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Un progetto di ponte sullo Stretto di Messina

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IN UN Paese industrialmente avanzato, o meglio, in un Paese civile, avremmo letto sicuramente, dopo due settimane di mancata ratifica di un decreto legge sul Ponte sullo Stretto di Messina, le dichiarazioni che riporto di seguito.

CGIL ,CISL E UIL

Le organizzazioni sindacali denunciano l’inconcepibile attesa sulla ratifica del decreto legge sul Ponte sullo Stretto e non riescono a capire come mai un’opera così essenziale e determinante per la crescita del Mezzogiorno e dell’intero Paese sia ancora schiava delle assurde logiche di potere. Il governo sa che ogni anno l’assenza di questa opera produce un danno al Prodotto interno lordo della Sicilia di oltre 6 miliardi di euro e alla Regione Calabria una quota stimata, sempre sul Pil, pari a circa due miliardi di euro. È semplicemente assurdo e inconcepibile che di fronte a questi dati il governo perseveri in un comportamento che aveva caratterizzato l’intera passata legislatura.

CONFINDUSTRIA

La Confindustria, dopo un’apposita assemblea dell’intero gruppo direttivo, denuncia l’assurdo comportamento del governo nel non dare compiutezza al decreto legge sul Ponte. Un comportamento che, ancora una volta, denuncia una crisi interna all’attuale maggioranza, una crisi che non danneggia due limitate realtà territoriali ma la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese. La mancata conclusione dell’iter approvativo della norma mette in crisi il Programma che il governo ha varato in occasione del suo insediamento.

REGIONI DEL MEZZOGIORNO

Le Regioni del Mezzogiorno, riunite in Conferenza Stato Regioni, hanno denunciato e definito irresponsabile il comportamento del governo nella mancata conclusione dell’iter approvativo del decreto legge sul Ponte sullo Stretto di Messina. Per questo motivo le Regioni del Mezzogiorno, d’intesa con tutte le Regioni del Paese, hanno deciso di non partecipare alle riunioni della Conferenza Stato Regioni fino a quando non sarà portato a compimento l’iter approvativo del decreto legge. Questa decisone, precisano le otto Regioni del Sud, mette in crisi l’approvazione del Def (Documento di economia e finanza) e di tutti gli atti legati all’attuazione dei programmi supportati dal Fondo di sviluppo e coesione.

L’IMBARAZZANTE SILENZIO ITALIANO

Potrei continuare a elencare i possibili comunicati, le possibili denunce che in un Paese civile avremmo dovuto leggere. Potrei continuare a elencare, per esempio, i possibili comunicati della Confcommercio, della Conftrasporto, dell’Anci, dell’Upi, dell’Ance, ecc., ma, purtroppo, esclusa la bellissima dichiarazione della commissaria ai Trasporti dell’Unione europea, Adina Ioana Valean, che ha definito l’infrastruttura un «progetto molto importante non solo per Reggio e Messina, ma per il Nord e il Mediterraneo, e che la Commissione europea sarebbe onorata di aiutare concretamente l’Italia nell’avvio del Ponte sullo Stretto», e le dichiarazioni sia del presidente della Regione Sicilia, Schifani, che della Regione Calabria, Occhiuto, non ho trovato nulla. In realtà è davvero penoso, ma il Ponte, insisto fino alla noia, ormai è voluto solo dall’Unione europea, è una scelta apprezzata e ritenuta urgente solamente, ripeto, dalla commissaria Adina Ioana Valean. D’altra parte l’opera fu inserita nelle Reti trans european network (Ten – T) solo grazie al convinto riconoscimento da parte del commissario europeo Karel Van Miert che pronunciò la famosa frase: «Abbiamo collegato Malmö con Copenaghen, abbiamo collegato realtà con 5 milioni di abitanti con realtà con 4 milioni di abitanti e sarebbe assurdo non collegare realtà con 5 milioni di abitanti con una realtà di 55 milioni di abitanti».

LA MANINA BEN ADDESTRATA

E noi italiani, invece, da diretti interessati, continuiamo ad assistere, quanto meno, non a delle tipiche masturbazioni di “tecnici esperti del nulla” ma alla presenza di qualche “manina” ben addestrata che cerca di incrinare ancora una volta una scelta che ormai stava per diventare possibile e concreta. Se il sindacato, la Confindustria, le Regioni non capiscono questo, non si rendono conto che il fallimento di una simile decisione produce, automaticamente, un danno all’intero sistema economico e, soprattutto, mette in crisi la credibilità del governo, diventa difficile l’intera evoluzione programmatica dell’attuale maggioranza. Lo so, noi abbiamo, giustamente, avuto tanta paura dell’ultima pandemia, forse però abbiamo sottovalutato un’altra pandemia che ha incrinato la nostra intelligenza. L’unica speranza è trovare quanto prima un vaccino capace di evitare che questa grave forma epidemica diventi irreversibile.


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