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Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca

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«IL 34% dei fondi europei al Sud? Il Governo deve invertire le percentuali. Il 34% deve andare al Nord». C’è un governatore del Mezzogiorno che si è svegliato all’improvviso e ha “sposato” la battaglia, le analisi e le tesi de “L’Altra voce del Sud”. Questa volta Vincenzo De Luca non fa solo uno show politico e demagogico nella consueta diretta Facebook del venerdì. Tocca le corde del problema istituzionale, economico e sociale del Mezzogiorno. Senza troppi giri di parole spiega che l’uso dei fondi europei rappresentano l’ennesimo furto ai danni del Sud. E fa anche di più. Si mette di traverso, contesta il governo e il suo partito, il Partito democratico, che supporta e sostiene il percorso politico dell’esecutivo nazionale. E ora il presidente-sceriffo è pronto a guidare una sommossa istituzionale dei governatori del Mezzogiorno.

«Ci dobbiamo preparare – ha sottolineato – nei prossimi giorni vedremo di proporre un incontro con altre regioni del sud per mettere in campo una risposta istituzionale chiara e forte per impedire che questo ennesimo furto a danno del Sud sia consumato, nell’indifferenza del Paese e, quello che è peggio, delle Regioni meridionali stesse, ma anche per verificare se i parecchi ministri campani diano cenni di esistenza oppure no».

De Luca è un fiume in piena che rompe gli argini e travolge tutto e tutti. Sui fondi europei, ribadisce ancora una volta durante la diretta social, «c’è un problema politico che per quel che riguarda noi meridionali è il problema principale: sia detto in maniera brutalmente chiara, le ipotesi del Governo configurano un ennesimo furto nei confronti delle regioni meridionali». «I fondi europei – ha aggiunto il governatore della Campania – sono stati destinati all’Italia per una ragione principale: recuperare il divario Nord-Sud. Le risorse sono state attribuite dall’Europa tenendo conto della popolazione delle diverse regioni, del divario del Pil rispetto alla media europea e del tasso di disoccupazione dei diversi territori. La gran parte di questi fondi dunque arriva all’Italia per recuperare il divario delle regioni del Sud, in termini di Pil e disoccupazione. Il Governo invece ipotizza di fare esattamente il contrario: di destinare, invece che il 66% di risorse al Sud e il 34 al Nord, di fare tutto il contrario. Adesso basta, le regioni meridionali non possono più subire e restare a guardare».

Una questione che proprio qualche giorno sulle colonne de “L’Altra voce dell’Italia” aveva affrontato a viso aperto anche l’europarlamentare campano di Forza Italia, Fulvio Martusciello. «Le regioni del Sud devono fare squadra, non possono essere ancora penalizzate – aveva detto – Ho sentito i colleghi di altri Paesi europei e hanno trovato imbarazzante tutto ciò e come sia stato possibile. Le percentuali dovrebbero essere ben diverse. Andava tutelato il 65% di fondi per il Sud. Il Nord ha già tutto il ritorno delle Olimpiadi invernali e di una economica che marcia più spedita». È una battaglia del Sud che va oltre bandiere e colori politici, su cui adesso si chiede una ferma presa di posizione degli uomini meridionali del governo. Il Sud non vuole più subire e ha deciso di reagire in maniera decisa. Sarà la volta buona? Il tempo e i fatti daranno le risposte. «C’è da riflettere» poi, secondo De Luca, «sull’uso del modello operativo e sulla suddivisione dei capitoli» in merito all’utilizzo dei 209 miliardi di fondi europei. «Il modelli di gestione prevede l’impegno di decine di tecnici che dovrebbero utilizzare 209 miliardi – ha spiegato – in questa ipotesi non si verifica un’accelerazione dei tempi di spesa ma una complicazione di tutti i problemi, pensiamo ai conflitti di competenza. Noi abbiamo avuto due modelli, il modello Genova, grande rapidità nell’esecuzione dell’opera, e un altro modello che non viene mai ricordato, il modello Napoli, le Universiadi, un evento in cui in dieci mesi abbiamo realizzato la ristrutturazione o fatto completamente 70 impianti sportivi in un contesto di assoluta trasparenza». «Se è possibile fare opere pubbliche in tempi rapidi – domanda De Luca – perchè queste modalità operative non devono diventare modalità operative ordinarie delle istituzioni territoriali?».

C’è poi un altro aspetto non trascurabile. Per il governatore campano «la divisione da parte del Governo in sei capitoli dell’uso dei fondi europei». In questi sei capitoli c’è un capitolo sotto finanziato, la sanità con solo 9 miliardi, ed un altro assente, il turismo. «E’ una suddivisione inaccettabile dal mio punto di vista» sbotta De Luca. Ma c’è un’altra faccenda che ha mandato su tutte le furie il governatore della Campania che parla di «pura speculazione del Nord». De Luca, infatti, ha puntato il dito contro una campagna pubblicitaria messa in atto dall’Istituto nazionale tumori di Milano su alcuni bus di Napoli. In diretta Fb ha mostrato l’immagine dello slogan: «Invitano i nostri cittadini ad andare a Milano a fare diagnosi», dice. «Sui pullman che circolano a Napoli – spiega De Luca mostrando anche un’immagine – ci sono questi cartelloni che invitano i nostri concittadini ad andare in Lombardia per fare le diagnosi: siamo di fronte ad un ennesimo atto vergognoso di speculazione sulla pelle dei malati, che sono invitati ad affrontare questi viaggi della speranza assolutamente inutili e oggi anche pericolosi considerando il tasso di contagio che abbiamo in altre regioni d’Italia. E’ giusto il caso di ricordare – prosegue il presidente della Campania – che abbiamo a Napoli il Pascale, il principale istituto di cura dei tumori d’Italia, un’eccellenza nazionale, europea e mondiale. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna altra parte. Del resto, se abbiamo molti meno ricoveri in terapia intensiva, rispetto alla Lombardia stessa, qualcosa vorrà dire dal punto di vista della qualità delle nostre strutture sanitarie. Un tempo potevo capire certi tipi di scelte ma oggi – conclude De Luca – ci sono pazienti che dal nord vengono a curarsi da noi perché abbiamo dei professionisti di valore assoluto».


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