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I ministri Mara Carfagna e Renato Brunetta

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I più scettici, magari perché non hanno neanche tanta voglia di leggersi pagine e pagine di Pnrr, possono pensare che sia un libro dei sogni. Non è così.

La prova è che la prima azione svolta dal ministro Renato Brunetta relativa al Sud e alla Pubblica amministrazione ha riguardato i concorsi l’assunzione per 2800 persone e che Mara Carfagna ha fatto un paragone con la Cassa del Mezzogiorno, che “stanziò l’equivalente di 150 miliardi di euro in dieci anni”, ora ci sono “circa 82 miliardi in cinque anni: questo dice che abbiamo un’opportunità storica”.

Il Pnrr di Mario Draghi parte da un dato sicuramente indicativo e cioè che fra il 2008 e il 2018, in 10 anni, la spesa pubblica per investimenti nel mezzogiorno si è dimezzata ed è passata da 21miliardi a poco più di 10 miliardi.

Questa è la prima chiave di lettura della convergenza tra il Sud e il Centro nord per affrontare e risolvere il nodo storico del nostro Paese: le radici sono lontane, quello che è accaduto lo sappiamo, così come conosciamo la situazione di oggi, l’impoverimento del capitale umano e le scarsissime possibilità di sviluppo autonomo dell’intero meridione.

Per questo il Piano, che naturalmente tiene conto anche di tutta un’altra serie di strumenti come per esempio il Fondo per lo sviluppo e la coesione, è importante ed è centrale per tutti gli interventi nei prossimi anni.

Non bisogna cadere nell’errore di guardare a pezzi gli investimenti che saranno fatti nel Mezzogiorno, gli stessi vanno infatti ritrovati in tutte le missioni perché tutte sono permeate dalla necessità di intervenire sullo sviluppo e sul nuovo futuro del Meridione.

Si va dalla Missione 1 che interviene sulla produttività delle piccole delle medie imprese e la connettività nelle zone interne e nelle zone rurali alla Missione 2 perché la transizione ecologica è fondamentale per superare i divari territoriali. In modo particolare nella Missione 2 ci si occupa di tutto quello che riguarda le infrastrutture, la gestione dei rifiuti, la dispersione delle risorse idriche. Infatti la dispersione delle risorse idriche nel sud è del 51 per cento, mentre quella media a livello nazionale è del 41.

Strade, porti, alta velocità ferroviaria si coniugano e parliamo anche quindi della Missione 3: un filo lega gli interventi per la digitalizzazione alle infrastrutture e alla produttività.

Questo non vuol dire dimenticare delle piaghe che ben conosciamo: l’abbandono scolastico, la povertà educativa, la necessità di dotare il Mezzogiorno di asili nido, etc. In altri termini la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel Meridione.

Salta agli occhi la volontà del Piano di creare anche i centri di eccellenza nel campo della ricerca per favorire il trasferimento di risorse qualificate e soprattutto per disegnare una rete dove le opportunità di lavoro, le pari opportunità, la qualificazione del capitale umano, le zone economiche speciali consentano di eliminare i divari e rafforzare l’intera area coniugando in via definitiva il Sud al Centro nord.

L’ultima Missione 6 non va dimenticata perché organizza la sanità ed eliminare il divario tra i diversi sistemi sanitari.

In sintesi è chiaro a tutti che il Pnrr non è l’ennesimo fuoco fatuo, ma un Piano, una visione e una precisa volontà di chiudere per sempre l’idea di una Italia a due velocità.

*Senatrice di Forza Italia – Commissione Bilancio


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