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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella tenuta di San Rossore saluta Ambra Sabatini, atleta paraolimpica

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LA PARTITA del centrosinistra si chiude con 8 vittorie su 10 capoluoghi. La sinistra vince a Roma, Torino, Cosenza, Savona, Isernia e si riconferma a Varese (la piccola capitale della Lega) e Caserta. A sorpresa il centrodestra perde anche Latina. Il centrosinistra si è accaparrato una striscia importante delle elezioni nei ballottaggi, caratterizzati da una grande astensione. A Roma e Torino vincono Roberto Gualtieri e Stefano Lo Russo. Trieste, cuore della protesta nel porto, resta nelle mani del centrodestra. «È una vittoria trionfale» dice Enrico Letta.

Ma quando Matteo Salvini non vuole accettare il verdetto e bere l’amaro calice della sconfitta, sostenendo che il centrodestra segna il passaggio, nelle sue fila, da 8 a 10 sindaci in più, il leader del Pd respinge le accuse, dicendo: «Ma queste sono parole surreali». E Meloni cerca di annacquare. «Non è stata una debacle». E surreali sono pure le posizioni del centrodestra, dove soltanto Giorgia Meloni accetta la sconfitta, «Non riusciamo  a strappare al centrosinistra le grandi città. Ma presto il centrodestra farà i conti con gli alleati». La leader di Fratelli d’Italia chiede da subito un vertice con Fdi, Forza Italia e Lega. Ma c’è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che lancia un appello contro gli «atti di violenza che ostacolano la ripresa del Paese» dopo la pandemia.

Intervenuto a Pisa, a inaugurare l’anno accademico 2021 e 2022  dell’università, il Capo dello Stato è arrivato al Palazzo della Sapienza, sede storica dell’ateneo di prima mattina, ed ha concluso la visita a Villa del Gombo, nell’ex tenuta di San Rossore, per l’iniziativa promossa per i 10 anni di “Giovanisi”, progetto della Regione Toscana di cui, finora, hanno beneficiato in oltre 370mila.

Sono dure e pesanti le parole di Mattarella, forse le più forti del settennato. Il richiamo alla «comune cultura d’Europa che nasce in larga misura dalle sue università», sopratutto da quelle sorte dopo l’anno Mille, si stempera nella constatazione che «c’è una deriva antiscientifica che si registra un po’ ovunque, anche nel nostro Paese, sia pure in piccole dosi che porta a bloccare il futuro e riportare tutto al passato». Mattarella ricorda quel che accadde un anno fa, «c’erano centinaia di vittime ogni giorno, ospedali stracolmi, sanitari generosamente impegnati fino allo stremo delle forze, accertamenti sanitari rinviati, il Paese sostanzialmente chiuso, una drammatica perdita di posti di lavoro». Ed ha aggiunto che «noi dobbiamo molto alla scienza, abbiamo passato un periodo lungo, che non dobbiamo dimenticare, anche per rispetto ai morti,» e conclude affermando che «tutto questo è alle spalle perché la scienza ci ha consegnato i vaccini, perché le misure di distanziamento e le mascherine hanno sconfitto, o almeno speriamo, il contagio».

Di conseguenza il presidente Mattarella si dichiara «sorpreso e addolorato che proprio adesso, quando si temeva il crollo del Paese, adesso che vediamo una ripresa incoraggiante, economicamente, socialmente, culturalmente, proprio ora esplodono fenomeni e iniziative con atti di violenza, di aggressiva contestazione, quasi a volere ostacolare la ripresa del Paese e che deve essere condotta a buon fine con fatica e con impegno».

Ma adesso come si fa a non processare i partiti del centrodestra? Quale il buco peggiore? Se Salvini si difende rovesciando le accuse contro la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, affermando che ha usato gli «idranti contro i lavoratori ed i guanti di velluto contro gli squadristi», Meloni riconosce di avere perso, minimizzando sulle espressioni. Ma per Salvini, gli elettori hanno subito uno smarrimento a causa delle divisioni di tutto il centro destra. Ma in ordine di priorità, la sconfitta è dipesa pure dall’affluenza,  davvero scarsa. «Nessun partito può gioire» ha sostenuto Meloni che non lascia la presa sui giornalisti (ai suoi occhi sono responsabili di aver svelato il caso Morisi a pochi giorni dalle elezioni, nonché le connessioni neofasciste con Lega e Fratelli d’Italia). L’accusa più grave è al centrosinistra, che ha trasformato la lotta politica in fango.

Ma c’è dell’altro. L’affluenza è il male oscuro di questa democrazia. «La gente non è andata a votare perché la politica con i giochi di palazzo ha mortificato la volontà dei cittadini». Non ultimo, la questione candidati. Non erano all’altezza, dicono nei corridoi. «Il centrodestra ha scelto profili meno noti e avremmo dovuto sciogliere prima: alle prossime elezioni ci dobbiamo mettere al lavoro immediatamente, entro la fine di quest’anno».

Meloni consiglia in chiara contestazione con le scelte operate da Salvini. «Non aiuta avere chi vorrebbe parlare a livello professionistico dei problemi, senza far parte della lotta di fango. Ultimo errore (ma non è propriamente ultimo) basta con le tre diverse posizioni su Draghi. Non si può cambiare opinione sul governo centrale. Il centrodestra deve darsi un orizzonte e rielaborare un progetto».


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