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Palazzo Chigi

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Èiniziato ieri per il decreto Agosto, nella commissione Bilancio di Palazzo Madama, il cammino parlamentare che dovrà portarlo alla conversione in legge entro la metà di ottobre. Una data “affollata”, in quanto coincide con il termine che il Governo si è dato per la presentazione del Recovery Plan a Bruxelles. Mentre maggioranza e opposizione lavorano alle rispettive proposte di aggiustamento – che potranno contare su un plafond di circa 300 milioni – i ministeri dovrebbero essere già al lavoro per scrivere i decreti attuativi del provvedimento.

Condizionale d’obbligo, visto che per uno dei 31 previsti, il termine è già scaduto: le modalità di erogazione dell’assegno di indennità per i lavoratori delle associazioni sportive costrette a sospendere l’attività per via del Covid avrebbero dovuto esser definite entro il 22 agosto. Per altri la scadenza è abbastanza vicina: entro il 14 settembre, per esempio, andrebbero stabiliti criteri e modalità di riparto del Fondo di rotazione, per gli esercizi 2020-2022, a sostegno degli enti in deficit strutturale; come le condizioni per il riconoscimento della compensazione dei danni subiti dal settore del trasporto marittimo e dei minori ricavi registrati dagli operatori del trasporto pubblico su gomma e di linea aerea.

E ancora, l’ammontare e i requisiti per il contributo a sostegno della filiera della ristorazione. Il 14 settembre è anche il termine fissato per la nomina del commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova e della Costruzioni Mose Arsenale – Comar S.c.ar.l.

LA FISCALITÀ DI VANTAGGIO

Richiede un decreto attuativo del presidente del Consiglio anche l’articolo che prevede una fiscalità di vantaggio per il Sud (art. 27), la misura cui il governo, su pressione del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, affida l’avvio del processo di riavvicinamento del Mezzogiorno al resto del Paese, processo fortemente sostenuto dalle istituzioni europee che hanno inserito la ricomposizione dei divari territoriali tra le condizioni cui è subordinata l’assegnazione delle risorse del Next Generation, di cui 209 destinate all’Italia. Entro il 31 novembre dovranno esser individuati gli “indicatori oggettivi di svantaggio socio-economico e di accessibilità al mercato unico europeo utili per la definizione di misure agevolative di decontribuzione degli interventi di coesione territoriale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei Piani Nazionali di Riforma”.

IL RIASSETTO DI SACE

Non ha data di scadenza, invece, il provvedimento cui si affida la “determinazione del riassetto del gruppo Sace”, l’azienda controllata da Cassa depositi e prestiti che sostiene le imprese italiane sul mercato estero, su cui è in corso un braccio di ferro tra il Mef e il Maeci, entrambi interessati ad averne il controllo.
A seguire il dossier, secondo quanto si apprende da fonti vicine alla trattativa, sarebbero, rispettivamente, il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera e il presidente di Simest, Pasquale Salzano, persona di fiducia del ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Secondo le stesse fonti, il ministro Gualtieri sarebbe determinato a chiudere entro fine anno la partita, ovviamente a vantaggio del Mef, che dovrebbe portare nella cassaforte di Cdp tra i 4 e i 5 miliardi di euro. Il decreto, intanto, sarebbe atteso per settembre.

Tutti da scrivere i provvedimenti attuativi del dl Agosto, quindi, come i 20 previsti per rendere pienamente operativa la “madre di tutte le riforme”, il decreto Semplificazioni. Considerato strategico anche per gli investimenti e le riforme attesi dall’Europa nell’ambito del Recovery Plan, è ora all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici del Senato, appesantito da circa 2.900 emendamenti e bersagliato dalla Corte dei Conti che ha messo nel mirino lo “sblocca-firme”, chiedendo di “cancellare le norme di deresponsabilizzazione”. Nel frattempo si avvicina la scadenza – il 30 agosto – per l’approvazione delle linee guida per le indagini sullo stato di conservazione delle gallerie lungo le infrastrutture gestite da Anas e altre società, o, tra gli altri, per uniformare i criteri di valutazione e classificazione del livello di rischio per la sicurezza di ponti, viadotti, cavalcavia, e gallerie lungo la rete di strade e autostrade gestite da Anas.

Per il decreto Rilancio restano ancora al palo 100 provvedimenti attuativi su 137, la maggior parte riguardano misure di sostegno alle imprese e all’economia. Andando ancora a ritroso, sono ancora tutte bianche le pagine riservate agli 8 decreti attuativi del dl Liquidità varato in aprile, per 5 dei quali sono già scaduti i termini. Mentre per il Cura Italia di marzo, mancano all’appello 14 provvedimenti, di cui 5 scaduti, su 34. Tirando le somme, nell’ambito dei provvedimenti varati per fronteggiare l’emergenza Covid, sono 173 i decreti attuativi che mancano per rendere pienamente operative le misure messe in campo. Mentre per il Conte II, sempre secondo l’Ufficio per il programma di Governo, il conteggio complessivo sale a quota 433, su 547.


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