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Luigi Gubitosi e Salvatore Rossi

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Luigi Gubitosi lascia le deleghe di amministratore delegato di Tim. Ad assumerle sarà il presidente Salvatore Rossi. La guida operativa del gruppo dovrebbe passare a Pietro Labriola, attuale ceo di Tim Brasil, come direttore generale. Sono queste le decisioni su cui si è incamminato il consiglio d’amministrazione del gruppo telefonico chiamato ad esaminare gli ultimi sviluppi della gestione e  la proposta del fondo americano Kkr di lanciare un’Opa sul gruppo.

Alla vigilia del consiglio d’amministrazione straordinario Luigi Gubitosi aveva scritto ai consiglieri presentandosi dimissionario: «Il nostro dovere è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra società».

La svolta viene commentata da Matteo Salvini: «Bene l’abbandono delle deleghe da parte di Gubitosi, impensabile che andasse avanti nonostante risultati negativi e previsioni non mantenute». Il capo leghista non vede con favore la presenza degli americani e non manca di metterlo in evidenza: «Ora nel nome della tutela dell’interesse nazionale: nessuna svendita di pezzi di azienda, tutela della rete pubblica, salvaguardia di investimenti e occupazione, no al cedimento a interessi finanziari stranieri. Mercoledì incontrerò tutte le sigle sindacali. Intanto Consob vigili sull’andamento del titolo, su acquisti, vendite e speculazioni».

Ma quelli di Salvini non sono gli unici dubbi. La prossima settimana il Copasir ascolterà il presidente Tim Sparkle Alessandro Pansa. Tim Sparkle è la controllata del gruppo Tim che gestisce circa 550mila chilometri di cavi, di cui 450mila sottomarini, che mettono in collegamento diversi continenti e sui quali passano anche i dati sensibili delle comunicazioni intergovernative e dei servizi di sicurezza dei Paesi coinvolti dall’infrastruttura che ha il suo centro nevralgico in Sicilia nel Sicily Hub.  Basti pensare che l’80% del traffico internet di Israele passa dall’infrastruttura di Sparkle. Le implicazioni strategiche che riguardano controllo dell’infrastruttura e dati di traffico sono evidenti. Mercoledi, al Copasir, sarà poi il turno del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. 

Le novità al vertice hanno attenuato il calo del titolo Tim che in una giornata di grandi ribassi delle Borse per via della variante sudafricana ha perso solo lo 0,72%. In una settimana ha guadagnato il 38,7%.

A muovere ancora il titolo le indiscrezioni secondo cui il fondo Cvc starebbe valutando l’eventuale alleanza. Al momento però non ci sono comunicazioni ufficiali. Naturalmente un’offerta congiunta dei due fondi sarebbe a un prezzo più alto di quanto messo sul piatto finora (0,505 euro per azione) e rispedito al mittente dall’azionista Vivendi (detiene il 24% circa del capitale di  Tim). Invece, il governo ha smentito l’ipotesi di un coinvolgimento di Poste in questa partita. 

Sullo sfondo ci sono le nuove criticità messe in luce dal Comitato rischi e dal Collegio sindacale. Mancano all’appello 250-300 milioni di ricavi relativi al contratto Dazn, facendo balenare l’ipotesi di una nuova revisione al ribasso dei conti. In questo senso dubbi vengono espressi anche dall’agenzia di rating Fitch: «La potenziale acquisizione di Tim da parte di Kkr – scrivono gli analisti – qualora portata avanti aumentando la leva finanziaria della società, potrebbe avere conseguenze negative sul rating del gruppo».

Da parte sua, l’ad di Cassa depositi e prestiti (detiene il 9,8% del gruppo telefonico), Dario Scannapieco, ha confermato che il gruppo intende restare azionista stabile in asset infrastrutturali, senza fare riferimento a quello che sta accadendo nel gruppo telefonico. Il mercato e gli analisti leggono positivamente l’eventuale allargamento della cordata di Kkr a Cvc se questo può garantire una maggior potenza di fuoco finanziaria assicurando di fatto il successo dell’operazione. D’altra parte, però, l’eventualità di un terzo profit warning per riflettere i nuovi scostamenti sui ricavi potrebbe indurre una maggior cautela da parte degli offerenti in fase di due diligence confirmatoria nella valutazione degli asset.

A Piazza Affari il titolo Tim viaggia sui massimi assoluti. Nell’arco di una settimana è passato di mano oltre il 30% del capitale ordinario, segno che l’interesse sul titolo è destinato a restare altissimo anche nei prossimi giorni.  Anche perché l’uscita di Gubitosi apre la porta all’iniziativa di Kkr.

Per lunedì i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato un presidio al Mise arti dalle 9.30 e davanti alle prefetture di tutta Italia per manifestare le loro preoccupazioni per il futuro della rete e dei 40 mila dipendenti di Tim.


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