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Il ministro Daniele Franco

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I GRILLINI scendono dal treno. E non solo: dopo Domenico Arcuri e Mimmo Parisi, perdono anche Fabrizio Palermo, l’ultimo avamposto nella galassia delle partecipazioni di Stato in quanto amministratore delegato di Cdp.

La rivoluzione imposta da Mario Draghi e dal ministro Daniele Franco colpisce i Cinquestelle ma non risparmia nemmeno gli altri partiti che dovranno accontentarsi di dividersi i posti nel consiglio d’amministrazione e nei collegi sindacali. Alle Ferrovie dello Stato arriva come amministratore delegato Luigi Ferraris (una carriera fra Poste, Enel e Terna). Prenderà il posto di Gianfranco Battisti che tre anni fa aveva ricevuto l’investitura dal governo gialloverde.  

La presidenza, che per tutta la giornata sembra toccasse a Paolo Scaroni (ex amministratore delegato di Eni ed Enel) sarà al femminile con l’arrivo di Nicoletta Giadrossi, che ha già frequentato il sistema delle partecipazioni statali essendo stata consigliere d’amministrazione di Fincantieri. Attualmente riveste lo stesso incarico in diverse società private come Brembo e Falck Renewables. E considerata un’esperta nel campo della transizione energetica. Prenderà il posto di Gianluigi Vittorio Castelli che tre anni fa aveva ottenuto il gradimento della Lega. 

Fs avrà un ruolo decisivo nell’attuazione del Recovery Plan con oltre 30 miliardi di investimenti ferroviari e l’arrivo dell’Alta velocità anche al Sud, con l’avvio dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria.  

L’alternanza di genere, a quanto risulta sarà seguita anche in Rai di cui però si parlerà a giugno. Salgono le quotazioni di Raffaele Agrusti (per trent’anni top manager di Generali e poi presidente di Rai Way e amministratore delegato della mutua trentina Itas) che prenderà il posto di Fabrizio Salini. Per la presidenza si parla di Adriana Perrazzelli, membro del direttorio di Banca d’Italia che gode della considerazione di Draghi e di Daniele Franco.

Tutta al maschile, invece, la governance di Cdp la cui assemblea si riunisce oggi. È probabile che la lista venga presentata proprio in apertura dei lavori. La scelta dell’amministratore delegato sembra ormai definitivamente caduta su Dario Scannapieco, oggi alla Bei che già tre anni fa era stato fra i candidati. Prenderà il posto di Fabrizio Palermo. Perfetta continuità per la presidenza che spetta alle Fondazioni azionista di Cdp al 16%. Confermato alla presidenza Giovanni Gorno Tempini così come i due consiglieri Matteo Melley e Alessandra Ruzzu, indicata dal Banco di Sardegna che si è dimessa dal cda di Bper. Come si vede a prevalere, quindi, è stata la scelta di discontinuità, sulla scia di quanto Draghi ha fatto fino ad ora.

Le designazioni, infatti, hanno rotto il tradizionale rituale che accompagna sempre appuntamenti del genere La lista degli esempi è lunga: il generale Francesco Paolo Figliuolo che ha preso il posto di Domenico Arcuri a capo della struttura commissariale per l’emergenza Covid, Fabrizio Curcio alla Protezione civile per sostituire Angelo Borrelli. E, più in generale, scelte assunte in solitaria, come quella di portare Franco Gabrielli a palazzo Chigi per affidargli la delega sulla sicurezza o di mettere Elisabetta Belloni alla guida dei Servizi segreti. Da qui il ribaltone anche in dissonanza con l’orientamento del Quirinale che avrebbe preferito la continuità, con la riconferma degli amministratori delegati in carica.

Ai partiti è stata data solo la possibilità di nominare i consiglieri d’amministrazione. Per Cdp il Pd ha indicato Carlo Cerami, il M5s Francesco Floro Flores, entrambi già consiglieri. Alberto Bagnai della Lega ha presentato due nomi: Samuele Pasi e Franca Brusco (collegio sindacale). I pentastellati sono in subbuglio, un grido d’ allarme arriva dai gruppi parlamentari che lamentano come Giuseppe Conte non riesca a incidere: se le indiscrezioni saranno confermate, rilevano, per il Movimento sarà un’altra sconfitta.


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