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Bruno Tabacci

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ECCOLA la quarta gamba che dovrebbe sostenere il Conte III. Più che un arto sul quale far camminare un progetto politico una protesi posticcia. O meglio ancora una maionese impazzita, dieci senatori che messi insieme, per origine e provenienza, rimandano ad un’Armata Brancaleone, un esercito che più raccogliticcio non si può, “senza armatura/senza paura/senza calzari/senza denari/senza la brocca/senza pagnocca/senza la mappa/senza pappa”.

E sì. Perché sotto l’egida assai articolata del nuovo simbolo Europeisti-Maie-Centro democratico è nato con la benedizione della Casellati il nuovo gruppo tanto caro a Bruno Tabacci, i magnifici dieci che da ieri indossano la divisa dei Costruttori. Nati con una missione precisa: salvare il soldato Giuseppi, tirarlo fuori dalla situazione difficile in cui lo ha messo Renzi e in cui in parte – diciamolo – s’è messo da solo.

Ma il problema, appunto, non sono loro, che anzi, animati da buona volontà, cercano di far coincidere la salvezza dell’ex premier con la salvezza dei propri destini. Il problema è chi pensa che basti un manipolo di fuoriusciti e reduci più una senatrice ex Forza Italia forse infiltrata e un’altra senatrice presa in prestito dal Pd a far decollare un esecutivo che s’è schiantato in volo pochi giorni dopo aver ottenuto la fiducia.

I MAGNIFICI DIECI CHE GIÀ VOTARONO LA FIDUCIA AL GOVERNO CONTE

L’altro problema, quello vero, è che il nuovo gruppo non rappresenta un rafforzamento della maggioranza perché i suoi dieci componenti, inclusi i due senatori del soccorso azzurro, Rossi e Causin, hanno già votato la fiducia al governo. Si capirà allora perché per l’ex forzista Raffaele Fantetti salire al Colle e garantire al presidente Mattarella il controllo dei suoi pianeti dispersi non sarà semplice.

Fantetti, 54 anni, è un avvocato residente a Londra, circoscrizione in cui è stato eletto. Rimasto fuori e poi ripescato alle Politiche del 2008 nelle liste del Popolo delle Libertà, l’avvocato lascia Forza Italia e passa al Maie il 12 ottobre del 2020. Il suo vice è il veneziano Andrea Causin, uno che nell’arco di 10 anni ha indossato maglie di di schieramenti diversi trovando ogni volta una motivazione e una collocazione nuova. Dagli inizi democristiani, legato alla sinistra di Mino Martinazzoli, al passaggio al Pd nel 2008, come responsabile enti locali. Causin è uomo di grandi innamoramenti e di brevi passioni. Seguiranno Italia Futura, (Montezemolo), Scelta Civica, fino al passaggio, tre anni fa, in Forza Italia. Una sua frase presa dai social rappresenta perfettamente il suo stato fluttuante: “La politica è come un pallone da rugby, non sai mai dove rimbalza”. Più che una squadra, un patchwork.

Del collage fa parte Adriano Cario, residente a Buenos Aires, eletto nella circoscrizione America meridionale, nato a Montevideo e presidente dell’Associazione Centro Calabrese. Cario ha costruito la sua carriera politica grazie alla sua casa editrice che pubblica ben 8 settimanali in lingua italiana in Sud America. Uno di questi si chiama “Italia Viva”. Ogni riferimento al partito di Renzi è puramente casuale.

IMPEGNO PER CONTRASTARE LA PANDEMIA E LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Dall’America meridionale proviene anche Riccardo Antonio Merlo, presidente del Maie, imprenditore, docente e giornalista, e sottosegretario agli Affari esteri sia nel primo governo Conte che nel secondo. Un caso di carica transitiva a prescindere dal colore della colore cromatico dell’esecutivo. Di Maria Rossi, l’ex “badante” di Berlusconi, molto si è detto e scritto. Gossip allo stato puro, paparazzata ma non solo gossip.

Quello che si sussurra e che molti pensano, è che in realtà la sua uscita da Forza Italia, sia solo un espediente per collocare una pedina forzista in territorio nemico. Più che una missione vendicativa, dunque, una mossa per punire il Cavaliere che l’ha sostituita e dimenticata, una copertura. Fantapolitica? Con Berlusconi è possibile tutto e il contrario di tutto, ormai lo abbiamo imparato.

Poi ci sono i fuoriusciti dal M5S, quelli che qualcuno ha definito “Morosi per Conte”. In realtà, il loro trasformismo è un effetto ritardato dello stile giustizialista della Casaleggio &associati. Maurizio Buccarella, finì nello scandalo rimborsopoli, con l’accusa di aver revocato i bonifici. Altri come lui sono stati graziati o ignorati. “Non torno su queste polemiche”, premette. Il nuovo ruolo? “Questo gruppo nasce per garantire un sostegno al nuovo governo, auspicabilmente guidato da Conte ma anche per garantire il nostro impegno internazionale in vista della gestione del Recovery Fund, del G20 e del Cop26, l’impegno per contrastare i cambiamenti climatici è uno dei punti che abbiamo sottoscritto”.

Ex 5 Stelle anche Gregorio De Falco e Saverio De Bonis. Il primo, noto per il suo scontro con Schettino, nelle ore del drammatico affondamento della Costa Concordia, è poco meno di un caso. Fu cacciato per aver votato durante il governo gialloverde contro il Decreto sicurezza, lo stesso che il successivo governo giallorosso avrebbe cancellato con un colpo di spugna. Il secondo, De Bonis, eletto in Basilicata, per aver violato il codice etico, aver omesso prima di candidarsi di aver riportato una “condanna contabile”, una vicenda risalente al 2015: aver partecipato ad un bando dichiarando una qualifica fasulla per facilitare la sua azienda agricola. Dulcis in fundo Tatjana Rojc, triestina rappresentante della comunità slovena, arrivata in prestito dal Pd, che dice “il mio è solo un aiuto tecnico per far nascere i Costruttori” . Resta alla fine però un dubbio: siamo sicuri che sono nati?

In ogni caso e  comunque vada, valga per loro la frase che Monicelli nel suo film fa dire a Brancaleone da Norcia, cioè Vittorio Gassman: “All’erta miei prodi! Fino a ieri vi siete coperti di m…a! Copritevi oggi di gloria!”.


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