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Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil)

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PER IL caro bollette i denari non bastano mai. Il governo ha varato un nuovo decreto legge per rastrellare altri denari. La somma complessiva ammonta a quasi 4 miliardi. Ma per la precisione, come ha detto la ministra Maristella Gelmini, si tratta da 3,8 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto alle previsioni. Vengono disposti anticipi di spesa da 1,4 miliardi per incrementare i finanziamenti a Rfi per le infrastrutture ferroviarie nazionali. Arrivano inoltre 1,85 miliardi per l’acquisto di vaccini nel 2021. A questo, si aggiungono 49 milioni per le forze dell’ordine per il superlavoro dedicato alla pandemia. I soldi sono stati individuati nelle maglie dei conti pubblici. O meglio, negli interstizi dei saldi.

Spuntano, tuttavia, problemi per lo sciopero generale che Cgil e Uil (ma non Cisl) hanno indetto per il 16 dicembre prossimo. Il presidente dell’ Autorità garante, Giuseppe Santoro Passarelli, in una lettera alle segreterie di Cgil e Uil, Contesta il “mancato rispetto del periodo di franchigia” per i lavoratori addetti ai servizi di igiene ambientale e servizi alla collettività.

Insomma, bisognava dare un preavviso maggiore per evitare di incidere “sulla continuità dei servizi”.  Pertanto il garante invita le confederazioni sindacali a “riformulare” la proclamazione dello sciopero. A quanto si sa, Cgil e Uil hanno risposto picche. Semmai saranno esentati alcuni settori. Il Consiglio dei ministri ha infine approvato anche il decreto legge in materia fiscale. Secondo una nota, non sono state introdotte novità per quanto riguarda le aliquote sotto i 15 mila euro.

La conferma è stata data da Mara Carfagna, ministra per il Sud. La riunione in Consiglio dei ministri, sulle misure urgenti e fiscali, fino al tetto di 1,5miliardi, è avvenuta in un clima acceso ma senza scontri. Una partita contabile che riguarda risorse che dovranno essere spese entro il 2021 e di anticipazioni del 1022. Si tratta di fondi che rimarrebbero tra le pieghe del bilancio  e potrebbero essere destinati per il rincaro delle bollette. Il governo va veloce, malgrado gli scontri interni ed esterni. In primo luogo lo scontro sullo sciopero generale indetto per il 16 dicembre da Cgil e Uil con scambi di accuse tra maggioranza e governo. E poi gli scontri sul Superbonus del 110% nonché lo scontro sul bonus facciate. Clima caldo, assai difficile da dominare.

I partiti vorrebbero un allungamento dei periodi in cui vengono favorite le forze politiche. Ma questo si scontra con difficoltà di cassa. La proroga del bonus edilizio costituisce un traguardo che non sempre è bene accolto. Gli emendamenti finora presentati sono un’enormità, 690 in tutto. Ma soltanto nei prossimi giorni la Commissione Bilancio del Senato emetterà la sua sentenza. Tutti i partiti chiedono un’estensione della maxi agevolazione. Per modificare l’articolo 9 del disegno di legge che va sotto il nome di 110 per cento.

Poi c’è stato uno scontro sulle unifamiliari, meglio conosciute come villette. Tutti i partiti, nessuno escluso, hanno protestato per il tetto “Isee” che blocca la prosecuzione dei lavori. Sia Simona Malpezzi, capogruppo a Palazzo Madama per il Pd, che Antonio Misiani, ex viceministro dell’Economia, hanno chiesto la cancellazione del riferimento all’Indicatore della situazione economica, introdotto dal governo per sostituirlo con la possibilità di ridurre la percentuale del 110 % per i lavori nelle villette. Alla scadenza del 30 marzo 2022 dev’essere asseverato l’inizio lavori.

La Lega viene subito al sodo: chiede di cancellare qualsiasi riferimento all’Indicatore economico per compiere interventi con il 110% fino al termine del 2022. In genere, ogni partito ha la sua ricetta. Circa il Bonus facciate da segnalare , la percentuale si riduce dal 90 al 60%, ma Italia Viva chiede di sopprimere  la percentuale del 60%.

Il Pd chiede una proroga di almeno 6 mesi per consentire l’accesso al Bonus riqualificazione per il 90% fino al 30 giugno 1022. Invece, Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia in Senato, chiede che la detrazione del 90% per il Bonus facciate valga anche per il 2024.


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