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Il Ministro Vittorio Colao

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La domande più interessanti dalla platea del teatro Piccinni, popolata dalle fasce tricolore dei sindaci, da sindacalisti e rappresentanti di università e enti locali, la fanno il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana e Paola De Fazio, studentessa del liceo Orazio Flacco di Bari. “Il Pnrr – chiede la giovane liceale – potrà incrementare sbocchi occupazionali nel settore umanistico e dei beni culturali?”.

“Gli sgravi contributivi del 30 per cento per le imprese che assumono nel Mezzogiorno –incalza il rappresentante degli industriali – potranno diventare strutturali?”.

E ancora “Dal 2017 attendiamo le zone economiche speciali Zes ma non ci sono ancora le nomine dei commissari, qui al Sud il cero si consuma ma la processione non va avanti, ascoltiamo solo parole”. A rispondere dal palco del contenitore culturale nel cuore di Bari da poco riaperto e già protagonista della storia avendo ospitato il primo Comitato di liberazione nazionale nel giugno del ’44, sono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli e il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao. Da Bari, dal Mezzogiorno, è partita Italiadomani – Dialoghi sul Pnrr, il tour che porterà i rappresentanti del governo a incontrare i territori per snocciolare cifre, linee guida e interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Siamo qui perché il 40 per cento delle risorse di questo piano da oltre 191 miliardi – ha spiegato Garofoli – è vincolato al Sud, perché uno dei principali obiettivi del Pnrr è affrontare e ridurre i divari. Tra i divari non c’è dubbio che vi sia quello territoriale, oltre che quello di genere”.

Non solo. La tappa è giustificata anche dal fatto che la Puglia è la regione con il maggior numero di progetti già approvati, 21 su 159, con fondi per 2 miliardi e 631 milioni di euro. “Somme che non gestiscono le Regioni ma direttamente il Governo”, ha voluto precisare il governatore Michele Emiliano, che ha sottolineato come le risorse per il Sud, se confermate, siano sufficienti. Emiliano ha fatto gli onori di casa.

Con lui, anzi più di lui, dal palco, il sindaco, nonché presidente nazionale Anci, Antonio Decaro che, oltre a progetti legati alla mobilità con le linee veloci Brt e alla riqualificazione della costa sud della città, “che avverrà grazie a quei fondi pubblici senza accordi con i privati e quindi aumenti di volumetrie di costruzioni edili”, ha sottolineato le difficoltà di molte amministrazioni a partecipare ai bandi previsti nel Piano e a gestire in seguito i progetti per mancanza di personale e di competenze.

“Saranno previste collaborazioni coi ministeri per la partecipazione ai bandi – ha spiegato Garofoli – e la possibilità di assumere personale tecnico nel quadro del singolo progetto. Il Piano impone al Paese, alla politica e alle amministrazioni – ha aggiunto – di seguire una logica di risultato, perché fin da dicembre saremo monitorati sui 51 obiettivi da raggiungere”.

“Colao si è detto felice che tra le parole chiave più gettonate tra il pubblico pugliese sugli indirizzi del Pnrr prevalgano la transizione ecologica, l’istruzione e la ricerca, e ha ricordato quali mete si prefigge il programma che punta all’innovazione nelle scuole e al moltiplicare i dottorati di ricerca nel Paese europeo che ne conta meno. Per la trasformazione digitale ci sono 6,71 miliardi dedicati alla banda larga e al 5G in case, scuole e altre strutture pubbliche, 6,64 miliardi per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, 2 miliardi per la digitalizzazione della sanità (la Puglia è capofila per la medicina telematica assieme ad altre tre regioni), mezzo miliardo per l’acquisizione delle competenze digitali e 2 miliardi e mezzo per il settore aerospaziale.

Alle domande, poi, del presidente Fontana, Colao e Garofoli hanno risposto ricordando come le prime nomine dei commissari per le Zes siciliani sono già avvenute nelle ultime settimane e che gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno siano stati già rimodellati e prorogati. Mentre alla giovane Paola il sottosegretario ha spiegato: “Non sono più necessarie competenze settoriali, ma multidisciplinarietà. Il Piano prevede 5 miliardi per la valorizzazione del patrimonio culturale e 600 dottorati in tal senso, quindi prosegua nei suoi studi umanistici».

Allo stesso tempo Colao ha precisato che «le risorse saranno per innovazione digitale, quindi anche quelle per l’arte, la musica, dovranno incorporare competenze scientifiche e tecnologiche specifiche».


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