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L’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera dopo l’incidente avuto durante le vacanze estive

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IL COPRIFUOCO rende bollente il clima politico in Lombardia. La proposta di ordinanza restrittiva avanzata dal governatore leghista Attilio Fontana ha irritato parte della maggioranza in Regione e lo stesso Matteo Salvini. Appena saputo delle intenzioni dell’ex sindaco di Varese, il segretario della Lega si è recato in tutta fretta a consulto a Palazzo Lombardia: voleva capire se fosse possibile evitare l’ordinanza di chiusura notturna per Milano.

La preoccupazione dell’ex ministro dell’Interno era di accollarsi misure impopolari al posto del governo, ma alla fine l’ha spuntata Fontana. L’ordinanza si fa: da oggi è vietato uscire dalle 23 alle 5 e si rischiano sanzioni fino a 3mila euro. Non solo: sarà vietata “la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande dalle ore 18.00 alle ore 5.00; in tale arco orario la vendita di bevande alcoliche da parte dei predetti esercizi è consentita solo mediante consegna a domicilio”.

Per Salvini è un altro brutto colpo dalla Lega con le radici a Varese: il governatore ha dimostrato di avere alle spalle abbastanza appoggi per cambiare la linea del segretario di partito. E Salvini aveva appena incassato lo schiaffo della candidatura di Roberto Maroni proprio a sindaco di Varese: in un primo momento l’ex governatore lombardo aveva annunciato di aver avuto la proposta da Matteo Salvini, affermazione poi smentita dall’ex ministro dell’Interno. Nei giorni successivi invece è stata ufficializzata la candidatura di Maroni a primo cittadino. Ora pure Fontana decide in autonomia, forse anche conscio che un suo secondo mandato è impossibile. E dunque non potendo perdere nulla politicamente ignora anche le preoccupazioni del suo segretario. Nel frattempo, la situazione in Lombardia non migliora. Nell’ospedale Sacco, quello dell’ormai celeberrimo Massimo Galli, si è verificato un focolaio di Covid. Una ventina di contagiati tra medici, infermieri e pazienti hanno bloccato il reparto di cardiologia. Il primo a contrarre il virus sarebbe stato un infermiere contagiatosi all’esterno. Ore le opere di sanificazione sono in corso, ma sembra un esempio di come a Milano non sta andando tutto bene.

Ma c’è invece chi non vede nessuna emergenza pur annunciando la riapertura degli ospedali della Fiera di Milano e Bergamo: l’assessore al Welfare Giulio Gallera insiste con messaggi tranquillizzanti e rivendica la scelta di aver assegnato premi ai dirigenti ospedalieri che chiudevano i reparti Covid. «Rivendico il premio per i letti Covid tagliati. Ha riavviato la sanità» ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. Ma mentre a Palazzo Lombardia pensavano a riavviare la sanità normale si perdeva il controllo dei tracciamenti. Per Gallera non è vero neppure questo, nonostante sia stata la stessa Ats di Milano a dichiararlo pubblicamente. Per l’assessore regionale in quota Forza Italia va tutto bene, anzi il tracciamento funziona. Come il piano per usare il famoso ospedale in Fiera: a quanto si apprende da Regione, ogni hub sanitario del sistema lombardo gestirà un cluster del centro costruito con le donazioni private dei lombardi. E per sopperire alle carenze di organico che si creeranno negli ospedali più grandi, si prenderanno medici e infermieri dagli “spoke”, cioè i nosocomi più piccoli. Una scelta che piace poco agli operatori sanitari, perché vuol dire che in un momento di forte pressione si sposterà personale che conosce la struttura in cui lavora per sostituirlo con altro che dovrà imparare rapidamente come muoversi. Tirando tra l’altro l’ennesima mazzata alla sanità territoriale già devastata negli anni scorsi. In Lombardia però si continua ad affrontare la questione sanitaria con un taglio politico imprenditoriale, dimenticando che gli ospedali non sono delle caserme o aziende qualsiasi. E si continua a ignorare quanto si poteva fare nei mesi scorsi, come preparare nuclei di medici e infermieri alle eventuali riaperture dell’ospedale in Fiera. O pensare come trasferire le attrezzature negli ospedali e assumere nuovo personale stabilmente.

I concorsi stanno partendo in alcuni nosocomi come il Niguarda, mentre al Policlinico è appena stato riaperto un bando che prevedeva l’assunzione di tre anestesisti triplicando il numero dei posti disponibili. Ma va tutto bene, ripetono dalla Regione. Eppure il 118 fornisce altri dati allarmanti: sarebbero già 300 gli interventi giornalieri per sintomatologie infettive o problemi respiratori, la metà del dato registrato in piena quarantena primaverile. Il sistema sanitario è sotto stress, a parte i dirigenti premiati da Gallera, e l’equilibrio politico traballa. Se in primavera Fontana sembrava essersi piegato alle indicazioni di partito, dopo l’ultima tornata elettorale che ha ridimensionato Salvini sembra invece la Lega di Varese a tirare il Carroccio. E l’ex Ministro dell’Interno ad adattarsi nonostante le proteste di alleati come Fratelli d’Italia che si era dichiarata perplessa dalle scelte di Fontana.

Una tensione politica che potrebbe riverberarsi sulle prossime comunali: nella primavera 2021 si torna a scegliere il prossimo sindaco di Milano. Una battaglia politica essenziale per il centrodestra e che difficilmente può essere vinta senza uno schieramento compatto. L’esempio dell’ultima volta, quando i leghisti non sostennero Stefano Parisi al ballottaggio favorendo la vittoria di Giuseppe Sala, insegna.


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