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Ora o mai più. Per l’agroalimentare del Sud questa è davvero l’ultima occasione per cogliere tutte le opportunità e diventare il settore trainante dell’economia meridionale.

Le condizioni ci sono tutte: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) innanzitutto. Ma subito disponibile c’è un altro strumento che ha ottenuto ieri il via libera dalla Camera.

Si tratta del Fondo complementare al Pnrr che destina ai contratti di filiera e di distretto dell’agroalimentare 1,2 miliardi fino al 2026. Una chance che il Mezzogiorno non può perdere. L’intervento non è nuovo e infatti il regime di aiuti ha già ottenuto il via libera da Bruxelles, ma la novità è che va a incastonarsi nella nuova strategia europea del Green deal e del Farm to Fork che rende prioritario il rispetto del requisito della sostenibilità ambientale ed economica.

Il 25% delle risorse è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche italiane. Una condizione che offre un margine di azione all’agricoltura meridionale superiore rispetto al resto d’Italia. La produzione biologica made in Italy si concentra infatti in Sicilia (oltre 370mila ettari), Puglia (266mila ettari) e Calabria (208mila ettari). In quest’ultima regione un campo su tre è bio, mentre in Sicilia si sfiora il 26%, ma percentuali a due cifre si rilevano anche in Puglia (20,7%), Basilicata (21%) e Campania (13,1%).

«Attraverso i Contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo – spiega  Giuseppe L’Abbate, esponente M5S della Commissione agricoltura della Camera ed ex sottosegretario al ministero delle Politiche agricole – il sistema produttivo del Sud potrà finalmente superare la frammentazione aziendale, gli elevati costi operativi, la scarsa integrazione con la rete di distribuzione e con il comparto di trasformazione che purtroppo lo caratterizzano».

Sarà un’opportunità per rafforzare l’anello debole della filiera e cioè le imprese agricole.  L’Abbate cita il caso delle ciliegie, che negli ultimi anni sono state segnate da crisi profonde. Sperare in prezzi alti non è realistico, mentre occorre fronteggiare volatilità dei mercati e soprattutto la concorrenza. Ora è il tempo delle ciliegie, ma la stessa situazione si è creata in inverno con le arance e le clementine della Calabria e della Sicilia.

«L’unico modo per stare sul mercato – spiega L’Abbate – è dare valore aggiunto, favorendo le filiere e la riduzione dei costi dall’energia alle infrastrutture e la logistica». Un’altra novità è l’aver inserito la pesca nelle filiere e nei distretti da sostenere e anche in questo caso c’è molto spazio per il rilancio delle marinerie del Sud, dalla Calabria alla Sicilia.

Soprattutto in una fase in cui si registra un balzo delle importazioni di pesce straniero. A lanciare l’Sos per la flotta tricolore è la Coldiretti che denuncia un aumento degli acquisti di pesce estero dell’8% in quantità nei primi tre mesi del 2021. Il risultato è che negli ultimi 35 anni sono scomparse 4 imbarcazioni su 10 con effetti devastanti sull’economia e l’occupazione.

Nuovi investimenti nelle filiere possono rappresentare dunque il vero cambio di passo. L’intervento poi corre parallelo con il Pnrr e da quest’ultimo trae linfa per superare il gap logistico. Non basta produrre, infatti, occorre anche vendere e velocemente. Per il potenziamento delle strutture logistiche finalizzate all’agroalimentari sono disponibili 800 milioni.

«Questi fondi – spiega L’Abbate -serviranno a ridurre l’impatto ambientale del sistema dei trasporti, a migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime per preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive, a potenziare le capacità di esportazione e la logistica dei mercati».

Secondo il parlamentare tra i progetti da mettere subito in cantiere c’è l’aeroporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, per il quale era stato già avviato uno studio di fattibilità. È un aeroporto a vocazione cargo che con un’adeguata attrezzatura può rispondere alle esigenze soprattutto del comparto ortofrutticolo meridionale e aprire nuove opportunità commerciali in particolare verso l’area dei paesi arabi. «Se con un compasso immaginario puntiamo l’ago su Grottaglie è possibile coprire un raggio di 200 km e veicolare fino al 70% dell’ortofrutta italiana. Potrebbe essere possibile – sottolinea L’Abbate – raccogliere la mattina e la sera portare i nostri prodotti sulle tavole di Dubai».

Il valore della produzione lorda vendibile dell’ortofrutta italiana è di circa 11,8 miliardi, pari al 23,5% del valore totale prodotto dall’agricoltura italiana con il 50% della Plv ortofrutticola concentrato in cinque regioni del Sud (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata), dove operano più di 170 mila imprese. Con una struttura aeroportuale specializzata si taglierebbero tempi e costi dei trasporti per vendere frutta fresca, ma anche di quarta gamma, latticini, fiori, piante e pesce, nei grandi mercati della penisola saudita e del Nord Europa.

Non resta dunque che partire con i progetti. Coldiretti e Filiera Italia sono già pronte – spiega Alessandro Apolito, responsabile dell’area economica per le filiere di Coldiretti – con una serie di iniziative immediatamente cantierabili.

«Coldiretti è pronta a valorizzare queste importanti risorse con piani concreti che puntano su innovazione, integrazione di filiera, digitalizzazione e sostenibilità». Perché sono queste, ribadisce Apolito, «le chiavi per una più forte tutela del reddito di agricoltori e allevatori e per rafforzare i rapporti con l’industria che vuole investire sul vero made in Italy».

I progetti interessano in particolare le filiere del settore zootecnico (carni bovine e avicole), dell’olio di oliva, del vino, della birra artigianale con malto 100% italiano, dell’ortofrutta fresca e lavorata (IV e V gamma) e del florovivaismo. Si tratta di un budget importante che potrà attivare investimenti per oltre 3 miliardi dal Nord al Sud del Paese.

«Per le filiere del Mezzogiorno – aggiunge il rappresentante della Coldiretti – i fondi rappresenteranno una delle colonne della ripartenza e del rafforzamento dell’agroalimentare». A questo punto è importante conoscere modalità e tempi per la presentazione delle domande, ma l’obiettivo è “fare presto”.


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