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Incontro al comune di Napoli tra il ministro Carfagna e il sindaco Manfredi

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«Il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consolidato, con debito certificato è di 5 miliardi. Una cifra che, solamente a dirla, fa tremare. Dobbiamo riuscire a trovare le risorse che evitino il dissesto. Sarebbe veramente una mazzata in un momento in cui la città deve e ha voglia di ripartire perché poi lo pagherebbero le imprese, i cittadini, i servizi. Altro che terzo mondo, a quel punto sarebbe veramente dura poter andare avanti».

Gaetano Manfredi sa bene che la sfida da sindaco di una città così complessa e “indebitata” è dura, ma comunque non impossibile se ad agire è una squadra. È la squadra Governo-Comune quella che può portare un ente ad uscire dal tunnel per intravedere finalmente una luce. La visita istituzionale di ieri del Ministro per il Sud, Mara Carfagna, non è di certo occasionale, ma è funzionale a quello spirito di squadra in lotta per la normalità.

L’esponente di governo ha incontrato il sindaco Manfredi, con il quale si è intrattenuto sui temi di più stringente attualità che riguardano il capoluogo, quindi ha visitato il centro aerospaziale di Gianturco. Con il primo cittadino ha poi incontrato la stampa intrattenendosi anzitutto sul tema del dissesto finanziario del Comune.

«Stiamo valutando nel governo le soluzioni migliori. Condivido l’allarme del sindaco Manfredi – ha sottolineato Carfagna – anche perché conosco i conti del Comune per essere stata consigliere comunale e il peso che grava sulla città. Napoli tuttavia non è la sola città che si trova in una grave condizione economico-finanziaria: in Italia, soprattutto al Sud, sono circa 800 Comuni in difficoltà». Sulla possibilità di dilazionare il debito del Comune di Napoli, una proposta avanzata dal governatore campano Vincenzo De Luca, Carfagna ha aggiunto «che significa poi scaricare i conti sulle generazioni future».

Dopo un decennio, Napoli non è più sola, come spiega il Ministro che per niente velatamente lancia una bordata all’ex sindaco Luigi de Magistris. «Siamo intenzionati a mettere da parte le conflittualità che in passato hanno compromesso i rapporti tra l’amministrazione e il Governo – ha detto – Concordiamo con il sindaco sulla necessità di avviare una nuova fase e lavorare nell’interesse della città».

IL PIANO NAPOLI

La relazione dei revisori dei conti parla chiaro: «Il bilancio consolidato presenta dei disallineamenti contabili tra le parti, ovvero tra il Comune e le proprie partecipate». Incongruenza che «trova origine – ha spiegato l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta – nella omessa trasmissione delle informative contabili da parte di alcune partecipate e a una mancata azione dei servizi addetti al ramo per definire le singole partite controverse». E quindi per rimettere in ordine i conti bisognerà esercitare «il dovuto controllo sui servizi competenti ratione materiae, anche in ossequio alla esplicita osservazione dei revisori».

L’organo di controllo ha messo nero su bianco che «desta preoccupazione il persistente atteggiamento da parte della maggioranza degli organismi partecipati nel disattendere le direttive imposte dall’ente» e ha invitato il Comune «a valutare se ci sono gli estremi per l’applicazione delle sanzioni (articolo 16) previste dal regolamento sul controllo analogo con la rimozione dell’organo di governo dell’organismo partecipato». Per l’assessore si tratta di una «affermazione che non può essere ignorata. È ovviamente nostra intenzione – ha affermato Baretta – risolvere questa delicata questione in pieno spirito di collaborazione, che sono certo non mancherà anche da parte delle che fanno parte del gruppo».

Come il sindaco anche l’assessore ha sottolineato che «la situazione economico finanziaria del Comune è molto seria e necessita di un intervento straordinario, senza il quale è difficile assicurare la normale gestione. Questo allarme, che è rivolto al governo e alla politica nazionale – ha aggiunto – non ignora che non vi è solo Napoli in difficoltà, ma evidenziamo però la specificità del nostro Comune sia per la sua dimensione, sia per la sua rilevanza territoriale, come principale città del Mezzogiorno, sia per la particolare composizione della sua esposizione che presenta, tra l’altro, voci passive ereditate da un lontano passato, accumulate nello svolgimento di funzioni sussidiarie del governo». Nei fatti quello che l’ex sindaco Luigi de Magistris ha sostenuto per dieci anni. Ma la nuova giunta, ribadisce di voler segnare una forte discontinuità rispetto alla precedente. «La richiesta di un piano nazionale per Napoli è legittima e necessaria – ha chiarito Baretta – ma acquista credibilità se è accompagnata da nostri piani di intervento che affrontino le principali criticità del nostro bilancio riassumibili nell’inadeguata riscossione, nella gestione delle partecipate, nella presa in carico dei problemi del rilevante patrimonio, nella insostenibile carenza di personale».

