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Giuseppe Conte in collegamento con i governatori

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Primum vivere deinde philosofare. D’accordo. Ma che tra i duellanti il sopravvissuto sia Giuseppe Conte potrebbe non essere la soluzione del problema. Purtroppo per il premier (e per noi) un governo più debole e a trazione minoritaria, non potrà fare quello che il precedente non ha neanche mai tentato di fare. Ed è una brutta notizia per il Mezzogiorno, mai come in queste ore abbandonato ai marosi: Il Titanic s’è incagliato di nuovo. E la consolazione non può essere l’auto-siluramento di Matteo Renzi, uno che litigherebbe anche con Dio pur di affermare il suo ego smisurato. Né può esserlo la parabola discendente di Matteo Salvini. Senza i due Matteo, Conte potrà evitare il quotidiano stillicidio ma non basterà. Per fare quello che serve al Sud e l’Europa ci chiede ci vogliono coraggio e punti fermi. Proprio quello che finora è mancato.

L’ILLUSIONE OTTICA DEL 50%

La prima cosa da fare è ricordare a chiunque sarà chiamato a gestire queste risorse – 209 miliardi di euro – è che se le otterremo sarà perché il nostro è rimasto il Paese delle disuguaglianze. Ergo: quei soldi dovranno essere utilizzati in primo luogo per le riforme. Per ridurre gli squilibri territoriali e non a pioggia per accontentare questa o quella lobby. Quel 50% di risorse del Recovery plan che sulla carta sono destinate al Sud nella realtà dei fatti potrebbero trasformarsi in un colossale imbroglio. L’alchimia, l’illusione ottica di chi pensa di gestire l’Italia come potrebbe fare un animatore di un country club. Le opere cantierabili, quelle che si potrebbero fare già domani, sommate non superano al massimo i 4 miliardi di euro.

IL CARDELLINO FRATINO PUÒ BLOCCARE IL RECOVERY PLAN

Al contrario, l’elenco delle cose da fare è sterminato: la rete stradale sempre più simile alle carrabili dei safari; la rete ferroviaria che in alcuni tratti si potrebbe sostituire con le diligenze impiegando lo stesso tempo. La ripartizione dei Fondi Dad del ministero della Pubblica istruzione che vedono il Sud quasi sempre fanalino di coda. Potremmo continuare con digital divide, edilizia scolastica, spesa pubblica allargata et, etc, Un esempio su tutti, a proposito di opere strategiche, (di quello che si dovrà evitare), è il raddoppio ferroviario della Termoli-Lesina per il quale si è ancora in attesa del parere del ministero dell’Ambiente. Il problema è l’impatto che il nuovo tratto ferroviario avrebbe sull’ habitat del cardellino Fratino, un uccellino che nidifica tra le dune.

Si dà il caso che dalla realizzazione del raddoppio dipenda il completamento del “Corridoio Adriatico”. Un passo avanti è stato nell’ottobre scorso la firma di un protocollo tra le regioni Marche, Abruzzo, Molise e Puglia che a quanto pare avrebbero finalmente smesso di litigare tra loro. Se è bastato un cardellino a fermare un’opera così strategica che ne sarà di tutti i magnifici progetti contenuti nel Recovery plan? Un’analisi del centro studi di Intesa San Paolo condotta nel Mezzogiorno su un campione di 10.400 società ha evidenziato una crescita di fatturato e maggiori margini per le imprese dell’Alta tecnologie rispetto ad altri settori. E’ la riprova che l’immagine del Sud non corrisponde più allo stereotipo da cartolina.

CHI FRENERÀ LE SMANIE DA PROTAGONISMO DEI GOVERNATORI?

La nostra è una Repubblica democratica attraversata di tanto in tanto da smanie secessioniste. Il tasso di litigiosità dei “governatori” ha rallentato l’azione di governo. La negazione del principio di coabitazione istituzionale ha fatto il resto. L’ultimo esempio è l’uscita a piede libero di Letizia Moratti, neo acquisto della giunta lombarda, che voleva introdurre per la distribuzione dei vaccini il principio del Pil, intenzione poi ritirata. Quello più eclatante : la mancata attuazione dell’articolo 22 della legge 2009 sulla perequazione infrastrutturale. L’emergenza pandemia ha esacerbato i conflitti. Saprà una compagine di governo raccogliticcia, poggiata su una quarta gamba traballante, tenere testa alla voglia di protagonismo dei governatori? E le commissioni parlamentari, dove si fanno i giochi veri, senza una maggioranza certa, sapranno non andare per naturale vocazione in direzione Nord?


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