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Il ministro per il Sud, Mara Carfagna

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CON IL via libera all’Accordo di Partenariato sul nuovo ciclo dei fondi strutturali (2021-2027), l’Italia – tra risorse europee e cofinanziamento nazionale – potrà disporre di altri 83 miliardi, di cui circa 56 destinati al Mezzogiorno, da investire nella crescita e nel recupero dei divari territoriali. Occorre stringere i tempi per arrivare a un’intesa che consenta di avviare già in autunno, una volta ottenuto l’ok definitivo della Commissione europea, l’avvio della progettazione e dell’attuazione degli interventi. Sull’uno e sull’altro finora l’Italia non ha brillato.

E la mole di risorse di cui – tra Recovey Plan e altri fondi europei e nazionali – il Paese si troverà a disporre da qui al 2030 comporteranno un impegno straordinario da parte di tutti, e da parte delle Regioni in primis.

Esponendo le opportunità che si offrono al Paese con l’arrivo delle risorse europee, il ministro per il Sud, Mara Carfagna, ha di fatto rinnovato alle amministrazioni la moral suasion a “rompere” una volta per tutte con la tradizione dei ritardi che hanno finora caratterizzato la gestione dei fondi di coesione. Lo ha fatto ieri nel corso dell’incontro con i duecento soggetti che compongono il Partenariato, tra ministeri, Regioni e un centinaio di organizzazioni economico-sociali e rappresentanti della società civile. Il 23 giugno il ministero del Sud ha inviato alla Commissione europea la bozza dell’Accordo di Partenariato, che consentirà di utilizzare gli 83 miliardi in campo.

«La Commissione ha già apprezzato il nostro lavoro, tanto da anticipare le consultazioni interne per accelerare il negoziato – ha affermato la ministra -. Ora spetta a noi procedere in maniera rapida per arrivare all’intesa definitiva entro e non oltre la metà di settembre, recuperando così in parte il ritardo con cui Bruxelles ha pubblicato il Regolamento».

Il testo dovrà ora passare al vaglio della Conferenza Unificata e del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) per arrivare quindi a notificare l’Accordo di Partenariato alla Commissione Europea entro – questo è l’obiettivo dichiarato dalla ministra – entro metà di settembre. Il nuovo ciclo, ha sottolineato Carfagna, ha incrementato i fondi rispetto alla precedente programmazione. «Di questi – ha spiegato – oltre 56 miliardi (cioè i due terzi) andranno a finanziare Programmi regionali (Por), mentre il resto andrà ai Programmi nazionali (Pon), che sono stati ridotti da 13 a 10, su richiesta della Commissione Ue».

In particolare, nella bozza inviata alla commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, “debutta” il Pon Salute con una dote di circa 620 miliardi desinata a colmare le disparità territoriali e sociali con particolare attenzione ai cittadini più vulnerabili delle regioni meno sviluppate; 5,6 miliardi andranno alla transizione verde e digitale; oltre 5 alle politiche per favorire l’occupazione soprattutto dei giovani e delle donne; con 4 miliardi viene rafforzato il Pon “Inclusione e Povertà“, mentre per il contrasto alla povertà educativa e la dispersione scolastica, in particolare al Sud, se ne prevedono oltre 3,8 miliardi. Per rivitalizzare i luoghi della cultura e altri spazi nelle regioni meno sviluppate si impegnano circa 650 milioni, 580 per garantire sicurezza e legalità anche a tutela dello sviluppo economico.

Il Pon “Metro Plus” (3 miliardi) potenzia l’analoga esperienza del ciclo precedente, estendendola anche alle città medie del Mezzogiorno puntando al miglioramento della qualità della vita in periferie e aree marginali. Nella lista compare anche il Just Transition Fund con i suoi 1,2 miliardi per la decarbonizzazione delle aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente. Con 1,3 miliardi, infine, si finanzia il Pon “Capacità e coesione” che “recluta” alte professionalità a tempo determinato, destinate al potenziamento delle strutture impegnate nella gestione dei fondi di coesione.

«Sul nostro Paese si sta concentrando una mole enorme di risorse – ha ricordato la ministro per il Sud- è indispensabile che tutte le amministrazioni, nazionali, regionali e locali, sviluppino al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al passato. In particolare, le Regioni hanno una responsabilità importante. Nel dl “Governance e Semplificazioni” il governo ha offerto loro un ruolo rafforzato dell’Agenzia per la Coesione e l’Accordo di Partenariato prevedrà anche la possibilità di reclutare professionalità a tempo determinato per gestire i fondi di coesione. Ora – ha concluso Carfagna – mi auguro che riusciremo a procedere in tempi rapidi con la chiusura dell’Accordo: sarebbe il miglior viatico per avviare la progettazione e l’attuazione degli interventi».


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