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Matteo Salvini

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Tira una brutta aria sulla Lombardia. I tanti errori della Regione iniziano a venire al pettine e Matteo Salvini sembra convinto di scaricare le responsabilità sui tecnici.

Nei giorni scorsi rispondendo ai giornalisti ha detto che «bisogna correre, se qualcuno ha sbagliato paga, e quindi anche nella macchina tecnica della Regione Lombardia evidentemente c’è qualcuno che non è all’altezza del compito richiesto».

La colpa del flop lombardo nella gestione della pandemia sarebbe dunque colpa del braccio amministrativo dell’Amministrazione Fontana. Un passo avanti, comunque lo si intenda, perché dalla politica arriva la conferma ufficiale che all’ombra del Pirellone le cose non sono andate bene. Anzi.

I DATI DEL FLOP

I dati non mentono: la Lombardia ha un record negativo sul 2020 e sembra sulla strada per segnare un altro disastro nel 2021. Da giorni, infatti, arrivano notizie preoccupanti da Brescia, una delle province che ha pagato il dazio più pesante al Covid-19: le terapie intensive sono quasi sature e negli ospedali di tutta la regione è partita la corsa per riaprire i reparti per i malati di Sars-Cov-2, perché la primavera sembra pericolosamente vicina a replicare la peggiore stagione da inizio Novecento per il bollettino di decessi in Lombardia.

Come ha ammesso Fontana «da una settimana, soprattutto a causa delle varianti, siamo entrati in quella che è definita come “terza ondata”. I dati ospedalieri sono in netta crescita e purtroppo le chiusure sono ancora necessarie per contrastare l’espansione del virus, ma non è la stessa situazione di un anno fa. Sappiamo come proteggerci».

Con 47.619 tamponi effettuati, oggi intanto sono 4.084 i nuovi positivi in Lombardia, con il tasso di positività all’8,5%, in calo rispetto a ieri (10%). Sono in aumento i ricoveri sia in terapia intensiva (+14, 611) sia negli altri reparti (+216, 5.416). I decessi sono 63, per un totale complessivo di 28.853 morti in regione dall’inizio della pandemia.

Nel frattempo si continua a discutere di altre possibili opzioni nel momento in cui l’Amministrazione lombarda ha dovuto arrendersi e affidare la gestione delle vaccinazioni allo Stato, lo stesso che negli ultimi mesi era il nemico numero uno della giunta Fontana.

Da quando Giancarlo Giorgetti è entrato nel governo come ministro dello Sviluppo economico la musica però sembra cambiata. Adesso Attilio Fontana ha rilanciato la notizia della produzione del vaccino russo in Lombardia: «Una notizia positiva! Il vaccino Sputnik V avrà un polo produttivo anche in Lombardia. È il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino che nelle scorse settimane ha avviato il processo di autorizzazione per le somministrazioni in Europa» ha esultato il governatore lombardo su Twitter.

Poche ore dopo, però, ha subito fatto un passo indietro: «Sul vaccino russo Sputnik la Regione Lombardia sta alla finestra. Non possiamo decidere. Aspettiamo e vediamo. Servirà l’autorizzazione di Ema perché la commercializzazione è vincolata all’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali».

I FURBETTI DEL VACCINO

Nel frattempo in Lombardia non mancano i furbetti del vaccino: sono duecentoventi le persone che hanno tentato di farsi vaccinare contro il Covid senza averne diritto, ma sono state individuate: è quanto rende noto la Direzione aziendale dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, dopo che ieri Radio Popolare ha svelato che in diversi si sono appropriati del link interno riservato al personale medico inserito negli elenchi degli aventi diritto forniti da Ats Città Metropolitana di Milano.

«Il sistema di prenotazioni interne all’Azienda – si legge nella nota dell’Asst Santi Paolo e Carlo -grazie ad attente verifiche e controlli effettuati quotidianamente prima dell’accesso al Centro vaccinale collocato presso il Centro ospedaliero militare prevede l’identificazione del soggetto avente diritto: il giorno antecedente l’appuntamento si effettuano controlli incrociati con l’elenco degli aventi diritto e, successivamente in loco, si prosegue con l’identificazione dell’individuo, la compilazione di autocertificazione del diritto alla somministrazione del vaccino e colloquio informativo con il medico».

«Grazie ai controlli interni – precisa l’azienda sanitaria – sono stati individuati, identificati ed eliminati dagli appuntamenti fissati n° 220 persone non aventi diritto (pari allo 0,4%, degli oltre 18.000 vaccinati) che, consapevoli di non essere autorizzati, hanno tentato senza successo di ovviare le regole».

IL TRENO-OSPEDALE

Ma ci sono anche i tentativi di innovare il sistema sanitario con un treno- ospedale: «Questo ospedale mobile può girare ovunque nel nostro Paese, speriamo non ce ne sia bisogno, ma purtroppo temo che già a breve sarà utilizzato» ha dichiarato il presidente della Regione, Attilio Fontana, presentando il “Treno sanitario” di Areu Lombardia.

Il treno ha funzioni di trasporto per malati in varie zone d’Italia per alleggerire la pressione sugli ospedali oltre che per integrare i presidi medici presenti sul territorio. Lodando la collaborazione tra FS, Areu e Protezione civile, Fontana ha evidenziato che «ognuno ha portato le sue capacità per creare qualcosa di unico che potrà essere un modello anche per altri luoghi».

Il direttore generale di Areu, Alberto Zoli, aveva confermato che il treno potrebbe essere operativo a breve perché, ha spiegato, «questa mattina il Cts già discuteva di usare questo treno per trasferire i pazienti da una parte più colpita a una meno colpita del Paese», aggiungendo che nella giornata Areu ha «trasferito 30 pazienti solo da Brescia verso altre realtà regionali».

Il Dg di Areu ha sottolineato come siano già state stipulate «convenzioni tra Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna affinché le équipe possano essere integrate con il personale di altre regioni. Sarà un treno delle regioni da un punto di vista sanitario, con capofila la Lombardia».

Nonostante tutto, però il cammino della Regione verso la zona rossa sembra inevitabile, anche se, almeno a livello di materiale, la Lombardia dovrebbe essere messa meglio rispetto alla primavera 2020. Come ha ammesso lo stesso Fontana: «E’ chiaro – ha sottolineato il governatore – che i numeri non stanno migliorando».


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