veloci garantendone ovviamente l’efficienza.

Solo così sarà possibile avere tempi certi dimezzandoli rispetto agli attuali. In diversi casi le scadenze vengono portate al limite estremo dei 30 giorni. I tempi si stringono saltando molti dei passaggi che precedono l’apertura di un cantiere. Una procedura che può durare fino a trenta mesi rimpallando le responsabilità fra i diversi uffici. Il modello cui ispirarsi è il Ponte Morandi. Un progetto non facilmente replicabile ma che punta a limitare tempi e competenze dei diversi ministeri puntando ad un responsabile del progetto cui fare riferimento.

La nomina dei primi 29 commissari destinati a diventare 55 sarà lo spartito determinante. Per questa ragione verrà consentito all’impresa di fare il progetto esecutivo. Possibilità di commissariare la stazione appaltante se non rispetta i tempi. Recita la Relazione Illustrativa: «Se dovessero emergere nell’esecuzione dei contratti gravi deviazioni dagli obiettivi fissati dal governo, gravi irregolarità gestionali o rilevanti ritardi» la Corte dei Conti «previo contraddittorio con la stazione appaltante» deve segnalare il problema al governo che può arrivare alla nomina di un commissario straordinario. In generale il piano evidenzia che sin dall’inizio della pandemia da Covid-19 è stata sentita l’esigenza di velocizzare le procedure negli appalti pubblici spingendo a cambiare alcuni pezzi del Decreto-Sblocca-cantieri e dare piena attuazione alle disposizioni del Decreto Semplificazioni. L’aveva approvato il governo Conte la scorsa estate senza però occuparsi delle circolari attuative. Il risultato era stato devastante: le vecchie leggi (a cominciare dal Codice degli Appalti) veniva ampiamente derogato.

Tuttavia le nuove disposizioni non erano state definite provocando un effetto “boomerang”. I lavori, anziché, assumere un passo più rapido, si sono bloccati. La paura di sbagliare è diventata paralizzante considerata l’incombenza delle Procure. Nel Piano il dinamismo viene associato all’esigenza di non indebolire il sistema dei controlli, per evitare che la criminalità approfitti delle risorse pubbliche messe in campo per il rilancio dell’economia. Da qui il ruolo centrale affidato all’Anac. Per le verifiche antimafia riguardanti l’affidamento e l’esecuzione dei contratti pubblici si procede mediante il rilascio di un’informativa liberatoria provvisoria che consente di stipulare, approvare o autorizzare i contratti e subcontratti relativi a lavori, servizi e forniture sotto condizione risolutiva, ferme restando le ulteriori verifiche ai fini del rilascio della documentazione antimafia, che devono completarsi entro sessanta giorni.

La rapidità, infatti, è il filo conduttore di tutto il Piano. «In ogni caso-recita il testo che andrà all’esame del consiglio dei ministri- alla conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto partecipa anche l’affidatario che provvede, ove necessario, ad adeguare il progetto senza che ciò comporti il riconoscimento di compensi aggiuntivi».

Gli obiettivi sono chiari: incentivazione degli investimenti pubblici e di contrasto alle ricadute economiche negative a seguito dell’emergenza sanitaria globale. Serve una spinta verso la massima efficienza della spesa pubblica imponendo alle stazioni appaltanti l’obbligo di iniettare, con la massima urgenza, liquidità nel sistema produttivo grazie al tempestivo affidamento e alla sollecita esecuzione dei lavori, nel rispetto di tempi contingentati e perentori e attraverso procedure semplificate. Nella Relazione Illustrativa è descritta una tendenziale riconfigurazione del rapporto tra urgenze dell’economia e principi dell’ordinamento: «L’interesse nazionale alla sollecita aggiudicazione ed esecuzione dei contratti pubblici» mediante la previsione di termini massimi per la conclusione delle procedure, e di una serie di misure che puntano a contrastare l’inerzia e le condotte omissive ingiustificate della Pubblica amministrazione. Significa da un lato, l’alleggerimento della responsabilità erariale dei dipendenti pubblici che agiscono entro i termini previsti (da qui la necessità di un riforma della giustizia che riveda la previsione sull’abuso d’ufficio).

Dall’altro, sanzioni e aggravamento della responsabilità per quelli che sospendono o rallentano l’aggiudicazione e l’esecuzione delle opere pubbliche. Una novità che punta a limitare il potere di veto che, fino a questo momento è stato dominante. Per esempio sui lavori compresi fra 50 e 100 milioni le competenze dei Provveditorati alle opere pubbliche vengono limitate. Sotto la soglia di 50 milioni completamente escluse. È solo un esempio ma è indicativo del cambiamento.


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