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Il presidente del consiglio Mario Draghi con Pedro Sanchez, presidente della Spagna

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L’Italia e la Spagna superstar dell’economia. I due Paesi del cosiddetto “Club Med”, secondo la definizione un po’ sprezzante dei sacerdoti del rigore nord-europeo si avviano a registrare nell’anno in corso il ritmo più rapido di espansione economica da più di quattro decenni. Si preparano, cioè, a tornare sui livelli di fine anni ’70, con un rimbalzo che aiuterà Roma e Madrid a superare la profonda recessione in cui sono precipitati l’anno scorso. Il prodotto interno lordo della Spagna dovrebbe crescere del 6,2% nel 2021, mentre l’Italia registrerà un tasso del 5,6% secondo un sondaggio fatto da Bloomberg fra economisti. Si tratta di un aumento rispettivamente di 0,3 e 0,6 punti percentuali rispetto al precedente sondaggio pubblicato a luglio. Secondo alcune previsioni, però, l’exploit dell’Italia potrebbe essere ancora più significativo arrivando a +6,1%.

Le previsioni rosee per i due Paesi del Mediterraneo sono ben diverse dalle prospettive meno esaltanti per la Germania, la maggiore economia europea e tradizionale motore della crescita del Vecchio Continente. Gli economisti intervistati da Bloomberg hanno ridotto le loro previsioni di agosto per il Pil annuale tedesco di 0,2 punti percentuali al 3,2%. L’intera area dell’euro dovrebbe invece crescere del 4,7% nel 2021 e del 4,4% il prossimo anno.

Le prospettive di Italia e Spagna evidenziano quindi come i Paesi dell’Europa meridionale, per anni e anni associati alla crisi del debito e alla debolezza economica, possano essere in grado di voltare pagina. Questo è particolarmente vero per l’Italia, gravata da un debito pubblico che periodicamente ha fatto temere che possa rappresentare una minaccia per l’esistenza stessa dell’area dell’euro.

Le due economie – scrive Bloomberg – si stanno riprendendo dopo aver sofferto di più di altre in Europa l’anno scorso, quando le dure misure di lockdown hanno piegato le imprese e il settore del turismo. Il rimbalzo stimato nel 2021 è alimentato ora in parte dall’allentamento delle chiusure e dai piani di Recovery. Ci sono tuttavia dei rischi perché lo scenario roseo emerso dal sondaggio dell’agenzia di stampa americana non si realizzi.

Nicola Nobile di Oxford Economics, che ha alzato la sua previsione di crescita italiana al 6,1%, ha sottolineato che le prospettive rimangono altamente dipendenti dall’evoluzione della pandemia. «La diffusione della variante Delta causerà probabilmente un’impennata casi di Covid, ma il progresso dei vaccini implica che ogni nuova ondata possa essere significativamente meno mortale di quelle precedenti», ha poi scritto in un rapporto. Un’altra preoccupazione è se la Spagna e l’Italia saranno in grado di incanalare efficacemente i fondi del Recovery verso gli investimenti produttivi per risollevare le prospettive di crescita a medio termine, dati i loro scarsi risultati finora mostrati nello spendere i fondi europei.

Tuttavia ci sono analisti che offrono una stima anche migliore. Una promozione che arriva addirittura dalla Germania. Scope (la più importante agenzia di rating europea) prevede un robusto rimbalzo dell’economia in Italia quest’anno e il prossimo. Gli analisti si aspettano un’espansione del pil del 6,1% nel 2021, al di sopra del consenso del 5,6%, e del 3,8% nel 2022. Tuttavia nel medio periodo il potenziale di crescita dell’Italia rimane modesto, dati i colli di bottiglia interni legati all’invecchiamento della popolazione, alla fiacca crescita della produttività e al rischio che gli ingenti finanziamenti Ue vengano assorbiti solo in modo incompleto o inefficace.

«Vediamo dopo il 2022 una moderazione della crescita annuale dell’Italia in direzione di un tasso potenziale dello 0,8% circa», puntualizza Dennis Shen, analista capo di Scope per l’Italia. «È evidente che il vento sull’Italia stia cambiando: ci sarà un forte ritorno degli investitori internazionali che darà una spinta al mercato già galvanizzato, come testimoniano le ottime performance del primo semestre 2021, con Bpm che per esempio ha segnato un rialzo del 50%».

Le banche e i titoli finanziari potrebbero diventare i protagonisti dell’ultimo trimestre dell’anno. «Non dimentichiamo, inoltre, che stanno per arrivare i fondi del Recovery Plan che daranno un’accelerazione a molteplici settori dell’economia del nostro Paese», afferma infine Gianni Bizzarri, amministratore delegato di Banca Ifigest e fondatore di Fundstore. L’andamento dei conti semestrali, infatti, ha segnalato più di una sorpresa positiva. In generale l’andamento dei bilanci è stato molto positivo. Se la congiuntura si mantiene anche nella seconda metà dell’anno l’ottimismo è opportuno.


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