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Uno dei progetti del ponte sullo Stretto

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Ho letto con attenzione la relazione prodotta dal Gruppo di Lavoro istituito dalla Struttura Tecnica di Missione il 27 agosto 2020 sulla base degli indirizzi forniti dall’allora Ministra Paola De Micheli. Nel documento dal titolo “Valutazione di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina”, si precisa che Il metodo di lavoro adottato si è basato sulle seguenti attività che hanno permesso di giungere ad una serie di conclusioni. In particolare il Gruppo di Lavoro ha effettuato le seguenti attività

  1. un’analisi socio-economica dell’area dello Stretto di Messina al fine di definire il contesto di riferimento;

2. un’analisi trasportistica in termini di domanda di mobilità, servizi di trasporto ed accessibilità, al fine di valutare le esigenze trasportistiche di un collegamento stabile per lo Stretto di Messina;

3. la definizione del processo decisionale per la selezione dei progetti nel settore dei trasporti, in termini di analisi del quadro normativo in materia di progettazione di fattibilità e dibattito pubblico;

4. un’analisi di benchmark internazionale sui collegamenti stabili delle grandi isole e le aree continentali;

5. un’analisi documentale con riferimento alla storia dei progetti per l’attraversamento stabile dello Stretto, lo stato della programmazione internazionale e nazionale di settore e l’evoluzione delle normative nazionali ed europee sulla progettazione delle gallerie, dei ponti e dei viadotti;

6. lo svolgimento di specifiche audizioni di testimoni selezionati per i loro diversi orientamenti riferiti alle diverse possibili alternative progettuali.
Seguendo questo itinerario di attività il Gruppo di Lavoro è pervenuto alla seguente decisione: “la soluzione aerea a più campate è potenzialmente più conveniente di quella a campata unica. Il Gruppo di Lavoro ritiene di sconsigliare le soluzioni dei tunnel subalveo e in alveo soprattutto per l’elevato rischio sismico ad esse collegate e per la mole di indagini geologiche, geotecniche e fluidodinamiche necessarie per verificare la fattibilità tecnica ma anche per la eccessiva lunghezza necessaria per il tunnel subalveo e la presumibile durata degli approfondimenti necessari per la nuova soluzione del tunnel in alveo, per la quale mancano riferimenti ed esperienze”.

Sempre il Gruppo di Lavoro suggerisce di “sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e ponte a più campate. Infine il Gruppo di lavoro precisa che la prima fase del progetto di fattibilità delle diverse soluzioni tecniche possibili dovrà essere sottoposto ad un successivo Dibattito Pubblico come previsto dal Dlgs 50/2016 e dal DPCM n. 76/2018”. Infine il Gruppo di Lavoro “definisce i contenuti e le analisi che andranno previste nella pria fase del progetto di fattibilità anche in coerenza con quanto previsto nel Dibattito Pubblico”.

Le conclusioni del Gruppo di Lavoro praticamente bocciano il progetto del Ponte sullo Stretto che era stato oggetto di una gara internazionale, una gara lanciata da una Società per Azioni formata da Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Sicilia e Regione Calabria; e, in particolare, Ferrovie dello Stato ed ANAS erano state presenti sempre sin dall’inizio della fase progettuale fino all’affidamento alla Società Eurolink, fino alla approvazione definitiva del progetto e avevano seguito tutte le analisi possibili ed immaginabili. Adesso, invece, dei membri del Gruppo di Lavoro provenienti dalla Società Ferrovie dello Stato e dall’ANAS sottoscrivono un parere che impone il riavvio integrale di tutto; in realtà è come se anni di lavoro, anni di approfondimenti fatti da eccellenze professionali a scala mondiale venissero ritenuti inutili e da dimenticare.

Io non voglio assolutamente criticare quanto prodotto da colleghi che stimo e che sicuramente hanno ritenuto opportuno fornire un contributo intellettuale sulla soluzione del collegamento stabile e per questo ritengo però che un contributo intellettuale non possa:
• essere considerato una sentenza decisiva per fare o non fare un’opera
• essere l’occasione per azzerare una proposta progettuale esistente, una proposta che ha superato tutti i filtri necessari per diventare una opera concreta
• essere eletto a modello procedurale quando generato non da una Decreto del Ministro, non da un Decreto del Presidente del Consiglio, non da un atto del Parlamento

Allora mi spiace ancora una volta denunciare apertamente non la responsabilità del Gruppo di Lavoro quanto l’azione dell’allora Ministra De Micheli che, invocando una simile procedura, ha, come riportato nella Determina del settembre 2020, dato precisi indirizzi alla Commissione ed ha praticamente messo la parola fine alla realizzazione dell’opera.

Ora mi aspetto che il Presidente Draghi ponga due quesiti al suo staff di consiglieri:
• che peso ha questo documento, cioè che rilevanza ha una relazione prodotta da una Determina della Struttura Tecnica di Missione del Ministero
• che peso ha non aver effettuato un confronto dettagliato ed analitico con i redattori del progetto esistente e dopo tale confronto dimostrarne la non validità della proposta
Purtroppo sono quesiti che non avranno risposte perché in fondo ha già vinto chi ha scelto nell’agosto del 2020 l’approfondimento non del progetto esistente ma del “collegamento stabile”.

Il Movimento 5 Stelle è stato sempre contrario alla realizzazione dell’opera e quindi ritengo leale il comportamento tenuto in questa fase, mentre dopo l’operato dell’ex Ministra De Micheli, abbiamo capito quanto, in questa occasione, sia stato elevato il tasso di ipocrisia del Partito Democratico. Infatti è incomprensibile che ad una dichiarazione del Ministro Franceschini, allora delegato del Partito Democratico all’interno del Governo, nel mese di luglio 2020, a valle degli Stati Generali coordinati da Colao, una dichiarazione di indispensabilità della realizzazione del ponte “perché sarebbe una follia realizzare l’alta velocità Salerno – Reggio – Palermo senza il ponte”, abbia fatto seguito un comportamento della Ministra De Micheli completamente opposto; come al solito un triste gioco delle parti.

Consiglio infine al Presidente Draghi di chiedere all’attuale Ministro Giovannini:
• perché si è detto sì all’asse ferroviario AV/AC Salerno – Reggio Calabria
• perché si è detto sì all’asse ferroviario Roma – Pescara
• perché si è detto sì all’asse ferroviario Taranto – Metaponto – Potenza – Battipaglia
Perché si è detto sì a tre progetti di cui si dispone solo di studi di fattibilità e si è detto no al ponte di cui si dispone di un progetto pronto per essere cantierato.

Sono queste domande non solo mie ma anche dei funzionari della Unione Europea che stanno esaminando il nostro Recovery Plan.
Il Mezzogiorno ha perso una grande occasione, il Presidente Draghi ed la Ministra del Sud Carfagna sanno bene che questa era ed è una occasione irripetibile. Presidente Draghi le rivolgo una preghiera: non consenta alla sua squadra di Governo di illudere ancora la gente delle due sponde, la gente di Calabria e di Sicilia, la gente del Mezzogiorno ed essendo io meridionale non consenta il ricorso a modalità, a scelte antitetiche alla crescita del nostro territorio, Presidente non lo meritiamo.


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