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Oltre 81mila domande solo a Bari, 117mila a Napoli: più di quelle presentate a Milano e Torino. E tra le prime dieci città con più candidati per le supplenze del personale scolastico a tempo indeterminato dei servizi complementari, otto sono del Mezzogiorno. Per i sindacati è l’effetto dell’emergenza Covid e l’aumento dei disoccupati nell’ultimo anno che hanno amplificato al Sud la ricerca di un posto nella Pubblica amministrazione: sono ben 2.178.949 le domande presentate in tutta Italia da coloro che sperano in un lavoro nella scuola. È una caccia al posto da supplente collaboratore scolastico, assistente tecnico o amministrativo, un vero esercito: 206mila solo in Puglia, 230mila in Campania, addirittura 265mila in Sicilia, ben oltre il Lazio (245mila) e la Lombardia (234mila). Numeri da record, mai registrati e che, secondo la Flc Cgil Puglia, sono aumentati in maniera esponenziale nell’anno della pandemia non per una semplice casualità. Infatti, tra gli aspiranti al posto nelle scuole ci sono anche professionisti con titoli di studio e qualifiche che in passato mai avrebbero partecipato al bando nazionale: commercialisti, ragionieri, persino qualche avvocato.

LE AREE GEOGRAFICHE

Il concorso pubblico, per soli titoli, di durata triennale, è scaduto il 26 aprile scorso e comporterà un super impegno per le segreterie scolastiche chiamate a graduare milioni di aspiranti a fronte di una modesta offerta di qualche migliaio di posti. Il dato aggregato per aree geografiche – secondo la rilevazione effettuata dalla Uil Scuola –  registra una fortissima prevalenza di aspiranti delle province meridionali (61,29%), rispetto a quelle centrosettentrionali (38,71%) e mette in evidenza un’elevata concentrazione di istanze prodotte da residenti nelle città metropolitane (38,8%).

Insomma, sale vertiginosamente la domanda di lavoro dopo che nel corso di poco più di un anno di pandemia Covid-19 si sono persi oltre 945.000 posti tra pubblico e privato. Qualche numero: alle scuole di Roma e provincia sono giunte circa 161mila domande, a Napoli 117mila, a Bari oltre 81mila, solo dopo ci sono Milano con 77mila e Torino con 72mila. Dietro, solamente città del Sud, nell’ordine: Catania, Palermo, Salerno, Lecce e Cosenza.

«Risulta drammaticamente confermato – sostiene la Uil scuola – l’effetto devastante della crisi economica, acuita dalla pandemia, sul mondo del lavoro contenuto solo attraverso l’adozione di misure straordinarie: blocco dei licenziamenti, ricorso massiccio alla cassa integrazione e agli interventi assistenziali (reddito di cittadinanza, di emergenza). Opportunamente, nel vertice Ue del 9 maggio a Porto, tra gli obiettivi prefissati dai Paesi membri è emerso quello del raggiungimento del 78% del tasso d’occupazione da conseguire entro il 2030. Nel frattempo è stato fortemente potenziato il budget del fondo Sace (misure di sostegno al lavoro) per traguardare una transizione che si preannuncia ancora lunga e complessa».

LA GRANDE SETE

«Mentre il mondo va avanti – dice il segretario generale di Uil Scuola, Pino Turi – il governo nicchia e pensa ai trasferimenti finanziari che le varie lobby rivendicano: serve, invece una strategia di sviluppo che guardi al lavoro, che è l’unico mezzo per aumentare la domanda aggregata che ci farebbe uscire dalla crisi. Al momento la politica non aiuta e pensa al consenso, ai like e alle prossime elezioni».

Non solo: secondo i sindacati il dato è persino sottostimato per quanto riguarda il Sud, perché molti lavoratori avrebbero fatto domanda al Nord per avere maggiori chance. «Il dato – commenta Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia – è, naturalmente, falsato rispetto alla carenza di posti di lavoro, se consideriamo che almeno 100mila aspiranti pugliesi l’hanno presentata verso le regioni del nord per avere qualche chance in più. Sono numeri che la dicono lunga sulla sete di lavoro che attraversa la nostra regione e sugli effetti che, conseguentemente, si ripercuotono sul calo vertiginoso, ormai continuo e costante, di alunni».

In Puglia, le domande sono 81.287 in provincia di Bari, 21.468 Brindisi, 32.777 Foggia, 38.798 Lecce e 32.061 Taranto. Almeno un terzo di queste domande, per le quali basta avere il diploma di qualifica o maturità, ha interessato migliaia di giovani e meno giovani laureati. Le domande sono così suddivise: 186.527 per il profilo di assistente amministrativo (73.186 Bari, 19.438 Brindisi, 29.933 Foggia, 34.880 Lecce, 29.090 Taranto), 181.093 per quello di collaboratore scolastico (70.157 Bari, 19.274 Brindisi, 28.983 Foggia, 34.278 Lecce, 28.401 Taranto), 86.389 per assistente tecnico (33.190 Bari, 9.489 Brindisi, 13.419 Foggia, 15.727 Lecce, 14.564 Taranto), 2.200 per addetto aziende agrarie (953 Bari, 209 Brindisi, 310 Foggia, 337 Lecce, 391 Taranto), 5.960 per cuoco (2.501 Bari, 594 Brindisi, 966 Foggia, 974 Lecce, 925 Taranto), 5.308 per guardarobiere (2.341 Bari, 490 Brindisi, 859 Foggia, 930 Lecce, 688 Taranto) e 1.346 per infermiere (469 Bari, 89 Brindisi, 410 Foggia, 215 Lecce, 163 Taranto).

LE GRADUATORIE

«Anche questo governo – conclude Verga – si ostina a non incrementare gli organici, soprattutto in considerazione degli spazi necessari per gestire la pandemia in atto. Anzi, attraverso un pasticcio di norme, taglia di fatto alla Puglia circa 500 posti di collaboratore scolastico mandandolo, in numerose scuole, addirittura in esubero. È necessario che nel Pnrr la scuola sia messa al primo posto, se si vuole veramente intervenire con investimenti strutturali anziché spot come il cosiddetto organico Covid».

Si tratta di graduatorie che, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale 50/2021, hanno validità per il triennio 2021-2023 per i profili di assistente amministrativo, collaboratore scolastico, assistente tecnico, addetto alle aziende agrarie, cuoco, infermiere e guardarobiere. Nella domanda gli aspiranti hanno potuto inserire fino a un massimo di 30 scuole e a breve saranno inseriti, secondo il punteggio spettante, in graduatorie utili a coprire le supplenze temporanee a partire già dal prossimo anno scolastico. «Inutile sottolineare che il maggior numero di domande è stato inviato dal sud Italia, dove la disoccupazione è un dramma ormai sclerotizzato che ora, dopo la pandemia, sta diventando una emergenza di dimensioni macroscopiche. E chissà se le migliaia di persone che hanno inoltrato le domande sanno che nelle scuole del sud non lavoreranno mai, visto il blocco degli organici che, come ogni anno, è stato confermato anche per il prossimo, sostiene il sindacato Usb.


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