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Operai in fabbrica

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La sensazione è che non ci si renda conto della dimensione del problema occupazionale del Sud. Le affermazioni di Stefano Bonaccini sembrerebbero dimostrare di no. E parliamo di un politico che si candida a diventare segretario del Pd, non di un passante ascoltato al bar dello Sport. Riporto due tweet del Nostro: «Quando una persona è senza lavoro va aiutata anche attraverso sussidio. Ma prima possibile la politica deve trovargli un lavoro». E poi «Vengo dal Pci: il lavoro dà dignità alle persone. Qui ho fatto il reddito di solidarietà prima ancora del reddito di cittadinanza per aiutare i poveri. Qui una delle migliori sanità pubbliche d’Italia. Qui il più alto fondo per la non autosufficienza».

DISTANZA IMPOSSIBILE

Quindi Bonaccini pensa che bisogna dare un lavoro a coloro che non lo hanno. Evidentemente ritiene che non lo si è fatto perché abbiamo avuto degli incapaci e che se ci fosse stato lui questo problema sarebbe stato risolto.

Mi pare quindi opportuno dare al governatore, presidente della Conferenza delle Regioni, che tante responsabilità ha nella distorta distribuzione delle risorse, alcuni elementi per fargli comprendere qual è il problema/opportunità del nostro Paese. Il Mezzogiorno andrà a regime e comincerà a produrre quello che deve quando la sua forza lavoro teorica sarà occupata. Perlomeno avrà la stessa percentuale di occupati rispetto alla popolazione complessiva simile alla regione che viene indicata da molti come quella più virtuosa e che rappresenterebbe il benchmark di riferimento per tutto il Paese e cioè la “sua” Emilia Romagna. Bene, come si vede dalla tabella allegata, che dà le proiezioni degli occupati nel Mezzogiorno, se questo dovesse avere le stesse percentuali di occupati, compresi i sommersi, che ha l’Emilia Romagna, la distanza da colmare è di quelle che fa sembrare la missione impossibile. Li conosce questi dati Bonaccini? Eppure in una conferenza da me fatta alla Conferenza delle Regioni, gli ho regalato una copia del mio Il coccodrillo si è affogato nel quale queste proiezioni vengono riportate. Gli consiglio di leggerlo e potrà capire che rispondere alle esigenze occupazionali del Mezzogiorno non è come spendere le risorse, peraltro sottratte al Sud, per quella che lui definisce la migliore sanità del Paese.

LA RISPOSTA ALL’OFFERTA

Peraltro gli converrebbe intanto mettersi d’accordo con i suoi colleghi richiedenti l’autonomia differenziata: Zaia e Fontana. Che fanno dichiarazioni sulla loro sanità come la migliore. Di quella lombarda abbiamo visto anche i risultati. Bene, dai dati riportati si vede che il Sud, in una dimensione di sviluppo compiuto, se dovesse avere le stesse percentuali nei vari settori dell’Emilia, diminuirebbe la percentuale sul totale degli occupati in agricoltura, che continuerà probabilmente ad aumentare il suo valore aggiunto, ma che avrà sempre meno addetti. La risposta all’offerta di lavoro la dovrà dare il manifatturiero, comprese le costruzioni private e pubbliche, che nel Sud sono da anni praticamente fermi.

LE PRESE IN GIRO

Per questo bisogna spiegare alla ministra Paola De Micheli che deve smettere di prendere in giro con alte velocità farlocche a 160 chilometri di velocità e con cantieri teorici che inizieranno a lavorare tra due anni, ma bisogna che faccia partire tutto quello che è possibile e cantierabile a cominciare dal ponte del Mediterraneo, già pronto a partire. E che bisogna aiutare le amministrazioni locali con iniezioni di personale tecnico per produrre quei progetti che attendiamo e dare velocemente le licenze ai privati per mettere in funzione il volano delle costruzioni.

PARTIRE DALLE ZES

Ma l’altro corno importante del riavvio di un processo di crescita deve partire dalle Zes, che sembra il governo si sia dimenticato, e che invece sono la soluzione, se ben attuate, per l’attrazione di investimenti dall’esterno dell’area, unico modo per incrementare quegli occupati nel manifatturiero soluzione alle problematiche del Mezzogiorno, mettendo in collegamento le due aree industriali pugliese e campana, con quell’alta velocità ferroviaria sempre annunciata è rinviata nel suo completamento un anno dopo l’altro. E poi quelle due Zes siciliane, che il governo regionale ha immaginato più per dare mancette ai propri clientes che per pensare al bene comune. Mentre i territori si spopolano e perdono quei giovani formati che ogni anno costano 20 miliardi, che vengono regalati a chi li utilizza, in particolare proprio Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

TURISMO AI MINIMI

E poi quei servizi, che sono sovradimensionati negli occupati assistiti e sottodimensionati in quelli produttivi del privato. In tale branca sono compresi anche gli occupati nel turismo, un’attività sottodimensionata e senza un progetto di ampliamento sul quale investire. Con quelle 80 milioni di presenze, pari a poco più quelle del solo Veneto. E che in un programma serio di sviluppo dovrebbero raddoppiare magari attuando delle Zes turistiche, ancora nella mente di Dio. Un raddoppio delle presenze porterebbe a un’occupazione aggiuntiva di 400.000 unità, che certamente da sole non possono risolvere il problema occupazionale dell’area ma che insieme a manifatturiero e costruzioni, in un arco temporale decennale, potrebbero aiutare a mettere a regime l’area oggi dimenticata. Tutte queste complessità il nostro Bonaccini non le conosce, probabilmente, e afferma disinvoltamente «la politica deve trovargli un lavoro». Bene dice Mattarella che siamo un popolo che ama la libertà ma anche la serietà: alcune volte, però, non sembra che tale approccio caratterizzi molti.


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