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Qui si fa l’Italia digitale. O si muore, almeno a livello Paese nella competizione mondiale. Il Piano per la digitalizzazione del Paese è parte prioritaria di quello per la Ripresa e la Resilienza, approvato dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento.

Allo stesso tempo, sarà necessariamente un Piano per l’Unità dell’Italia, finora penalizzata da un digital divide impressionante tra Nord e Sud e tra aree metropolitane e piccole città e paesi.

Questa è una delle cause del ritardo italiano nell’adozione del digitale e dell’innovazione tecnologica: Il Piano cita come l’ultimo aggiornamento dell’indice Desi, vede il nostro Paese al ventiquattresimo posto tra i 27 membri dell’Unione Europea.

Un primo obiettivo per il digitale è, infatti, quello di offrire una connettività “omogenea” ad alta velocità in “tutto il paese” per residenti, aziende, scuole e ospedali. Per farlo si utilizzeranno tutte le tecnologie più avanzate: Fibra, FWA, 5G.

È stato da più parti sottolineato come il 5G non sia solo una rete per coprire il territorio ma per creare vere e proprie “reti verticali” che offrano servizi anche a livello locale. La tecnologia più avanzata è la Fibra. Il Piano riserva al Sud il 36,12% degli investimenti previsti per la prima missione, quella dedicata a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, per 14,58 miliardi di euro.

Un Sud più connesso e collegato, insomma, tra Alta Velocità, sistema portuale, digitalizzazione e viabilità nell’Italia interna. Con un rischio che i Governatori, le istituzioni e le associazioni di cittadini del Meridione devono però aver presente: quello di avere tanta fibra al Nord e poca al Sud, dove magari sarà sostituita dalla FWA, una tecnologia basata su reti mobili a prestazioni molto inferiori alla Fibra.
Il compimento della Missione sarà comunque strategico per il Sud. Perché, recita il Piano, “mira a ridurre i divari strutturali di competitivo, produttività e digitalizzazione.

Un insieme di investimenti e riforme è previsto per la Pubblica Amministrazione, per il sistema produttivo, per il turismo e la cultura. Per la Pubblica Amministrazione la parola d’ordine è cloud, un sistema di risorse informative disponibili su richiesta, decentrato, sul quale far migrare le Pubbliche Amministrazioni.

Si articola in sette investimenti e tre riforme il relativo Piano. Infrastrutture digitali; abilitazione alla migrazione al cloud; dati e interoperabilità, con il principio detto “once only”, ovvero che le Amministrazioni non possano richiedere al cittadino dati già in loro possesso o richiesti in passato.
E ancora: servizi e cittadinanza digitale, con la creazione di una piattaforma unica di notifiche digitali; Cybersicurezza; Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali; competenze digitali di base, con la creazione di un Servizio Civile digitale, attraverso cui reclutare “diverse migliaia di giovani” che aiutino circa un milione di utenti ad acquisire competenze digitali.

Le tre riforme riguardano il processo di acquisto di servizi tecnologici digitali, il supporto alla trasformazione della Pubblica Amministrazione locale e l’introduzione di linee guida per il cloud e l’interoperabilità. Per la P.A. si prevede tra l’altro un Portale unico per il reclutamento, con nuove procedure di selezione di profili tecnici e specializzati, da assumere a tempo determinato.

L’innovazione nella Giustizia ha come obiettivo di abbattere la durata media dei processi civili del 40% e di quello penali del 10%.

La seconda componente della missione mira rafforzare la competitività del sistema produttivo. Previsti incentivi fiscali per ricerca, sviluppo e innovazione, coinvolgendo le attività economiche di minori dimensioni e “collocate al Sud”. Agli incentivi saranno ammesse anche le imprese editoriali.

Da sottolineare il capitolo sulle reti ultraveloci, con una semplificazione delle autorizzazioni per la cablatura in fibra ottica e la copertura del 5G. Sono state stanziate risorse per la connettività di 8,5 milioni di famiglie nelle aree “a fallimento di mercato”, per assicurare la connessione in fibra ai 9 mila edifici scolastici non ancora connessi, per dotare 18 isole minori di un collegamento sottomarino in fibra ottica.

Turismo e Cultura, infine. Il Piano punta ad una vera e propria rigenerazione del patrimonio turistico e culturale. Non solo nelle città d’arte ma anche nei piccoli borghi, con un Piano Nazionale Borghi, basato su progetti locali a base culturali.

Valorizzazione per gli edifici storici rurali, per parchi e per giardini storici. Ancora: sicurezza sismica dei luoghi di culto e investimenti nel settore cinematografico e audiovisivo. Si prevede una vera e propria rinascita (ben finanziata) di Cinecittà, aumentando l’attrazione per le grandi produzioni europee e mondiali, rilanciando anche la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.

Il miglioramento dell’efficienza energetica per cinema, teatri, musei sembra sottovalutare il potenziale di centri polivalenti, fattori di aggregazione sociale in epoca di consumi audiovisivi individuali. Previsto anche un Hub del turismo digitale, partendo dal portale Italia.it.


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