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L'incendio della pineta di Siano a Catanzaro

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di LUIGI SBARRA*

Di fronte ad un’Italia straziata in maniera orribile dai roghi, il grido di dolore del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non può e non deve cadere nel vuoto.

“Vedere la devastazione provocata dagli incendi fa comprendere l’immensa portata dei danni provocati ai comuni colpiti e al loro territorio e del pregiudizio arrecato al futuro dei giovani. Chi se ne è reso colpevole ha sulla coscienza una gravissima responsabilità”.

Sono parole inequivocabili di condanna e di preoccupazione per questa lunga scia di fuoco che non conosce dimensioni e limiti, dalla Calabria al Molise, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla costa adriatica fino all’entroterra laziale e campano. Ha fatto bene il Governo ad assicurare pieno sostegno alle regioni più colpite come la Calabria, promettendo risarcimenti per le comunità, un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio e il rimboschimento delle aree verdi distrutte dagli incendi.

Ma alle promesse devono ora seguire i fatti. Bisogna coprire il vuoto inaccettabile degli ultimi venti anni nelle politiche nazionali e regionali di presidio e legalità, prevenzione e difesa ambientale. Più volte la Cisl e le sue categorie hanno denunciato questo pericoloso lassismo. Manca una strategia organica, una visione d’insieme che non può che partire dal controllo di prossimità, e dunque da un forte potenziamento sulla sorveglianza dei nostri patrimoni boschivi.

Serve una spietata stretta penale per chi si rende responsabile degli incendi dolosi e, parallelamente, un grande investimento su un comparto forestale che negli ultimi anni è stato colpito e mortificato. Un errore storico compiuto dalla politica di cui stiamo pagando le conseguenze. Per questo bisogna cambiare decisamente strada.

Le risorse europee non mancano così come non manca nel nostro paese il capitale umano di tanti lavoratori idraulico-forestali. Quello che ancora non si vede è un piano nazionale degno di questa sfida, un progetto che, da Sud a Nord, riesca a fronteggiare i rischi prima ancora che si presentino. L’Italia continua ad essere prigioniera, infatti, di una vecchia logica emergenziale che prevede interventi solo a disastro avvenuto. Accade per i terremoti, per le alluvioni, ed anche per i tanti incendi dei nostri boschi spesso dolosi e legati ad interessi malavitosi. È il frutto di una insensibilità culturale e di una impostazione sbagliata, che ha causato solo danni incalcolabili al nostro sistema produttivo, al turismo, alle nostre comunità locali, al nostro patrimonio paesaggistico. Lo vediamo nei tanti incendi di questi giorni che, amplificati dalla siccità, distruggono pezzi importanti dell’economia rurale, agroalimentare e ambientale dei nostri territori.

Ecco perché speriamo davvero che il Governo confermi il segnale di una concreta attenzione aprendo una fase nuova di coordinamento con le Regioni in modo da potenziare i controlli, la prevenzione, la manutenzione delle aree boschive. Si assicurino le necessarie dotazioni finanziarie, mezzi moderni ed efficienti, organici sufficienti e ben organizzati. Un traguardo che richiede uno sforzo collettivo e un nuovo indirizzo nazionale. Di fronte a uno scenario che si ripete con dinamiche sempre peggiori di anno in anno, il Governo non può limitarsi solo all’intervento emergenziale. Servono anche norme penali più severe contro i piromani e chi si macchia di questi crimini e c’è bisogno di un piano massiccio di investimenti che agisca ‘a monte’ dei disastri attraverso il presidio, la protezione, la manutenzione costante dei territori. Va valorizzato l’apporto strategico che possono dare, in tal senso, i comparti ambientali e forestali. La bonifica del territorio ed il rilancio della forestazione produttiva possono davvero determinare una grande spinta all’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno e migliorare la qualità della vita delle persone.

Il PNRR, in tal senso, può essere un’occasione unica, per un grande progetto strategico sul rimboschimento delle aree distrutte dagli incendi. Ma per fare tutto questo occorre una linea di indirizzo chiara, una nuova fase di concertazione nazionale e regionale, ma soprattutto una rinnovata volontà politica che ad ogni livello, dia forma ad una nuova strategia organica di difesa e sviluppo del patrimonio ambientale italiano. Lo dobbiamo fare per i nostri figli, perché come ha detto Papa Francesco “un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi”. Ecco perché è il momento di agire e di lavorare insieme perché drammi incontrollati come quelli a cui stiamo assistendo non si verifichino mai più.

*Segretario Generale Cisl


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