Tornando ai disallineamenti «si sostanziano in partite non simmetriche – spiega Baretta – le più rilevanti delle quali attengono ai rapporti con Abc, azienda speciale, passati in ogni caso dai 59 milioni del 2018 ai 11,9 del 2020». Nella battaglia per ottenere un intervento da Roma, Manfredi incassa l’appoggio dei parlamentari campani di Forza Italia. «E’ una posizione che va assolutamente nella direzione giusta, la condivido, di fronte alla possibilità che la terza città d’Italia possa fallire non esistono bandierine di partito da far sventolare, ma solo interesse per la città da salvaguardare e preservare- ha sottolineato Carfagna – Soluzioni di buon senso non posso non condividerle». Al termine dell’incontro Manfredi si è detto adesso ottimista.

«Con Mara Carfagna, Ministra per il Sud, avviamo una nuova stagione per Napoli nel segno della collaborazione istituzionale e del perseguimento di obiettivi comuni, solo così saremo in grado di dare risposte ai cittadini e raggiungere risultati importanti per il futuro – ha scritto Manfredi sulla pagina Facebook – Riqualificazione di Bagnoli, restituzione dell’Albergo dei Poveri alla città e un progetto di sviluppo che va da Napoli Est a Pompei sono stati i temi al centro del nostro incontro che si è tenuto oggi a Palazzo San Giacomo. Sono fiducioso che nei prossimi giorni si trovi, dal punto di vista tecnico, la soluzione migliore che consenta di far ripartire con piene capacità di sviluppo la nostra città».

GLI ALTRI TEMI

«Si parla tanto di patto per Napoli – ha aggiunto toccando altri temi – nell’ambito delle mie competenze il patto è stato siglato per quello che riguarda tre grandi progetti di sviluppo per Napoli: la riqualificazione ambientale e la rigenerazione urbana di Bagnoli, la restituzione alla città dell’Albergo dei poveri e anche un progetto di sviluppo, da finanziare attraverso il contratto istituzionale di sviluppo, dell’area che va da Napoli est al Vesuvio e a Pompei».

Rispondendo a una domanda sulla possibilità di un lockdown limitato ai soli non vaccinati contro il Covid-19, Carfagna ha detto: «Se la situazione dovesse peggiorare siamo pronti a prendere ogni decisione utile per scongiurare l’avvento di una quarta ondata che in Europa sta assumendo dimensioni preoccupanti. Questo al momento non c’è, ma siamo pronti a intervenire qualora la situazione dovesse peggiorare». E ancora: «I numeri del nostro Paese sono diversi rispetto a quelli ad esempio austriaci o tedeschi. Questo testimonia che la strategia del Governo su vaccini e green pass va nella giusta direzione. Se avessimo dato retta a chi ci chiedeva di abbassare la guardia, ora saremmo nelle condizioni di Austria e Germania che non a caso considerano l’Italia un modello».

«Tutte le regioni italiane sono ancora in zona bianca – ha ricordato Carfagna – il nostro sistema sanitario regge e, nonostante l’aumento dei contagi, la situazione è sicuramente sotto controllo. Questo non vuol dire che si può abbassare la guardia. Bisogna naturalmente essere grati alle nostre autorità sanitarie, il generale Figliuolo e il Governo».

SOS BALNEARI

«Bisogna scongiurare soluzioni che possano penalizzare le migliaia di imprenditori balneari che in questi anni hanno messo in campo investimenti importanti». La posizione del ministro Carfagna è chiara. «Se si deve aprire il mercato, se si deve aprire anche questo tipo di settore alla concorrenza – ha aggiunto l’esponente del governo Draghi – non lo si può certo fare penalizzando chi in questi anni ha investito per rendere le nostre spiagge fruibili. Bisogna immaginare iniziative che vadano nella situazione di compensare i gestori e di risarcirli. Il Governo anche su questo si è riservato di intervenire a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato che c’è stata la settimana scorsa. Ci metteremo subito a lavoro per compensare questi due interessi, quello ad aprire il mercato alla concorrenza ma anche quello di chi ha effettuato interessi a non vedersi penalizzato».


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