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TRA le grandi città italiane, con oltre 200mila residenti, Milano è quella che riesce ad investire di più per il trasporto pubblico locale: 868,51 euro pro-capite, 1,2 miliardi circa. Cifra altissima, che tutte le città del Sud possono solamente sognare. Eppure c’è chi fa meglio se si considerano tutti i Comuni italiani: Sestriere alla voce “Trasporti e mobilità” inserisce 1.947 euro pro-capite; Verano, borgo di poco meno di mille abitanti in provincia di Bolzano, spende 1.477 euro per ogni suo cittadino. E pensare che Bari, invece, può permettersi di investire solo 125 euro pro-capite, mentre Napoli 157 euro.

È l’amara fotografia scattata dalla fondazione Openpolis in un report sul sostegno economico degli Enti locali al trasporto e al diritto alla mobilità: i dati sono riferiti al 2019, in epoca pre Covid, ed evidenziano il netto divario che c’è tra Nord e Sud del Paese. Le due Italie viaggiano non solo a velocità diverse ma anche su mezzi differenti: più vetusti e meno sicuri e affidabili nel Mezzogiorno, moderni e confortevoli dall’Umbria in su.

«La mobilità – si legge nello studio Openpolis – è tra gli ambiti considerati più importanti nelle dinamiche pubbliche di una città. Il settore dei trasporti urbani, infatti, è uno degli elementi su cui si misura la vivibilità dei luoghi, siano essi metropolitani o in provincia. Può rappresentare inoltre uno dei fattori che contribuiscono all’affermazione del diritto alla mobilità, e quindi alla diminuzione delle disuguaglianze su un determinato territorio. I comuni italiani, in tal senso, possono giocare un ruolo decisivo. Per questo nei bilanci comunali vengono dedicate al trasporto pubblico locale somme in uscita, necessarie al funzionamento di questo settore».

Milano si conferma la città che spende di più per il trasporto pubblico locale, tra i comuni con una popolazione superiore a 200mila abitanti. Il capoluogo lombardo investe 868,51 euro pro capite (ben 1,2 miliardi di euro) per il settore; seguono Venezia (329 euro circa), Roma (299), Firenze (214), considerando solamente i grandi comuni. Molto distanti le città del Sud, la prima è Napoli con appena 157 euro pro capite, nonostante abbia più del triplo dei residenti di Milano. Ancora più lontana Bari (100 euro) e Messina (96 euro pro capite), le altre non pervenute: Reggio Calabria, ad esempio, spende 12,15 euro per cittadino, Salerno 34,46 euro. Tra le uscite che sostengono ogni anno le amministrazioni comunali c’è una voce intitolata “Trasporto pubblico locale”, facente parte della missione numero 10 (“Trasporto e diritto alla mobilità”).

In questa sezione vengono comprese tutte le spese relative all’utilizzo alla costruzione e alla manutenzione di sistemi e infrastrutture per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano, dal trasporto su gomma (gli autobus), a quello autofiloviario, metropolitano, tranviario e funiviario. Nel report di Openpolis non è preso in considerazione il trasporto ferroviario e non sono considerate nemmeno le spese per la costruzione e la manutenzione delle strade e delle vie urbane, dei percorsi ciclabili e pedonali, ricomprese nella parte del bilancio dedicata alle infrastrutture stradali.

«Guardando alle tendenze territoriali – si legge – i comuni spendono in media di più nelle province autonome di Bolzano e Trento, mentre quelli che in media investono meno si trovano in Sardegna (0,50 euro pro capite), Friuli Venezia Giulia (0,60) e Calabria (0,96). In Italia, il trasporto pubblico locale ricopre un ruolo subalterno rispetto alla mobilità individuale. Anche in ambito urbano, dove avviene il 73,6% degli spostamenti della popolazione, i cittadini preferiscono muoversi con mezzi propri, con conseguenze negative sull’aumento del traffico e dei livelli di inquinamento. In larga parte – sostiene Openpolis – questa tendenza è causata dalla carenza di infrastrutture e di qualità del servizio».

Secondo lo studio del 2017 di Ferrovie dello stato e The European House-Ambrosetti, i chilometri di metropolitana in Italia sono complessivamente 234, contro i 630 in Germania e i 680 in Gran Bretagna. Inoltre, i mezzi in circolazione nel nostro paese hanno in media 11 anni, contro i 7,8 in Francia e i 6,9 in Germania. Anche a livello di posti le differenze sono enormi: Milano risulta sempre il primo capoluogo per offerta del servizio, con 16.218 posti per abitante, seguita da Venezia e Brescia. Al sud invece emerge Cagliari con 7.230 posti.

Complessivamente, i capoluoghi di provincia del nord Italia riescono a offrire una maggiore copertura rispetto a quelli del sud, a conferma della discrepanza tra le due aree del paese. Il comune di Roma, che ha una superficie pari a 7 volte quella del capoluogo lombardo e 1 milione e mezzo di abitanti in più, ha speso circa 655 milioni, quasi mezzo miliardo in meno rispetto a Milano.


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