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Il premier Mario Draghi

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L’Europa è sulla strada della ripresa economica e l’Italia che preme sull’acceleratore, più della Germania e dell’Eurozona. Nel secondo trimestre del 2021 il Pil italiano è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente (+ 0,2%) e del 17,3% in termini tendenziali, ossia rispetto allo scorso anno. Mentre nella zona euro è salito del 2% e nella Ue-27 dell’1,9% rispetto al trimestre precedente.

È quanto emerge dai dati delle prime stime di Istat e Eurostat. Le reazioni a questi dati, più ottimisti sulla ripresa economica Ue, non si sono fatte attendere. “Le prime stime di Eurostat sul secondo trimestre danno una crescita superiore alle previsioni e trainata da Spagna e Italia – scrive su Twitter il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni – la ripresa è in corso”.

Per quanto riguarda l’Italia, l’aumento che l’Istat definisce “eccezionalmente marcato” su base annua, sarebbe dovuto al confronto con il secondo trimestre del 2020 quando si era nel culmine della crisi sanitaria del Covid-19. L’aumento acquisito del Pil per il 2021 è del 4,8%, secondo la stima preliminare per il secondo trimestre. Questo tasso si raggiungerebbe infatti se nel terzo e quarto trimestre dell’anno il Pil del nostro Paese registrasse una variazione congiunturale nulla.

“Dopo un primo trimestre del 2021 in lieve recupero, nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita molto sostenuta. Il risultato ha beneficiato soprattutto di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, il più penalizzato dalla crisi, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stazionarietà dell’agricoltura”, afferma l’Istat. La crescita stimata per il secondo trimestre va sicuramente oltre le aspettative degli scorsi mesi, quando si stimava una crescita economica dell’1,3 %. Mentre se ci si sofferma sul dato riguardante la stima per crescita acquisita per il 2021 del 4,8%, le attese erano leggermente superiori, sia a livello nazionale che europeo, si prevedeva di arrivare al 5%, con l’unica incertezza derivante dalla crescente diffusione della variante Delta nel nostro Paese.

Tra i Paesi Ue, il Portogallo (+4,9%) registra una crescita più elevata rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Poi segue l’Austria (+4,3%) e Lettonia (+3,7%). A registrare l’aumento più basso sono la Lituania (+0,4%) e la Repubblica Ceca (+0,6%). In generale, si deduce che le percentuali di crescita anno su anno sono positive per tutti i Paesi Ue. Nel Sud Europa il Portogallo sembra riprendersi dai vari lockdown di buon passo e vede un aumento del Pil del 4,9% nel secondo trimestre. Mentre rispetto al 2020, su base annua, il Pil è cresciuto del 15,5%.

Questi dati sarebbero da addebitarsi, secondo Ine, l’Istituto di statistica portoghese, all’aumento della domanda interna e delle esportazioni di beni. Mentre in Spagna si prevede aumento del Pil del 2,8% rispetto al trimestre precedente, le aspettative erano di una crescita del 2%. Nel primo trimestre l’economia spagnola si è contratta dello 0,4%, nel 2020 aveva registrato un calo del 10,8%. In Germania ,invece, la crescita economica ha un passo più lento. Il Pil tedesco cresce dell’1,5% nel secondo trimestre, dopo una contrazione rivista del 2,1% nello scorso trimestre e aver mancato le aspettative di mercato di una crescita del 2,0%.

Su base annuale il Pil della Germania è aumentato del 9,20%. La ripresa tedesca sarebbe da addebitarsi all’aumento della spesa per consumi finali delle famiglie e del governo. Torna ,però, ad aumentare l’inflazione nella zona euro salendo a 2,2% a luglio rispetto all’1,9% di giugno, secondo le stime flash di Eurostat. Ma in Italia ci si aspetta a luglio un calo dall’1,3% a giugno allo 0,9% a luglio. L’incremento dell’inflazione nella zona euro sarebbe dovuto in particolare all’energia (14,1%, rispetto al 12,6% di giugno), agli alimenti, alcol e tabacco (1,6%, rispetto a 0,5% di giugno), ai servizi (0,9% rispetto a 0,7%) e prodotti industriali non energetici (0,7% rispetto a 1,2%).

Si intravede anche un po’ di speranza nei dati sulla disoccupazione a livello europeo, anche se la situazione italiana è ancora preoccupante. A giugno 2021 nella zona euro la disoccupazione è scesa al 7,7% dall’8% di maggio, e nella Ue-27 è calata a 7,1% dal 7,3%. In Italia si registra un lieve miglioramento dal 10,2 % di maggio al 9,7%, ma è ancora troppo poco.

Il nostro Paese resta il terzo Paese, dopo Grecia e Spagna (calate al 15,1%), con il tasso più elevato della Unione Europea. Anche per la disoccupazione giovanile si vedono miglioramenti, il tasso dell’Ue-27 passa da 17,6% a 17% e nella zona euro da 17,9% a 17,3%. Ma anche in questo caso in Italia il livello di disoccupazione tra i giovani è passato da 30,7% a 29,4%, confermandosi ancora una volta la terza percentuale più elevata dopo Spagna (37,1%) e Grecia (30,4%).


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